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Ricordo di P.Filippo Rotolo OFM Conv.

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Ricordo di P.Filippo Rotolo OFM Conv.
La copertina dell'ultima monumentale opera del Padre Filippo Rotolo.

La copertina dell’ultima monumentale opera del Padre Filippo Rotolo.

RICORDO DI PADRE FILIPPO ROTOLO ofm Conv.

PROVINCIA DI SICILIA DEI FRATI MINORI CONVENTUALI «SS. AGATA E LUCIA»
Il Ministro provinciale
Prot. N. 46/2014 Palermo, 28.08.2014
Oggetto: Comunicazione della morte di Fr. Filippo Rotolo e suo profilo biografico.

Carissimi Confratelli,
il trenta luglio alle 3,45 il Padre ha aperto le porte della sua Casa al nostro
fr. Filippo Rotolo e nel dolore di quel momento mi è stato consolante pensare alla parole di
Gesù: “Verrò, vi piglierò e vi porterò con me”.
Gli ultimi due anni, segnati dall’invasione nel suo corpo delle cellule tumorali iniziata nel
colon, sono stati una costante e rassegnata crocifissione, fino al punto che le piaghe e le varie
trafitture per flebo e altro, i vari tubi di drenaggio lo hanno segnato come un Cristo. E non ci
meravigliamo che questo sacerdote di Cristo che tanto lo amò il Padre lo rendesse simile al suo
Figlio. Fra Filippo Rotolo è nato il 28 febbraio 1922 a Lercara Friddi da Vincenzo e Concetta
Militello. Battezzato il 7 marzo. Compiuti i primi anni di formazione cristiana e culturale a
Lercara, dal suo paesano fu invitato a entrare nell’Ordine e poi accolto dallo stesso fra
Girolamo Giardina, allora Ministro Provinciale. È entrato a Montevago per compiervi gli studi della scuola Media e le due classi degli studi superiori, cominciando anche a conoscere San Francesco.
Avrà come formatori fr. Francesco Randazzo, fr. Leone Cusimano, fr. Giuseppe Rondini.
Sempre a Montevago il 17 dicembre del 1937 inizia l’anno di noviziato, con fr. Giacomo Piazza come Maestro. L’8 dicembre dell’anno successivo emette la professione temporanea nelle mani di fr. Michele Calandra. Anche se per poco avrà anche la grazia di conoscere apprezzare l’esempio di
Fra Luigi Lo Verde.  Negli anni 1938 – 1941 continua la formazione a Palermo presso il collegio S. Cuore alla Noce e avrà come Rettori fr. Francesco Randazzo, fr. Girolamo Blanda, fr. Francesco Cuttitta e fr. Tommaso Polizzi. Sempre nello stesso collegio per gli studi classici e filosofici avrà come
docenti fr. Pio Tagliareni, fr. Ermenegildo Giarrizzo e fr. Teodoro Pina.
Ammalatosi, nel 1941 dovette interrompere gli studi. Il lungo ricovero in clinica, a confronto con la sofferenza, gli servirà a rafforzare la vocazione religiosa e sacerdotale. Con l’esperienza della sofferenza, alla scuola di p. Giardina, scopre la vacuità della vita, il valore del tempo e riscopre nella preghiera l’importanza di abbandonarsi in Dio e attingere dalla divina presenza la forza necessaria per servire il Signore. A rallentare l’impegno negli studi intervenne anche la terribile prova della seconda guerra mondiale. Per le alterne vicende, ci volle un grande impegno e una forte volontà a continuare
gli studi teologici, anche perché i formandi furono sfollati a Custonaci obbligandoli a raddoppiare gli sforzi per completare la formazione.
Ai piedi della Madonna di Custonaci, per la fragilità della salute, nell’incertezza del futuro a causa della guerra, il suo sì a Dio si rafforza, si fa più generoso, trova nella riflessione sulla parola la serenità necessaria e l’essenzialità della preghiera. Passato alla Noce, dal 1942 al 1945, fr. Filippo si dedicò a sistemare i fondi librari del p. Luigi Palomes e del p. Domenico Sparacio, costituendo così la ben fornita Biblioteca del collegio del S. Cuore alla Noce. Da questa iniziativa nacque in fr. Filippo l’amore alla cultura,riscoprendo in sé la vocazione all’archivistica e alla storia. Il tempo passato negli archivi sarà
per lui una paziente offerta della sua vita a Dio, nella stanchezza e nell’elevare un culto dovuto. Il 28 maggio del 1944 emette i voti perpetui nelle mani del Ministro Provinciale fr. Pellegrino Catalano divenendo un figlio della nostra Provincia Religiosa che si impegnerà a
dare onore e lustro a tutta la fraternità. Seguirà un anno intensissimo nel suo percorso formativo spirituale nel quale si dedicherà
alla preparazione per ricevere il Ministero sacerdotale. Il 31 marzo del 1945 riceve l’Ordine sacro del Presbiterato dalle mani di Mons. Gioacchino
Di Leo nella nuova chiesa del Sacro Cuore alla Noce eretta dal già Provinciale fr. Girolamo Giardina. La Chiesa del Sacro Cuore verrà consacrata e solennemente inaugurata il mese successivo dal Cardinale Luigi Lavitrano, Arcivescovo di Palermo.
P. Rotolo 1Fr. Filippo, ormai sacerdote, viene subito impegnato a insegnare Sacra Scrittura nello stesso collegio del Sacro Cuore alla Noce dove viene collocato di famiglia. Vi svolge anche attività pastorale. Finita la Guerra è tempo di ricostruzione. Dal 1946 al 1955 lo troviamo impegnato alla ricostruzione della Basilica di San Francesco all’Immacolata di Palermo distrutta dalla guerra. Questo importante incarico lo porterà a studiare pietra per pietra tutta la Basilica e la sua storia. Si appassiona a quello che le pietre gli dicono, sia nelle forme come nella storia che racchiudono, e assaporando il proprio sudore vi legge i sacrifici e le lacrime dei frati avvicendatisi nei tempi e il valore dei vari artisti. Sono di questo periodo: la prima pubblicazione sulla Basilica “La Basilica di San Francesco
d’Assisi di Palermo”, segue la ricerca e la composizione del Necrologio della Provincia e nel 1954 in occasione del centenario della proclamazione del domma dell’Immacolata pubblica una ricerca sulla “Sicilia alla luce dell’Immacolata”. Dal contenuto di queste sue prime pubblicazioni possiamo già evincere gli interessi dell’uomo di Dio oltre che dell’uomo di cultura. Impara a passare dall’archivio alla cappella con naturalezza. Anche se il gusto del cultore di arte e di storia porta la mente a vagare, con la sua spigliata e riflessiva intelligenza, deve lottare con la fantasia, per fare piacere al Signore e
ricevere la forza necessaria per restargli fedele. L’insegnamento della Sacra Scrittura gli ha fatto cresce l’amore alla Parola e alla preghiera
che chiarendo le inclinazioni del suo spirito gli ha insegnato a cercare il Signore dentro di sé prima che nelle pietre, lottando con la propria natura, superando aridità, umiliazioni, giudizi e attingendo forza dalla preghiera. L’amore per Gesù permette che i suoi pensieri passino dall’arte al Tabernacolo, amore che sa
trasfondere nelle anime, nelle lunghe ore passate al confessionale. Nel 1949 Consegue il diploma di Paleografia nell’Archivio di Stato.
Dal 1955 al 1958 viene ricollocato nel convento del Sacro Cuore Noce a Palermo, continua con l’insegnamento di varie discipline. Alla presenza dei giovani formandi affiora l’anima del ricercatore dei valori e delle radici della santità nell’albero della nostra Provincia e così non perderà occasioni per pubblicare storie e vite di santi, di conventi e chiese, monografie, saggi vari sulla ricerca di Dio e guida delle anime. Così nasce l’introduzione critica alla “Leggenda del B. Gerardo Cagnoli”, Palermo 1957. Dal 1958-67 nominato Segretario della Provincia fa ritorno in Basilica e non tralasciando l’insegnamento ha occasione di sistemare l’archivio della Provincia e di approfondire la sue ricerche, riempiendo di note e notizie i suoi cassetti riserva sicura e miniera per lo scrittore.
Sono di questo periodo le seguenti pubblicazioni: Maria e la Chiesa nelle arti figurative siciliane, Roma 1960- Trattato del Miracoli del B Gerardo Cagnoli, Roma 1961-  Rinascita dopo la tormenta – Vicende storiche, Palermo 1962. –

Nel 1967 viene trasferito a Messina San Francesco e approfitta di spulciare i vari archivi della città. Nel 1968 torna a Palermo Sacro Cuore e vi resterà fino al 1973. Da questa sede essendo incaricato della costruzione del complesso che ospiterà il “Centro attività francescane Padre Kolbe” a Carini, Villa Belvedere, vi si reca con frequenza per soprintendere ai lavori. Nel mese di luglio del 1972 viene inaugurato il Centro. L’impegno della costruzione e l’antirivieni da Carini rallenteranno la produzione dello scrittore. Fatto Vicario Provinciale nel 1973 lo ritroviamo in Basilica fino al 1979. Questo servizio lo porterà a visitare i conventi della Provincia e ad approfondire la ricerca. Sono di questi anni i seguenti libri:
La Chiesa di S. Francesco d’Assisi in Trapani, Palermo 1975
In Cristo Gesù – Meditazioni per un corso di Esercizi spirituali, Palermo 1976
La Chiesa di S. Francesco d’Assisi in Alcamo, Palermo 1977
La Chiesa di S. Francesco d’Assisi in Noto, Palermo 1978
Un pittore francescano – P. Antonio Cianci, Palermo 1979
Nel 1979 fino al 1985 viene trasferito a Carini dove, come predicatore di esercizi spirituali, diventerà l’anima qualificata del Centro, dedicandosi per ben sei anni a condurre corsi a Suore e Istituti. Periodo di attività intensa come ricercato guida di anime. Non gli mancherà il tempo da dedicare alla ricerca.
Di questo periodo sono le opere seguenti:
Comiso – La chiesa di S. Francesco d’Assisi- Palermo 1981
Documenti inediti – Antonello dal Messina a Noto – Messina 1981
La parrocchia di San Tommaso Apostolo in Ragusa Ibla, Palermo 1982
P. M. Fhilippi Cagliola – Almae Siciliensis Provincae, Palermo 1984
Matteo Cannalivari – Revisione e documenti – Palermo 1985
Nel 1985 torna in Basilica come Archivista Provinciale e Preside della Commissione
dell’Economia, Edilizia e Arte sacra. È stato come mettere un assetato di fronte a una sorgente
di acqua fresca. Nascono le seguenti opere:
Fra Andrea da Faenza OFM. Obs. – Palermo 1987
P. Girolamo Giardina OFM. Conv. – Una vita per la Chiesa, Palermo 1991
I processi testimoniali per la canonizzazione di San Corrado, Noto 1992
Il portinaio di S. Francesco – B. Gerardo da Valenza O. Min., Palermo 1992
Il ponte di San Francesco a Caltagirone, Massachussetts 1992
La chiesa di S. Francesco d’Assisi all’Immacolata a Ragusa – Palermo 1978-1993
P. Rotolo 2A seguito della scoperta a Parigi della positio sul processo del Servo di Dio Fra Domenico Lo Verme, Fr. Ermenegildo Giarrizzo ne ha steso la vita. La causa per vicende storiche era stata sospesa nel 1758. Per impiantare nuovamente il processo storico Fr. Filippo viene chiamato a far parte della Commissione.
Nel frattempo continua a pubblicare il frutto delle sue ricerche e dei suoi sacrifici Vita Beati Corradi – Testo siciliano, Noto 1995
Il Beato Matteo d’Agrigento e la Provincia francescana di Sicilia, Palermo 1996 – La vicenda culturale del convento di San Francesco di Palermo, a cura di Ciccarelli, Palermo1997. A seguito della morte di Fr. Ermenegildo Giarrizzo, autore delle varie vite sul Servo di Dio Fra Luigi Lo Verde, e incaricato di comporne la “Positio super virtutibus”, il nuovo incarico dal Provinciale viene dato a Fr. Filippo, già storico nel processo. Vi lavorerà per cinque anni. Alla
stampa il volume risulterà di circa 1000 pagine. Fratris Aloysii Lo Verde – Positio super virtutibus, Palermo 1997. Come frutto di questo faticoso lavoro ne pubblicherà anche l’Epistolario. Luigi Lo Verde, Frate Minore Conventuale – Epistolario, Palermo 1999
Il lavoro dl ricercatore non si ferma e vengono alla luce altre opere:
La Cappella dell’Immacolata nella Basilica di S. Francesco, Palermo 1998
All’ombra della Rocca nasce un nuovo Comune – Vicende del Francescanesimo a Marineo, Palermo 2003 – La Basilica di S. Francesco d’Assisi a Palermo – Origine e fasi costruttive, Palermo 2005 – Frati Minori Conventuali di Sicilia inviati in Spagna, Madrid 2006 –  Il “Casino” degli Schininà e la Chiesa dell’Angelo Custode, Ragusa 2009.

 Il capolavoro frutto di tantissimi sacrifici, che tanto desiderò che fosse pubblicato

venne finalmente alla luce nel 2010: ” La Basilica di San Francesco d’Assisi e le sue cappelle, Palermo 2010″

Si tratta di un eccelso volume di 453 pagine, dove ogni cappella, ogni angolo della Basilica, ogni statua, ogni arco, ogni formella, ogni pietra, viene studiato con l’occhio dello storico, ricercatore di documenti originali e prove, del cultore e maestro di arte, del religioso amante delle tradizioni culturali e popolari. Ma soprattutto emerge preponderante in tutta l’opera il francescano che addentrandosi nei segni del passato ne ha fatto proprio lo spirito e ne offre a
noi le piccole e le grandi scoperte per farci godere delle meraviglie che Dio ha saputo creare negli uomini che ci hanno preceduto e lodare insieme il Creatore.
Fra Filippo Rotolo è stato un religioso, come si usa dire, di altri tempi. In verità il Signore ce lo ha dato per insegnarci come essere religiosi oggi. Gli altri tempi a cui generalmente si fa riferimento erano tempi di difficoltà, di guerre, di malattie, di contraddizioni, di debolezze più o meno come i nostri tempi. La differenza tra i religiosi di vecchio stampo e noi sta nella fedeltà e generosità dimostrata nelle prove che Dio ha loro consegnato. E credo che la costanza, la forza, la tenacia che lo hanno sostenuto nel lungo percorso di 92 anni su questa terra, Fr. Filippo l’abbia attinta nella preghiera.
Lo ricordo negli ultimi tempi scendere dalla sua stanza in Basilica, con sofferenza, lentamente, finché ha potuto solo, poi si faceva aiutare. Sempre presente al richiamo del Signore. Dopo un momento di raccoglimento per aprire il cuore alla presenza adorante di Dio, lui stesso intonava il santo rosario. Terminato, lentamente si dirigeva in sacrestia e concelebrava con fede, devozione e attenzione. Si avvertiva, in questa fatica della partecipazione, il bisogno di unire a quelle di Cristo le proprie sofferenze. Tante volte entrando in camera per una visitina lo trovavo con il breviario sul tavolo o con la corona in mano.
– Padre Filippo come sta? – Male, mi vengono meno le forze. Il momento si avvicina. Mi rispose. Il momento. Forse pensava al momento dell’incontro con Dio, al lasciare questa terra. Ma anche il momento che stava vivendo era momento di incontro, momento di Dio e credo che così lo vivesse. Rassegnato; non sentivo uscire lamento dalla sua bocca. L’abbandono nelle braccia del Signore lo sperimentava proprio nella malattia. In una occasione, per sollevarlo nelle sue devastanti aggressioni del male, gli portai un quadretto con le quattordici stazioni della via crucis e con Cristo risorto nel mezzo. – Dopo la via crucis c’è la risurrezione, ebbi a dirgli.Sollevò la testa, mi offrì uno sguardo come di ringraziamento e disse: – Grazie! Riabbassò la testa immergendosi nel suo dolore, credo meno opprimente e irrorato di amore. A uno dei postulanti che lo servivano per ringraziarlo di tanti sacrifici, disse: – Se vuoi arrivare ad essere sacerdote prega e persevera. Era il Padre Spirituale, la guida di anime, che si risvegliava in lui. Conosceva bene le trappole che il demonio mette nel cammino dell’uomo di Dio. Quando era in salute, le tante volte che lo incontravo in ginocchio innanzi al Santissimo, mi chiedevo, come mai non si stancasse o non si annoiasse. P. Rotolo 3Ma mi rendevo conto che tutte le sue risorse umane e spirituali le attingeva da quella fonte. Chi ha detto che l’uomo di Dio, il santo è una eccezione, nelle prove ha una marcia in più, ha detto una cosa sbagliata. Negli ultimi giorni, quando la sofferenza doveva essere certamente insopportabile elevava un
lamento, a volte un grido: – Non ne posso più! Quelli certamente erano i momenti che più lo assomigliavano a Cristo che ebbe a gridare sulla croce: – Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato. Erano certamente i momenti che il Padre gli faceva vivere per uniformarlo a Cristo. Anche nel profondo dolore il senso e il significato della propria vita, cioè la anelante tensione di cercare a vivere la Presenza e l’offerta non la perse mai. Lo ricordo sempre presente a se stesso accompagnato da quel senso di elevata dignità che gli nasceva dalla conoscenza esperienziale di Dio. Sapeva di essere amato da Dio e che neanche lui lo avrebbe abbandonato, specialmente nel momento finale. Quante volte avrà pensato al “momento”, come ebbe a dirmi. E certamente quella costanza nella recita del Rosario, nel desiderare ripetere molte volte al giorno alla Mamma celeste, l’Immacolata, tanto da lui amata e venerata: “Ora e nell’ora della nostra morte”, nell’ora della fine gli avrà giovato. E proprio nel momento finale, nel momento di addio alla terra e tendere al cielo nel desiderio di un abbraccio eterno, l’Immacolata non lo ha disatteso. Quando insieme ai padri della Comunità gli ho amministrato il sacramento degli infermi, partecipò tentando di rispondere alla preghiera. E nei momenti a seguire, anche se in semicoma, quella che una volta si chiamava agonia, l’ascolto del Rosario della Misericordia, che i giovani postulanti gli recitavano ha suscitato nel suo spirito la fiducia e l’abbandono nelle braccia di Gesù  Misericordioso. Il percorso di vita di un nostro confratello vissuto nella fede, speriamo che sia anche il nostro percorso con la amorevole grazia di Dio.

 Il Signore vi benedica. Pace e bene. –   Fr. Giambattista Spoto  –  Ministro provinciale

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