“La Carcarazzata”(1972) di Gaetano Passarello: recensione di Angelo Fortuna.
Presentata a Noto al Movimento Laureati di Azione Cattolica
LA CARCARAZZATA di Gaetano Passarello
Il volume di poesie dialettali, edito dalla Sicula Editrice, costituisce un baluardo di resistenza contro le alienazioni della nostra società disumanizzante.
di Angelo Fortuna
LA CARCARAZZATA recensione di Angelo Fortuna x la stampa
NOTO – Sabato, 24 febbraio 1973, alle ore 19, alla presenza di un folto gruppo di intellettuali netini, è stata presentata dal prof. Nino Brancaforte dell’Università di Catania “La Carcarazzata” di Gaetano Passarello, un volume di poesie siciliane, edito dalla Sicula Editrice.
Dopo aver messo in evidenza il contrasto fra individuo e società ed aver notato che la solitudine dell’individuo è ancora cresciuta ai giorni nostri, il Relatore ha denunciato la l’aggressività e la disumanizzazione legate alla obsolescenza di un società che travolge tutto. In questo fluire, in questo divenire, l’unica cosa che rimane come punto fermo della nostra esistenza è il luogo di origine, ove la nostra personalità si è formata. Il ritorno alla città natale si impone quindi per recuperare la nostra vera dimensione, per iniziare una battaglia, una campagna contro l’alienazione insita nella società capitalistica che ha operato la riduzione dell’uomo da soggetto pensante a oggetto produttore e consumatore. In tale contesto la poesia dialettale del Passarello, legata a Noto ed alla sua “cultura”, costituisce un baluardo di resistenza, un recupero della propria identità contro la massificazione imposta dai padroni, i quali a loro volta si trovano irretiti ed oppressi dal sistema.
Il messaggio passarelliano implica un calarsi nella realtà dove avvennero gli avvenimenti fondamentali della nostra vita per il recupero dell’essenza del nostro io, per un critico risveglio della nostra coscienza, per la rottura del rapporto produttore-consumatore che imbecillizza l’uomo. La salvezza dell’uomo moderno sta nel rispolverare la parola antica: Amore. Una parola difficile da pronunciare perché è facile che diventi ambigua. L’Amore, quello vero, permette di rompere il circolo vizioso e di vedere negli altri non degli oggetti ma dei soggetti.
Il Relatore ha insistito su questo concetto dicendo che è necessario partire dall’Amore e correre il rischio di amare. Se si considera l’uomo come progetto di trasformazione del mondo e l’Amore come lotta continua con se stesso, allora si riuscirà ad accettare anche la morte, perché la morte sarà…la morte della morte. Quando si fa la scelta dell’Amore, Cristo ci viene incontro sanzionano la fine della morte nella speranza-certezza trascendente. Il ritorno alla polis significa anche questo: ritorno alla scommessa dell’Amore.
In questa scommessa è la validità della poesia del Passarello, che raggiunge i suoi più alti vertici in “Mi sentu nicu” ove quest’anima siciliana rivela una enorme gioia di vivere e resta ammirata dinanzi all’evocazione della bellezza. In tal modo “La Carcarazzata” di Gaetano Passarello, prendendo Noto come punto di osservazione critica del mondo, costituisce un baluardo di resistenza alla barbarie tecnologica che condiziona ed annulla. Alla fine dell’interessante conferenza di Nino Brancaforte, la Sicula Editrice, per bocca del suo direttore prof. Biagio Iacono, ha annunciato agli astanti una serie di concrete iniziative per il rilancio culturale di Noto e del centri vicini.
Angelo Fortuna
da LA VITA DIOCESANA di NOTO, Venerdì 2 Marzo 1973.