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Sognare “…ad occhi aperti”

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Sognare “…ad occhi aperti”

CREDERE PENSANDO-PENSARE CREDENDO:

LA RICERCA DI IMMAGINI DA “ABITARE” PER SOGNARE AD OCCHI APERTI

                                      Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, oggi Lunedì 11 Aprile 2016, nella Lettera agli Amici, ha inviato la sottostante riflessione che pubblico – con miei corsivi al testo – in questa Rubrica, nata per un sereno confronto sui temi della quotidiana ricerca religiosa filosofico-esistenziale: i  Lettori che volessero intervenire scrivano in direttore@valdinotomagazine.it   Biagio Iacono

Caro Direttore,  

                                       con Pasqua abbiamo concluso il nostro cammino… ci risentiremo di tanto in tanto. Ormai è nato – per questa via- un nuovo affetto tra noi che dovremo coltivare nel tempo con molta cura. Qualcuno si è interrogato su come definire questi testi mattutini: brevi omelie? Io ho risposto così: “…non sono omelie…nemmeno brevi…potrebbero essere solo “Pensieri” alla Blaise Pascal (ovviamente molto più modesti)..o anche una specie di “Zibaldone” alla Leopardi (con meno pessimismo) o ancora un “Diario di bordo” alla Herder (senza nessuna pretesa di reinventare il metodo filosofico)..”.

Forse è solo la ricerca di immagini da abitare per poter sognare a “occhi aperti”. Da qualche parte ho letto: “…Solo se si è presi dal sogno, si può abitare una immagine”. Abitare un’immagine è come esplorare un mondo nuovo attraverso l’immaginazione. Per questa via non è necessario nessuno spostamento geografico. Decisivo è la concentrazione e il cambiamento dello sguardo. E’ allora un immergersi nel profondo dell’anima per scandagliare paesaggi sconosciuti della nostra interiorità: là dove la nostra bellezza esiste in una sua purezza divina. Sì, certo, è tutto “invisibile”. Eppure è reale e incontaminato, come quei meravigliosi paesaggi sottomarini, invisibili all’occhio di chi non osa, rischiando, un’immersione subacquea.250px-Antoniostaglianò

Antoine de Saint’Expury sostenne nel “Piccolo principe”: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. La cosa più significativa e più bella del ministero sacerdotale, per esempio, è l’incontro con questo mondo dell’anima delle persone: una educazione che porta a riconoscere l’essenziale di ognuno e conduce ognuno ad amare l’essenziale per tutti. Quale grande perdita per la vita del Cristianesimo cattolico, non confessare più (o confessare così poco o così poco bene…) e non dirigere più spiritualmente la nostra gente…perché… abbiamo il tempo occupato a “fare altro”. E’ un segnale di crisi della vita dello spirito, della perdita di umanità, “visibile” nell’incapacità a contemplare, a fare silenzio, a restare stupiti davanti allo spettacolo di un’immagine (è, ora, l’immagine di Dio) che è dentro di noi e invoca un po’ più di considerazione. E’ questione di vita o di morte: perché abitando questa immagine prendi gusto per la vita, vinci il vuoto del non-senso, gioisci nell’Amore, resti umano. Buona giornata.

Mons. Antonio Staglianò – Vescovo di Noto

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