Siracusa: Seconda guerra mondiale e Servizi segreti. Seconda puntata
Siracusa: Seconda guerra mondiale e Servizi segreti. – Seconda puntata –
di Alberto Giammanco
Proseguiamao conb al seconda puntata del servizio pubblicato su queste colonne in http://www.valdinotomagazine.it/sito/?p=6905
I SERVIZI SEGRETI ITALIANI
L’O.V.R.A. (organizzazione di vigilanza e repressione antifascista), inizialmente aveva il compito della repressione politica ma alla fine divenne il quinto servizio segreto. Tra gli anni Trenta e Quaranta si ebbero quattro servizi segreti: Il SIM e il CCMSS o da taluni denominato pure CSMSS per il Regio Esercito – Il SIS per la Regia Marina – Il SIA per la Regia Aeronautica.
Il SIM dipendeva dallo Stato Maggiore dell’Esercito e dal Ministro della Guerra. All’inizio del secondo conflitto mondiale fu comandato dal generale Cesare Amè. Ci lavorarono elementi molto validi come il generale Vittorio Gamba che era a capo del servizio crittografico, conosceva il francese, l’inglese, il tedesco, il serbo-croato, l’ungherese, il danese, il persiano,e il turco. Uno dei suoi subalterni, Giorgio Verità Poeta fu vittima di agenti che infiltrati nel SIM lavoravano con il nemico. L’ammiraglio Alberto Lais, un giorno gli affidò il compito di decifrare un messaggio alquanto astruso e lui se lo portò a casa, l’indomani fu trovato morto e l’autopsia stabilì che era stato avvelenato. Il SIS alla fine di novembre decifrò un messaggio diretto a Malta, proveniente da Londra, riguardo al siluramento delle navi italiane a Taranto l’11/11/1940 e che il successo lo si doveva ad un alto ufficiale di Supermarina.
I servizi segreti italiani compirono comunque un lavoro di intelligence non indifferente seppure per certi versi vanificato. Una loro notevole impresa fu la fuga del muftì di Gerusalemme Husseini, dall’Iraq che era sotto controllo inglese. Dalla Turchia lo fecero sbarcare a Bari e dall’Italia giunse a Berlino ove rimase sino alla fine della guerra. Nel 1942 il SIM collaborò all’addestramento d personale arabo ( palestinesi, egiziani, tunisini ), pure dei prigionieri indiani. Altri gruppi erano presenti in Siria, Antoun Sa Adem si proclamò addirittura Zà im “ duce” fondando il partito nazionale siriano, nel 1938 fu costretto a rifugiarsi in Brasile per non essere arrestato dagli inglesi. Al Cairo il colonnello Carlo Sirombo si spacciava per mercante spagnolo e aveva contatti con esponenti nazionalisti tra i quali Ahmed Husein, Hafez Ramadan Bey ed erano in contatto con i fratelli musulmani di Hasanal Banna.
I cifrari del Mohawk
Il pomeriggio del 15 aprile 1941 un Maryland ( aereo da ricognizione inglese ) proveniente da Malta, avvistò un convoglio che dalle acque di Capo Bon ( Tunisia ) si dirigeva in Libia, era formato da 5 mercantili e 3 unità di scorta. I caccia di scorta erano il Tarigo che guidava il convoglio il cui comandante era De Cristofaro, il Lampo e il Baleno. Trasportavano 3000 soldati tedeschi, 300 veicoli, 3500 tonnellate di rifornimenti. Il ricognitore mise subito in allarme la flottiglia inglese di Malta che mosse con i caccia Mohawk, Jervis e Janus. Si diressero verso le secche di Kerkennah ove attesero l’arrivo del convoglio dell’asse. In seguito all’avvistamento radar gli inglesi cominciarono il cannoneggiamento, il Baleno fu colpito immediatamente e manovrò fino ad incagliarsi nelle secche per non affondare. Fu colpito pure il Tarigo che si interponeva al convoglio De Cristo faro ferito a morte fu sostituito dall’ultimo ufficiale superstite che riuscì a lanciare due siluri contro il Mohawk che affondò e poco dopo pure il Tarigo e Il resto del convoglio venne affondato, ci furono 1300 superstiti. Qualche giorno dopo un ricognitore tedesco avvistò il Mohawk adagiato su un fondale di 20 m dal lato sinistro, si considerò che l’affondamento di tale nave era stato tanto repentino che i cifrari non fossero stati distrutti.
Fu così che dalla testimonianza di un marinaio della X MAS apprendiamo delle notizie su un’attività di intelligence del SIS. Supermarina incaricò il capitano di fregata Eliseo Porta della missione di recupero dei cifrari. Egli si recò a Livorno e reclutò in segreto 6 sommozzatori perché dato il basso fondale non occorrevano i palombari che necessitavano di apparecchiature vistose. Gli stessi sommozzatori non furono informati sul tipo di missione da compiere. Il trasferimento a Trapani avvenne rapidamente e da qui s’imbarcarono su di un peschereccio con due mitragliere ed equipaggio civile, il mezzo batteva bandiera francese e l’equipaggio indossava berretti con i pompon come era in uso alla marineria francese per ingannare i ricognitori inglesi. Il 27 aprile, 11 giorni dopo lo scontro la goletta giunse sul Mohawk, lasciò 4 sommozzatori ed il comandante PORTA su una zattera in modo che a coppie i sommozzatori scendessero in acqua e due riposassero fino a sera quando la goletta fosse ritornata. I sommozzatori scesero nei locali della plancia e trovarono diversi incartamenti ma non i cifrari. Fu trovata l’apparecchiatura radar ma malgrado i tentativi non la poterono asportare. La ricerca non potè durare a lungo per non insospettire gli inglesi si erano tutti ripromessi di tornare ma ciò non avvenne. Tra le documentazioni ripescate c’era la mappa delle mine del porto d’Alessandria d’Egitto che in seguito fu utile per il sabotaggio delle navi inglesi da parte degli assalitori italiani che erano giunti con il sommergibile Scirè. Ciò avvenne nel dicembre successivo.
Nella primavera del 1942 si stava pianificando lo sbarco a Malta in codice operazione C3 e per la missione di esplorazione sui luoghi di possibili sbarchi fu scelto uno dei sei sommozzatori che erano scesi sul Mohawk si chiamava Giuseppe Guglielmo. Da Augusta fu inviato a Portopalo di Capo Passero ove c’erano alcuni mezzi della X MAS (un paio di motosiluranti MTSM). Per alcuni giorni si allenò con le pinne ( che all’epoca erano coperte da segreto militare), l’autorespiratore ARO. A lui si affiancò un militare della MILMART che era un fuoriuscito maltese di nome Borg-Pisani. Il primo tentativo d’avvicinamento a Malta fallì il 15 maggio, per il maltempo ma il 17 si avviò l’avvicinamento con um MTSM dotato di motore elettrico, Giuseppe Guglielmo disceso dal mezzo, con un canotto giunse a Punta Zoncor così sbarcato sulla zona da ispezionare, si accorse che le difese non erano state ben rilevate dalla ricognizione aerea. Si rimise sul battellino e si diresse al punto d’incontro ma non trovò l’MTSM. Attese per un po’ di tempo ma accorgendosi della falla al canotto decise di tornare indietro e distrusse tutto il suo equipaggiamento, poi incontrò un ragazzino e si fece accompagnare ad un posto di polizia. In questa sede fu interrogato e disse che era un naufrago di una motosilurante che qualche giorno prima era esplosa, urtando una mina. L’ufficiale inglese che lo interrogò gli fece sapere che in effetti lo attendeva il giorno precedente. Da Malta poi fu trasferito in Egitto e da qui in Inghilterra. In questa sua ultima sede venne a sapere da alcuni prigionieri che gli inglesi custodivano i codici segreti in una cassetta dotata di un beccuccio che in caso di affondamento faceva introdurre l’acqua per danneggiare i documenti. Nel 1952 il Guglielmo lavorava per una ditta privata che recuperava in mare relitti bellici per utilizzarne il ferro e caso volle che la ditta doveva smontare il Tarigo, lui si ricordò che non molto distante c’era il Mohawk ma la sua demolizione era stata affidata ad una ditta israeliana, così una sera disse al marinaio che lo accompagnava con una barca di dirigersi verso il caccia inglese e così giunto sul posto s’immerse entrò nella sala comando e trovò la cassetta, la legò e fece il segnale di recupero al marinaio, quest’ultimo una volta recuperata la cassetta ritenne che era di scarso valore e la rigettò in mare, la struttura deteriorata si aprì spargendo i documenti per il fondale. Guglielmo si immerse nuovamente e recuperò ciò che potè. Una volta rientrato sulla nave appoggio fece asciugare le carte e poi chiamò l’ingegnere Buttazzoni che sapeva tutto di questa storia perché durante la guerra vestito da arabo operava al porto di Sfax in Tunisia allorquando giungevano le golette italiane che battevano bandiera francese. Ai due rimase sempre il dubbio che se la cassetta fosse stata recuperata al momento opportuno, gli eventi sarebbero potuti essere diversi.
L’ultimo regalo ad Hitler lo fecero proprio i servizi segreti italiani che informati sui luoghi dello sbarco alleato in Sicilia, informarono il generale Alfredo Guzzoni comandante in capo delle Forze Armate dell’isola. I tedeschi erano stati disinformati sui luoghi degli sbarchi e ritenevano con molta probabilità che avvenissero in provincia di Trapani. Il generale Guzzoni fece in modo di procrastinare l’invio della Herman Goering in quella provincia vero è che gli americani se la trovarono contro a Gela e per poco non stavano reimbarcandosi per la notevole resistenza. Lo stesso Hitler che all’inizio aveva deciso di abbandonare rapidamente l’isola, considerò di continuare i combattimenti ad oltranza per l’impasse alleato
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Dopo lo sbarco in Sicilia Il generale Cesare Amè lasciò il posto al SIM essendo stato sostituito dal generale Carboni, coadiuvato da Vittorio Ambrosio e Castellani che poi saranno presenti per l’armistizio corto a Cassibile. Proprio qui la sera del 10 luglio del 1943 alcuni ufficiali inglesi, giunsero presso il palazzotto ubicato in zona Santa Teresa Longarini in un podere vicinissimo a Cassibile. Bussarono alla porta e chiesero dell’ingegnere Corrado Grande. L’ingegnere era un barone e pure antifascista ma da ciò non gli derivò alcun danno. Era sposato con una giovane greca, Alina Strin di buona famiglia e con buoni rapporti con la Gran Bretagna. I Grande con gli ufficiali comunicarono in inglese e l’indomani giunsero diverse jeep e dalla prima, scese il maresciallo Montgomery che entrando in casa fece il baciamano alla baronessa e qui si stabilì il quartier generale inglese.
Il giorno della firma dell’armistizio corto, di Cassibile il 3 sttembre c’erano per gli alleati Alexander, Bedell Smith, Eisenhower, due consiglieri civili, l’americano Robert Daniel Murphi e l’inglese Harold Mac Millan. Per l’Italia il generale Castellani e il console Montanari, erano atterrati nella proprietà dei Grande il giorno prima con un aero pilotato dal maggiore Vassallo. Solo due personaggi non furono fotografati per volere superiore, il tenente Galvano Lanza di Trabia e il capitano di un autoparco un certo avvocato Vito Guarrasi. Quest’ultimo cugino di un certo Enrico Cuccia che diventerà presidente di Mediobanca. Vito Guarrasi morirà a Palermo nel 1999 a 85 anni e per un cinquantennio i giornalisti dell’isola lo avrebbero chiamato mister X. Infatti li denunziava ogni volta che lo collegavano, su mezzo stampa, alla mafia. Dal 1949 con il piano Schuman, giunsero in Europa più di 3 milioni di dollari, ciò rientrava nei programmi americani di contrasto verso l’Unione Sovietica. Alla fine degli anni ’40 L’O.O.S. cambiò denominazione in C.I.A. e Donovan era stato sin d’allora il direttore dell’O.S.S. ( Office Strategic Service).
Clara Boothe Luce
Dal 1953 al 1956 fu nominata ambasciatrice americana a Roma da D.D, Eisenhower. Era nata nella Nuova Inghilterra il 10 aprile del 1903 il nonno era un pastore protestante, il padre era un violinista e la madre era un’attrice. Nel 1932 divorziò dall’erede di una ricca famiglia di New York e nel 1942 fu eletta nel Partito Repubblicano. Nel 1946 si avvicinò alla religione cattolica, dopo la morte della figlia per un incidente stradale all’età di 19 anni. Nel 1955 la vedremo a Siracusa per qualche giorno, alla Villa Politi per un incontro con Winston Churchill. Morì a Washington il 9 ottobre 1987 per un tumore al cervello, dopo essere stata nominata, nel governo Reagan, capo dei servizi segreti per l’estero.
IL PRINCIPE NERO
Junio Valerio Borghese non era un fascista, non giurò mai alla R.S.I. Non obbediva ai tedeschi e tantomeno a Mussolini, era amico degli alleati, pur combattendoli, era un cavaliere di Malta e rispettoso della Santa Sede. Era pure rispettoso del futuro Papa Paolo VI il quale era a capo dei servizi segreti del Vaticano. Alla fine del secondo conflitto mondiale, quando si arrese, gli americani gli fecero indossare un’ uniforme da colonnello USA e a bordo di una Jeep lo allontanarono dai partigiani che lo stavano cercando. Morì a Cadice in Spagna il 26 agosto 1974 in circostanze alquanto misteriose. Era nato nel 1906 e nella sua famiglia c’erano stati tre cardinali e un Papa.
Qualcuno disse di lui: “Era uno che sapeva tanto ma parlava molto !! “ ed era Luciano Liggio. Concludiamo con le parole di un poeta rimasto sconosciuto: “ Anche se ti sembra di avere capito una cosa/ dubita e non dar tregua./ Dubita di tutto ciò che sembra bello e vero./ Chiediti sempre: A quale scopo? ”.
Alberto Giammanco Magg. Me. CM CRI in c/do
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ESSENZIALE BIBLIOGRAFIA:
Storia Militare, Ed. dic. 1994 n 15 dell’ ing. T. Marcon – Arrivano i nostri di A. Caruso, Longanesi e C. 2004 – Churchill a Siracusa,Un turista scomodo, Ed Lulu, di A. Giammanco e S. Sparatore.