“Antologia” di Nuzzo Monello: recensione di Paolino Uccello.
“ἀνϑολογία – ANTOLOGIA” di Nuzzo Monello: recensione di Paolino Uccello sulla Rivista dell’Ente Fauna Siciliana.
Lo scorso anno, a cura del Presidente Regionale E.F.S. Corrado Bianca, fu pubblicata sul GRIFONE del n°1/28 Febbraio 2019 la seguente recensione:
L’Uomo, sin dagli albori della civiltà, usa i simboli per comunicare con le divinità ma anche con i propri simili, noi ricorriamo costantemente all’uso di termini simbolici per rappresentare concetti che sono impossibili da definire o comprendere completamente.
Credo che Nuzzo Monello con le sue opere cerchi di comunicare le sue emozioni e il suo legame con la terra. Così la rappresentazione di una spiga di grano ci rimanda, sin dall’antichità, alla fertilità della terra e all’abbondanza che gli artisti del ‘500 raffiguravano tramite una donna prosperosa con il capo cinto con fiori di campo e spesso una cornucopia colma di spighe di grano.
Ancora oggi in Sardegna, i genitori della sposa, prima di recarsi in chiesa, benedicono la figlia ponendo sul suo capo chicchi di grano. Nell’antica Grecia, il grano era attributo di Demetra, la quale, secondo la leggenda, lo aveva donato agli uomini dopo che la figlia Kore era stata rapita da Ade e condotta agli Inferi, per ricompensare Trittolemo, figlio del re di Eleusi, che le aveva rivelato il nome del divino rapitore. Altro rimando a tradizioni e a miti è la pittura rappresentante un frammento di ferula, questo ci riporta alla tradizione iblea di allevare le api nelle arnie costruite con legno di ferula.
Nuzzo Monello ci confonde piacevolmente con le tante rappresentazioni di piante e foglie, d’altronde tutta la vita umana è stata descritta e commentata nei secoli da metafore, locuzioni, proverbi ispirati al mondo vegetale, cominciando dalla nascita.
Non a caso un uomo nasce da un ceppo o da una stirpe oppure da un lignaggio. Il libro riporta splendide raffigurazioni di orchidee, ispirato dalle bellissime orchidee iblee che i greci chiamavano “sandalo del mondo”, per il labello rigonfio che si ritrova in molte specie spontanee nell’area mediterranea e che assomiglia alla punta di una scarpetta. La bellezza del fiore ha evocato anche il simbolo dell’armonia e perfino ha rappresentato l’emblema della perfezione spirituale. Naturalmente non potevano mancare le raffigurazioni degli agrumi e in particolar modo delle arance. Anche questi frutti sono legati al mito e alle leggende, come quella di Atalanta, abile cacciatrice, insuperabile nella corsa e vergine consacrata agli dei.
Ogni pretendente che la chiedeva in sposa avrebbe dovuto affrontare una prova ovvero una gara singolare: il futuro marito doveva infatti fuggire da Atalanta mentre lei lo inseguiva con una lancia. Se il pretendente fosse stato raggiunto da Atalanta, lo avrebbe atteso la morte e non il matrimonio. Fra i candidati vi era Ippomene, cui Afrodite aveva donato tre pomi d’oro, suggerendogli di buttarli a terra durante la corsa. Atalanta, incuriosita, rallentò la corsa per raccogliere quegli splendidi frutti e, in tal modo, perse la gara.
Non mancano tra le opere di Nuzzo Monello cromatismi che ci rimandano ai colori della nostra terra, tanto ricchi e vivaci, da farci vivere sensazioni diverse, dagli odori della zagara ai profumi delle foglie di alloro appena sfiorate.
Paolino Uccello
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