Noto: chiude, sbaracca, va via il Museo delle Carte? No, chiusura momentanea per nuova destinazione!
Noto: chiude, sbaracca, va via il Museo delle Carte?
NOTO, 04 SETTEMBRE 2014 – Oggi, in merito alla chiusura del Museo delle Carte, IL GIORNALE DI SICILIA, edizione SR, pubblica il pezzo del ns. amico dott. Vincenzo Rosana, da noi tratto da quel quotidiano: l’Assessore alla Cultura del Comune di Noto – prof. Cettina Raudino – ha immediatamente risposto precisando il pensiero dell’Amministrazione Bonfanti e chiarendo serenamente sui modi, tempi e ricerca dei luoghi in cui il Museo delle Carte continuerà la sua preziosissima funzione per una più completa e migliore fruizione dei Beni Culturali che custodisce a tutto vantaggio della nostra Città e…non solo. Bene ha fatto Vincenzo Rosana ad evidenziare un fatto così importante, altrettanto bene l’Assessore con la sua pronta risposta chiarificatrice! Biagio Iacono
– Chiude, sbaracca, va via. Il Museo delle Carte, il contenitore culturale dove sono esposte memorie di ogni sapere che raccontano la storia della città – e non solo – a partire dal Cinquecento e fino alla metà del secolo scorso, lascia il suo originario sito, l’ex Monastero di santa Chiara di corso Vittorio Emanuele, in pieno centro storico. A cinque anni dalla sua apertura la galleria del passato, che conta 24 sezioni espositive (migliaia i libri esposti, stampe d’arte e testi scolastici), ora ha il suo portone centrale sbarrato.
Lo sfratto è stato decretato dal Comune, proprietario dell’immobile, che rivuole la disponibilità degli ambienti, destinati ad accogliere la sezione archeologica del museo civico. A rigirare tra le mani quella lettera raccomandata è l’ideatore del Museo delle Carte, l’architetto Pietro Paolo Giannone, che in più di trent’anni di attività, animato dall’esclusivo amore per la sua città, ha raccolto in antiche case disabitate e in attesa di un restauro, ma anche nelle discariche, migliaia di libri e reperti cartacei, alcuni dei quali molto preziosi.
“Entro pochi giorni dovrò tirare fuori questo tesoro”, dice con grande amarezza. “Sapevo di dover lasciare gli ambienti – aggiunge –, ero però sereno in quanto mi erano stati assicurati dall’allora assessore alla Cultura Costanza Messina due locali della biblioteca comunale di palazzo Nicolaci.
L’attuale assessore alla Cultura ha però preferito destinare quegli spazi a eventi culturali come la presentazione di libri. Così, in assenza di nuove determinazioni, non mi rimane altro che trasferire documenti e mobilia in ambienti che dovrò prendere in affitto”. Nelle bacheche sono custoditi, tra gli altri, il voluminoso manoscritto di ricette culinarie appartenente a una famiglia nobiliare di Noto, il De Rebus Netinis del 1593 di Vincenzo Littara, dove è annotata la storia dell’epoca della Città Ingegnosa ed un volume del 1875, “Canti Popolari di Noto” di Corrado Avolio per la collana di Letteratura popolare di Noto. E in un angolo della sezione viaggi c’è un’antica stampa che immortala una locomotiva a vapore lungo un tratto della prima linea ferroviaria costruita in Italia – era il 1839 -, tra Napoli e Portici. Più di diecimila visitatori, tra scolaresche, studiosi e semplici curiosi, in appena quattro anni e mezzo dall’apertura. Quel museo che racconta del sapere ora non ha destinazioni. E a quanti chiedono all’architetto la data della riapertura, lui sorridendo risponde: “Chiedetelo al sindaco”. Già, a chi se non a lui? “Per il momento la priorità è il museo archeologico – dice Bonfanti -. Troveremo un’area anche per le carte”. (*VR*)
Vincenzo Rosana
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L’Assessore risponde: ” No, chiusura momentanea per nuova destinazione!”
Il Museo delle Carte conserva molti documenti interessanti ed alcuni di particolare pregio come la collezione delle tavole del Labisi. Ritengo che, se adeguatamente valorizzata, questa possa arricchire l’offerta museale della città su cui sto lavorando dall’inizio del mio mandato. Non si tratta di uno sfratto, come ben sa l’architetto Giannone, ma di una chiusura momentanea in attesa di nuova destinazione. Le ragioni che hanno portato alla decisione di sospendere l’attività del museo delle Carte rispondono all’importante esigenza di avviare operativamente – e finalmente! – questa parte del Piano di Gestione del sito UNESCO che prevede il miglioramento della nostra rete museale attualmente assai carente. Secondo tale progetto il Museo Civico, ex monastero di santa Chiara, diventerà polo museale medievale e post-medievale. In particolare tutti gli ambienti del piano terra, compresa l’ala attualmente occupata dall’architetto Giannone, dovranno essere messi in comunicazione per accogliere, con un progetto di allestimento già esistente ma riveduto secondo criteri più attuali, tutti i reperti provenienti dalla città di Noto antica fino al terremoto del 1693. Prima di curiosare fra le pur affascinanti carte, per avere una visione corretta della storia della città, è’ prioritario che il turista che visita la Noto attuale, ne conosca l’origine, abbia una visione globale della sua stratificazione storica e sappia che esisteva una città molto più antica, i cui reperti devono essere visibili e con una più che dignitosa valorizzazione. Attualmente queste testimonianze così importanti invece sono mortificate, esposte solo in parte ed in maniera incoerente e senza alcun criterio né cronologico né funzionale alla conoscenza della storia della città. In totale contrasto con il codice dei Beni Culturali e con le aspettative dell’UNESCO. Ogni cosa deve andare al posto giusto, questa è la linea che porto avanti. Per quanto riguarda la stessa collezione del Museo delle Carte, la sua mancanza di catalogazione, la sua collocazione ed il suo allestimento alla stregua di magazzino, furono frutto di una scelta estemporanea, superficiale e provvisoria.
E’ ovvio che questa deve essere valorizzata al meglio in altri locali ( già individuati) e con un progetto espositivo più dignitoso di quello che attualmente vede la compresenza decontestualizzata e imbarazzante di reperti lapidei come lo stemma Landolina o le lastre tombali medievali provenienti da Noto antica, con altri oggetti, di varia tipologia, alcuni del tutto privi di valore storico. Infine, in vista della progressiva trasformazione della Biblioteca Principe di Villadorata in biblioteca sociale, la saletta di lettura, dove nel corso dell’anno si sono tenuti con grande frequenza laboratori didattici per alunni delle scuole, conferenze, mostre e anche presentazioni di libri, ospiterà laboratori ed attività ricreative e culturali a cura delle associazioni che rappresentano tutte le categorie cittadine ( anziani, casalinghe, famiglie, studenti). Grazie alle attività, in parte svolte dallo stesso personale della Biblioteca, da gennaio a giugno vi sono state almeno 100 nuove tessere di iscrizione, quasi tutte di giovani lettori. E’ mia intenzione che la Biblioteca comunale possa diventare centro culturale dove ricostruire il tessuto connettivo cittadino mettendo al centro la relazione umana in un luogo incastonato nella bellezza del centro storico e che non è deputato al consumo come un centro commerciale. Con questa visione di progetto già in atto, questi locali appaiono incompatibili con il futuro il Museo delle Carte, che come ribadito merita una più coerente valorizzazione.
L’Assessore alla Cultura: prof. Cettina Raudino