1950 – Quando il dopoguerra era ancora miseria e lacrime.
1950 – Quando il dopoguerra era ancora miseria e lacrime
di Angelo Fortuna
La dichiarazione Schuman, rilasciata il 9 maggio 1950 dall’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman (1886 – 1963), è un’appassionata proposta ai popoli e ai governi europei, che mirava a mettere in comune la produzione di carbone e acciaio e a creare una Comunità europea del carbone e dell’acciaio. La suddetta dichiarazione fu elaborata da Jean Monnet (1888 – 1979), politico francese tra i fondatori dell’Unione Europea. Dal 10 agosto 1952 al 3 giugno 1955, Monnet fu presidente della CECA. Per la precisione, il trattato costitutivo della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) fu firmato a Parigi il 18 luglio 1951 ed entrò in vigore il 23 luglio 1952. La CECA è stata la prima fra le istituzioni europee che hanno condotto a quella che oggi è l’ “Unione Europea”. I paesi fondatori della CECA sono Francia, Germania occidentale, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
Nel 1950, le nazioni europee cercavano ancora di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra mondiale, conclusasi nel 1945. A livello internazionale, ma soprattutto in Francia, i politici lungimiranti come Monnet e Schuman erano preoccupati del “vide italien e allemand” (vuoto italiano e tedesco). Vuoto economico principalmente in quanto le industrie e le altre infrastrutture produttive italiane e tedesche era state rase al suolo dalla seconda guerra mondiale. Schuman trovò in Alcide De Gasperi (1881 – 1954) per l’Italia e in Konrad Adenauer (1876 – 1967) per la Germania due speciali interlocutori al punto che, insieme a loro, sono riconosciuti quali Padri Fondatori dell’Europa. Decisi a impedire altri terribili conflitti, i governi europei aderenti alla CECA espressero la convinzione, poi confermata dai fatti, che la fusione della produzione di carbone e acciaio avrebbe fatto sì che una guerra tra Francia e Germania, da sempre rivali, diventasse “non solo impensabile, ma materialmente impossibile” (Robert Schuman). Si pensava, giustamente, che mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito a elevare i livelli di vita e avrebbe rappresentato il primo passo verso l’Europa unita.
Ecco alcuni passi scelti della Dichiarazione Schuman: La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l’azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei. Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.
Considerata la celebrazione in sordina del 70° anniversario della Dichiarazione Schuman (9 maggio 2020), dovuta certamente alla concomitanza con le gravi problematiche del particolare momento storico, segnato dalla morsa malefica dell’insidiosa pandemia da coronavirus, confido che i riferimenti alla Dichiarazione di cui sopra possano indurre i lettori alla lettura integrale dell’importante Documento DICHIARAZIONE SCHUMAN, che nulla ha perso della sua vibrante attualità.
Angelo Fortuna