Asti: “Piero Fassi racconta…”
LIBRI ASTIGIANI IN VETRINA:
Un libro di gran valore a straordinaria metafora della Asti nel secondo Novecento!
NOTA BENE: Questa breve introduzione al libro di Piero Fassi
è tratta dall’altro mio giornale L’ASTIGIANO.it del 2 Marzo 2014 in www.lastigiano.it
NOTO(SR) 1 Marzo 2014 – Ho trascorso il recente Natale 2013 ad Asti, ove l’amica giornalista Cristiana Luongo mi ha donato il libro di cui sopra ma, soprattutto, mi ha così permesso di conoscere un pezzo di Storia, con la maiuscola, nella vita e nell’opera d’un Astigiano, Piero Fassi, le cui vicende avventurose ma straordinariamente “normali” – per chi ama e conosce gli Astigiani – mi hanno talmente colpito ed entusiasmato da dovermi precipitare, a fine “degustazione” dell’opera, nel suo ristorante solo per conoscerlo di persona, anche se mi mancavano poche ore all’aereo per far ritorno in Sicilia.
Che si tratti d’un libro da “degustare” non c’è dubbio, visto che con la sua vita e le tante peripezie, Piero Fassi ci dona diverse pure alcune sue ricette che lo hanno reso famoso non in Asti e nel mondo.
Senza dire, inoltre, della squisita fattura del libro dell’Editrice Espansione Grafica di Castell’Alfero(AT) che non ha lesinato competenza e grande perizia in quadricromia e nel formato strenna con carta patinata: un’opera, insomma, di gran valore che onora il Protagonista sì ma, al tempo stesso, assurge a metafora straordinaria della vita e dei valori in Asti nel secondo Novecento, frutto anche della preziosa collaborazione con Cristiana Luongo, il cui dantesco “…lungo studio e grande amore…” per l’Arte e per Asti non loderemo mai abbastanza, come i nostri Lettori dell’Astigiano.it sanno da tempo e bene.
Ad avvalorare quanto qui accennato, ritengo necessaria la pubblicazione delle varie testimonianze rilasciate su questo libro, facendo “parlare” per primo l’Autore, di cui riporto integralmente in foto la prima pagina introduttiva all’opera e poche altre foto su queste colonne de L’Astigiano.it, mentre una più ampia scelta antologica con numerose foto, invece, saranno quanto prima reperibili sull’altro mio giornale: Val di Noto Magazine in www.valdinotomagazine.it
Auguri di cuore a Piero Fassi perché la sua “creatura” – il Ristorante Gener Neuv – continui e resti in vita onorando Asti!
Biagio Iacono
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“PIERO FASSI RACCONTA”
Marzo 2013. Ha fatto la sua comparsa sugli scaffali delle librerie e in tutte le edicole cittadine il volume “Piero Fassi racconta”, firmato dal famoso ristoratore astigiano, curato dalla giornalista pubblicista Cristiana Luongo ed edito dalla Espansione Grafica di Gianpiero Dellarovere al prezzo di 19 euro. Piero Fassi, classe 1938, titolare del “Gener Neuv”, prestigioso locale ubicato a pochi passi dal fiume Tanaro, decisamente poco incline allo studio e alla noia, in questa autobiografia ha raccolto pensieri, ricordi, immagini fotografiche, disegni e sogni di un uomo che mai si è allontanato dalla sua amata città, Asti, e nella quale ha coltivato le sue passioni: la musica, l’arte, il Palio e l’alta ristorazione.
Il libro, presentato a marzo presso la Sala Pastrone del Teatro Alfieri, si apre con le parole di ben dieci illustri personalità, e lascia spazio a racconti esilaranti e a tratti commuoventi, ma sempre originali e volti a consegnare un esempio di positività. E ancora, il volume contiene una rosa scelta di ricette della moglie Pina Bagliardi, cuoca stellata mombaruzzese: le specialità, opportunamente descritte nel loro procedimento e comprensive dei migliori abbinamenti enologici, lasciano da 40 anni un sorriso sul viso dei commensali, e la certezza di riscoprire i sapori dimenticati. Un ampio capitolo, infine, è dedicato all’alluvione del ’94 che mise in ginocchio anche la famiglia Fassi, la quale si rialzò, con ancor più forza, grazie al sostegno e l’aiuto di una moltitudine di amici e volontari.
Nove motivi per sfogliare “Piero Fassi racconta”, il libro di Piero Fassi e Cristiana Luongo
ASTI – Quante volte, alla fine di un anno, ci si ritrova a meditare sui giorni trascorsi e a “redigere” un bilancio mentale della propria vita? Generalmente, le riflessioni si tramutano in buoni propositi per l’anno a venire: un nuovo lavoro, un figlio, smettere di fumare o cominciare la dieta per perdere i chili di troppo, buttare via gli oggetti inutili che si trovano sparsi per la casa…e così via. Piero Fassi, classe 1938, titolare del “Gener Neuv”, prestigioso locale ubicato a pochi passi dal fiume Tanaro, decisamente poco incline allo studio e alla noia, ha desiderato che il suo bilancio di vita potesse essere toccato, o meglio sfogliato: “Piero Fassi racconta” è il volume, disponibile in città, che raccoglie pensieri, ricordi, immagini fotografiche, disegni e soprattutto la storia di un uomo che mai si è allontanato dalla sua amata città, Asti, e nella quale ha coltivato le sue passioni: la musica, l’arte, il Palio, l’alta ristorazione. Ci sono almeno 9 motivi per decidere di sfogliare il libro edito da Espansione Grafica:
Le prefazioni
Il libro inizia con le parole degli amici e dei colleghi di Piero Fassi: eleganti poeti chansonnier e scrittori, esperti critici e rinomati gastronomi, celebri nutrizionisti, decani giornalisti e illustri architetti vignettisti…personalità di spicco, indissolubilmente legate all’autore da profonda collaborazione e stima reciproca.
Le ricette di Pina
Il volto del “Gener Neuv” porta le fattezze di colei che prepara, da oltre 40 anni, i piatti della tradizione: Giuseppina Bagliardi. Pina è riuscita, con tenacia e indiscutibile capacità, a portare il nome del “Gener Neuv” fuori dai propri confini, conquistando i palati sopraffini appartenenti agli avventori di ogni nazionalità e cultura. Il libro contiene una rosa scelta di ricette della stellata cuoca mombaruzzese: le specialità, opportunamente descritte nel loro procedimento e comprensive dei migliori abbinamenti enologici, lasciano un sorriso sul viso dei commensali, e la certezza di riscoprire i sapori dimenticati.
Il Palio
La corsa del Palio, sospesa nel ’35 per l’avvento del regime totalitario, fu ripresa nel ’67 e, da quella data, vide la figura di Piero Fassi nelle vesti di appassionato partecipe e amante del cavallo. Fassi disegnò il labaro (oggi modificato nella sua originalità) del borgo Tanaro, che lo decretò Rettore per ben 11 volte, e si attivò per veder realizzato il progetto dell’Arch. Guarene che mirava a far disputare la corsa in piazza Alfieri, anche se il sogno si realizzò solo 10 anni dopo, nel 1988. Inventò la cerimonia della nomina dei piccoli tanarini e cercò soluzioni utili a contenere i costi sostenuti dalla città di Asti per allestimenti e tribune in affitto.
L’alluvione del 1994
Nella notte tra il 5 e il 6 novembre del ’94, anche il “Gener Neuv” fu avvolto dalle acque del Tanaro, che mise in ginocchio, con la sua crudele furia distruttiva, gran parte della città astigiana. Fassi ha voluto rivivere quei giorni di dolore, ricordando la moltitudine di persone che gli permisero di rialzarsi in piedi. Quando le acque si ritirarono, infatti, del locale così curato e ricercato non restava più nulla, a parte un piccolo frigo bar, nel quale non entrò nemmeno una goccia d’acqua, contenente un prezioso pacco di tartufi bianchi: i soldi ottenuti dalla vendita degli stessi furono il primo passo verso la rinascita del locale, che riaprì il mese successivo.
In bel “muru”
Chi conosce l’autore del libro sa che non esiste definizione migliore per identificarlo: la sua faccia tosta e quel pizzico d’incoscienza gli hanno permesso di cimentarsi su più campi e senza grandi esperienze, ma con grande forza di volontà. Il suo modo di fare burlone e spassoso nasconde le sue molteplici facce, tutte egualmente valide e vere. Testardo e cocciuto, estremamente generoso e dedito alla famiglia, altruista e profondo conoscitore del valore dell’accoglienza, da ragazzo intraprese numerose mansioni: tra le tante ricordiamo quella di “maschera” presso il cinema Politeama del dopoguerra, dove si occupava di assegnare i posti agli spettatori, facendosi spesso distrarre dalle gambe delle ballerine del cinema varietà. Piero Fassi ha sempre lavorato con passione, usando l’ingegno laddove il portafoglio non gli consentiva altro rimedio, basti pensare alle frasi in piemontese scritte sulle travi che tagliano la sala principale del “Gener Neuv” che, dal 3 gennaio del ’71, lasciano i commensali meravigliati e col naso in su: esse distolsero lo sguardo dal pavimento vecchio e obsoleto. Bastò un colpo di pennello e la giusta dose d’ironia. Il pavimento fu rifatto, molti anni dopo, ma come ripete sempre Piero: “Potevamo farne a meno, tanto nessuno se n’è mai accorto”.
Il Gener: prodotti a chilometro zero
Il 19 aprile del 1904, sulle pagine del “Cittadino” si leggeva dell’imminente riapertura del ristorante di Carlotto Vittorio detto “Gener”, il pescatore professionista che deliziava i palati degli astigiani preparando pesci fritti e innaffiando il tutto con ottimi vini locali. Abile nuotatore e conoscitore dei segreti del fiume, catturava con le sue reti alborelle, anguille, carpe, lucci e, la sera, preparava cene e merende sinoire in base al pescato del giorno. Quando rilevarono l’attività, i coniugi Fassi dedicarono il locale al soprannome del fondatore, aggiungendo solo “Neuv” (da dirsi con la V dura perché non è un francesismo, bensì un piemontesismo puro) per indicare la nuova gestione.
Asti dimenticata
Il libro offre l’occasione di rivivere una città che non esiste più: la sponda del Tanaro ricoperta di soffice sabbia fine, la cosiddetta “spiaggia” di Asti, che giungeva fino alla porta del Gener Neuv. E ancora, gli anziani pescatori sulle tipiche imbarcazioni locali dette “navet”, le folle di astigiani che si riversavano nel fine settimana per godersi qualche ora di sole, fare un tuffo in acqua, giocare a bocce sotto le acacie. Piero Fassi racconta l’ansia provata nel raggiungere i rifugi, durante il secondo conflitto mondiale, al suono delle sirene che annunciavano l’arrivo dei caccia a bombardare il ponte del fiume; ricorda la ditta dei suoi familiari che, predecessori degli attuali corrieri motorizzati, consegnavano le merci con carri e cavalli, e l’emozione di eseguire un’insegna a mano libera, il valore dell’apprendistato e molto di più.
Il valore della famiglia e dell’amicizia
Il libro mostra i visi di tutti coloro che hanno circondato e sono partecipi della vita di Piero Fassi: l’incontro e l’amore di e per sua moglie Pina, la forza delle sue figlie e la gioia dei suoi nipoti, in primis, seguiti dagli amici veri che lo hanno accompagnato in ogni scelta, a volte appoggiandolo e a volte scontrandosi, ma senza mai lasciarlo solo.
La crisi attuale e il futuro
Il testo lascia spazio anche alla situazione attuale della città vista dagli occhi di un uomo che, a suo modo, ha contribuito a far crescere. Le prospettive incerte e dubbiose sul futuro, e la speranza di non perdere mai il sorriso. Occorre sottolineare che il Gener Neuv si è preso una pausa di tre mesi: ha chiuso alla fine di dicembre 2013.
RASSEGNA STAMPA:
Da “Dentro la Notizia”:
Dopo oltre 40 anni d’attività, il “Gener Neuv” si prende una pausa
ASTI – Uno degli aspetti più belli di questo mestiere è che, come in un immaginifico domino, di tanto in tanto consente (con la fondamentale complicità del fato) di entrare in contatto con persone davvero uniche. A noi non resta che il compito, tanto gravoso quanto stimolante, di raccontare a voi lettori le loro vite ed esperienze.
E’ quanto facemmo anche nel settembre 2011 quando, in occasione degli eventi paliofili, chiesi alla nostra Cristiana Luongo di illustrare per il giornale la personale del Maestro del Palio Antonio Guarene (architetto, scenografo, vignettista e molto, molto altro ancora), ospitata presso il Battistero di San Pietro. Fu proprio in quel suggestivo contesto che Guarene le presentò l’amico di una vita, quel Piero Fassi da decenni alla guida del pluripremiato ristorante “Gener Neuv”.
Tessera dopo tessera – o, come sarebbe più corretto affermare, mail dopo mail – quella conoscenza portò a un’intervista, pubblicata su Dentro la Notizia nel marzo 2012, che fu embrione di un’amicizia e del libro “Piero Fassi racconta”.
Settantacinque anni di vita, e quaranta di ristorazione a livelli d’eccellenza, che Cristiana ha saputo mirabilmente riassumere sulla base dei ricordi di Fassi che, come ben sanno tutti coloro che hanno avuto il piacere di conversarci, sono vividissimi e ricchi di dettagli.
Leggendolo, e guardando le fotografie che lo corredano, si coglie appieno come l’esistenza di Pier Michele (per tutti, Piero) Fassi sia indissolubilmente legata – oltre che alla moglie Pina, compagna di vita e indiscussa regina della cucina del locale – a Tanaro (inteso come rione paliofilo, che Piero guidò dopo aver contribuito, con l’amico Guarene, a rilanciare nella seconda metà degli anni ‘60 e al Tanaro.
Fiume amatissimo che, nonostante la sua furia, nel novembre 1994 danneggiò gravemente il locale. In quell’occasione la famiglia Fassi (Piero, Pina e le figlie Maura e Maria Luisa), anche grazie al supporto di molti amici ristoratori, non si fece vincere dallo sconforto e riaprì il locale in tempi da record.
Ecco perché, quando alcuni giorni or sono Piero mi ha confidato che il locale sospenderà l’attività per un trimestre, ho istintivamente pensato stesse scherzando. Purtroppo, invece, è tutto vero.
Domenica 22, come mi ha ribadito personalmente Piero, “ il Gener Neuv servirà l’ultimo pranzo. Non della settimana, non del mese o dell’anno, ma per sempre”. Ennesima svolta nella storia di un locale che rappresenta, indiscutibilmente, una delle colonne portanti della ristorazione, non solo astigiana.
Status confermato anche dall’affetto della clientela e dai numerosissimi riconoscimenti (tra cui la presenza, ininterrotta per un quarto di secolo, sulla prestigiosa “Guida Michelin”) ottenuti da quando, il 3 gennaio 1971, Piero e Pina Fassi lo inaugurarono.
Ovviamente non ci è dato sapere se, al termine del trimestre “sabbatico”, il locale chiuderà definitivamente i battenti o se, come auspicabile, qualcuno deciderà di assumersi il gravoso compito di prenderne le redini.
Siamo però certi, avendo avuto spesso occasione di confrontarci con il “patron”, che di Piero e Pina Fassi sentiremo ancora molto parlare. In fondo, l’8 luglio 2038, giorno in cui Piero toccherà la boa dei 100 anni, è ancora così lontano…
Gabriele Massaro
Direttore di “DENTRO LA NOTIZIA”, Asti 20 Dicembre 2013
Da “La Nuova Provincia”
Quarant’anni di attività come ristoratore ad altissimo livello e 75 anni di vita: questo il contenuto del libro “Piero Fassi racconta”, Espansione grafica, a cura di Cristiana Luongo, scritto dal titolare del “Gener Neuv”, il celebre ristorante sulle rive del Tanaro e presentato ieri al Teatro Alfieri. Un libro in cui Piero Fassi ha messo una sintesi di tutta la sua vita: l’infanzia, il lavoro, gli amori, la famiglia, la città, il Tanaro, il Palio.
In esso Piero Fassi ci parla della sua infanzia ricordata senza nostalgia, con la guerra incombente, qualche fastidioso problema di salute, ma già trascorsa sulle rive del Tanaro, in quel corso Savona dove è nato e dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza; ricordi della scuola mal sopportata e la voglia di trovarsi un lavoro, un po’ per aiutare la famiglia, un po’ per sentirsi libero ed indipendente. Eccoli i lavori fatti: il garzone ciclista, l’apprendista in un laboratorio di cromatura, il pittore in un laboratorio di insegne, la “maschera” al Politeama. E poi il matrimonio, con Pina, conosciuta a quindici anni in un reparto dell’ospedale, e gli amici, in primo luogo Antonio Guarene. Sino al gran salto, l’inizio dell’attività al “Gener Neuv”, prima part time, poi a tempo pieno. La maggior parte del libro, ovviamente, è occupata da questa grande scommessa vinta, dalla riapertura della vecchia trattoria tanarina del “Gener”, diventata “Gener neuv” ed inaugurata il 3 gennaio 1971, una domenica, allora festa dell’Epifania.
Accanto a quelle sale del lungotanaro, l’altro punto di riferimento di Piero Fassi è il Palio, naturalmente con i colori bianco-azzurri nel cuore. Quel Palio che gli ha fatto riprendere in mano i pennelli per dipingere lo stemma del borgo. E proprio da lui, allora rettore, e da Antonio Guarene, nacque l’idea della corsa in piazza Alfieri, un’idea proposta in un Consiglio del Palio del ’77, dopo un’alba di un giorno d’inverno passata a prendere le misure in piazza per studiare il posizionamento di piste e tribune.
Il libro si conclude con una serie di quelle ricette che hanno caratterizzato la cucina del “Gener neuv”. Ma al lettore non sfugga una frase, in quarta di copertina, che è un’autentica chiave di lettura: “Ho scritto questo libro per non dimenticare quanto Asti sia parte e viva in me: essa è arte, musica, enogastronomia, lavoro, amicizia, bellezza, malinconia e, soprattutto, speranza”.
Aldo Gamba
Da “Asti Libri”:
Potreste non venire mai ad Asti…attraversarne il centro storico, visitarne l’antico ghetto ebraico, le torri medievali, i palazzi barocchi o l’imponente Cattedrale gotica di Santa Maria Assunta, la più grande del Piemonte.
Potreste non sventolare alcuna bandiera coi colori del vostro borgo, rione o comune, né alzare al cielo il drappo porpora chiamato Palio e dedicato al patrono San Secondo. Potreste non varcare l’ingresso di quel magico luogo che porta il nome di teatro e che noi chiamiamo Alfieri.
Potreste non volgere lo sguardo verso i suggestivi paesaggi del Monferrato né sui suoi ordinati filari, assaggiare mai una Barbera o un Moscato, degustare gli agnolotti gobbi astigiani impreziositi dal tartufo bianco dei nostri boschi. Mi chiamo Piero Fassi e Asti è la mia città.
Potreste non venirci mai…perché non passarci qualche minuto attraverso le mie parole e le mie immagini?
Ho scritto questo libro per non dimenticare quanto Asti sia parte e viva in me: essa è arte, musica, enogastronomia, lavoro, amicizia, bellezza, malinconia e, soprattutto, speranza.
Piero Fassi
L’incoscienza è stata, e sempre sarà, parte di me; dotato di “in bel muru”, una bella faccia tosta, ho espresso il desiderio di raccontarmi attraverso le pagine di questo volume che, spero, lasci un sorriso sul Vostro volto.
“MI RACCONTA LA SUA STORIA?”
Questa è, in sintesi, la domanda più frequente che le mie orecchie hanno udito in oltre quarant’anni di attività e 75 di vita. La mia risposta parte sempre dal solito vocabolo: libertà. Non basterebbero volumi interi a spiegarne il significato, ma quello di cui sono fermamente convinto è ciò che esso non sia: non è semplicità, non è facilità nel raggiungere gli obiettivi prefissi né poco sforzo, non è rabbia né privazione di un sorriso. Lungi da insegnare qualsivoglia ad alcuno, la passione che regola i battiti delle mie ali ha convogliato le mie vicissitudini in questo libro. La mia vita è stata un susseguirsi infinito e continuo di scelte, condivise e regolate da quel senso di libertà che non dovrebbe essere precluso a nessuno.
Mi racconterò, tra queste pagine, a coloro che hanno condiviso grandezza e vergogna della mia città, Asti; racconterò il calore della sabbia del Tanaro tra le mani, parlerò degli amici che danno senso alla quotidianità e della nemica scorretta alluvione, della triste crisi attuale e del valore della famiglia. Come una strada senza traguardo, ripercorreremo i meandri della mia memoria, passando dalle asole del mio gambaletto ortopedico alla decisione di aprire il Gener Neuv, svelando le ricette di mia moglie Pina e assaporando gusti, virtù e debolezze della terra astigiana.
Mi rivolgerò a coetanei romantici, casalinghe perfette padrone di casa, imprenditori e uomini d’affari e, soprattutto, ai giovani che hanno paura di sbagliare, credendo di non saper volare. Agitate le vostre ali, sbattete la faccia e accettate gli infiniti no che, di volta in volta, si presenteranno durante il vostro tragitto. Non dimenticate mai di sorridere e di essere unici, non trascurate sudore, dedizione e forza di volontà, affinché possiate essere fieri della vostra identità: moscerini, passerotti o grandi aquile. Non è la grandezza delle vostre ali a rendervi diversi dagli altri, ma la velocità del vostro battito utile a superare qualsivoglia ostacolo.
Buona lettura, Piero Fassi
Ringrazio Dio, poiché mi concede di ricordare e scrivere. Lo stesso infinito e sentito grazie lo rivolgo a mia moglie Pina, anima gemella e compagna di ogni mio istante e alle nostre amorevoli figlie Maria Luisa e Maura, le quali simboleggiano il sostegno e la forza costante; inoltre, voglio ringraziare i nipoti, poiché mi donano la vera gioia di vivere, la speranza e la voglia di credere di poter realizzare piccoli e grandi sogni.
Da “Gazzetta d’Asti”:
Ad Asti, lunedì prossimo alle 18 nella Sala Pastrone del Teatro Alfieri è prevista la presentazione del libro “Piero Fassi racconta”. Nel volume edito da Espansione Grafica c’è la storia di un grande e appassionato cultore della buona cucina. Piero Fassi, grazie al contributo della moglie signora Pina, straordinaria maestra di gusti raffinati, ha portato il suo ristorante “Gener Neuv” ai vertici nazionali della buona tavola. Nel suo locale immerso nel verde della sponda sinistra del Tanaro (porta sud della città) in 40 anni sono arrivati illustri personaggi e buongustai di tutti i continenti.
Per la presentazione che vedrà come moderatore Sergio Miravalle interverranno alcuni illustri amici di Piero: da Paolo Conte a Giorgio Calabrese, da Giorgio Faletti a Carlin Petrini, da Antonio Guarene ad Edoardo Raspelli. Gli interventi saranno intervallati dal violino di Chiara Carrer.
Il buffet conclusivo sarà curato dagli allievi della Scuola Alberghiera di Agliano Terme.
Da LA STAMPA:
Si intitola semplicemente «Piero Fassi racconta»: è il libro scritto dal grande chef del “Gener Neuv” che verrà presentato oggi 11 marzo alle 18 in sala Pastrone, con le curiosità sollecitate da Sergio Miravalle e da Cristiana Luongo, la colonna sonora del violino di Chiara Carrer.
“Perché questo libro? Non avevo mai pensato di scriverne uno, ma poi ho iniziato a raccogliere appunti, per non dimenticare. Perché il ricordo è importante». E poi c’era da rispondere ai tanti, soprattutto clienti, che chiedevano: come ha cominciato?”