Noto, gli Esperti: a rischio i Mosaici del Tellaro!
Noto, gli esperti: a rischio i mosaici del Tellaro
Comune. Riunione della Consulta culturale: “Occorre passare subito alla denuncia”
di Vincenzo Rosana
NOTO – Il pericolo ora c’è davvero: è reale, attuale, concreto. I mosaici pavimentali del IV secolo dopo Cristo rinvenuti agli inizi degli anni Settanta in una villa romana nei pressi di contrada Caddeddi, lungo la strada che collega Noto a Pachino, si stanno perdendo. Irrimediabilmente. Nel più assoluto quanto inconcepibile silenzio che avvolge il caso – nonostante il grido di allarme dell’ex parlamentare Fabio Granata e del deputato regionale Vincenzo Vinciullo, che all’Ars ha presentato un’interrogazione –, manca ancora un efficace progetto di salvaguardia dei mosaici, mentre all’orizzonte non si scorge alcuna possibilità di ottenere finanziamenti. Così, per scongiurare lo stato di degrado che da troppo tempo attacca gli ambienti dove sono custodite le tessere musive, oggi a scendere in campo c’è anche la Consulta culturale, il comitato di esperti voluto dal sindaco Corrado Bonfanti proprio per affrontare di petto e senza esitazione alcuni seri problemi della città. E tra questi c’è per l’appunto la vicenda mosaici: “Lo stato di rovina avanza, tanto che oggi rischiamo seriamente di perdere un patrimonio di inestimabile valore”, dice Pinuccio Genovesi, consulente del sindaco per la valorizzazione delle risorse culturali e archeologiche del territorio. Ad essere sotto accusa è sempre quella copertura in plexiglas (tra i primi a condannarla, quando Noto nel 2002 entrò a far parte del patrimonio dell’Unesco, fu il critico Vittorio Sgarbi) che non è mai riuscita a proteggere i preziosi disegni sia dall’esposizione solare (inadeguati e dannosi i pannelli a vetro) sia dalle infiltrazioni di umidità (i ferri grondano ruggine).
L’emergenza è tutta nel degrado degli effetti cromatici che, perdurando lo stato di abbandono, potrebbe causare la perdita delle figurazioni. La Consulta (della quale fanno parte anche storici) nella riunione di ieri sera è stata categorica: “Occorre passare subito alle denunce coinvolgendo, ciascuno per la propria competenza, Soprintendenza e assessorato regionale ai Beni culturali”. Ma è l’intera città che presto sarà chiamata a raccolta per tutelare quel prezioso bene e strapparlo al pieno deterioramento. “Un fatto è certo: non possiamo rimanere inattivi, anche perché le alternative ci sono”, afferma Genovesi. Almeno tre siti in città sono pronti a ospitare i mosaici: la chiesa di san Domenico (all’interno della quale il Comune ha disposto un ultimo intervento di sistemazione, che comporterà una spesa di 300 mila euro), il museo civico di corso Vittorio Emanuele (prossimo alla riapertura) e la galleria regionale del barocco dell’ex convento di sant’Antonio, sotto la custodia della Soprintendenza siracusana.
Ma se l’opportunità di trasferire i mosaici in un luogo più sicuro c’è, a scarseggiare oggi sono i fondi indispensabili per porre in essere interventi a protezione della villa romana del Tellaro. “E noi siamo pronti a far sentire la nostra voce”, dicono gli esperti Genovesi, Biagio Iacono, Angelo Fortuna, Alberto Frasca, Pino Malandrino e Corrado Spataro, che subito dopo Pasqua inaugureranno una più incisiva lotta. “Inizieremo subito sottoponendo all’attenzione del Soprintendente e dell’assessore regionale ai Beni culturali diversi documenti in nostro possesso che testimoniano lo stato di conservazione dei mosaici: com’erano nel 2008, quando furono esposti in contrada Caddeddi e come sono oggi”. E la battaglia per la salvaguardia dei mosaici pavimentali del IV secolo dopo Cristo è già pronta. “E stavolta – annunciano dalla Consulta – sarà decisiva”. (*VR*)
Vincenzo Rosana
NOTA BENE: TRATTO dal Giornale di Sicilia del 18 aprile 2014