Presentato a Noto il romanzo”La lama sottile dell’Amore” di C. Calvo.
Presentato a Noto il romanzo
“La lama sottile dell’Amore” di C. Calvo.
NOTO, 09 Luglio 2021 – Ieri sera, nel cortile dell’ex-Convitto Ragusa di Noto, è stato presentato il romanzo “La lama sottile dell’Amore” del prof. Corrado Calvo, come avevamo preannunciato su queste colonne.
Condotta e presentata dal giornalista dott. Vincenzo Rosana, la serata ha visto al tavolo l’Autore con l’Assessore dott.ssa avv. Giusi Solerte, il giornalista Gianni Papa, il preside prof. Angelo Fortuna ed un Pubblico molto ben rappresentativo per partecipare culturalmente alle “intriganti” problematiche che questo “inquietante” romanzo ha già suscitato fra gli addetti ai lavori e non.
Intriganti ed inquietanti, dicevamo, sono solo due – fra mille – degli aggettivi che ad essi potrebbero aggiungersi se la trama e le complicanze narrative del romanzo potessero rintrare in “categorie” ben definite: tanto è vero che ogni intervento in merito – sviluppato dall’Autore, da Rosana, Papa e Fortuna – ha dovuto differenziarsi evidenziando non una ma tante “facce” di esso con notevoli e diversi richiami filosofico-letterari ai quali associarsi o distanziarsi.
Fatta questa breve introduzione a mò di cronaca, qui di seguito pubblichiamo alcune schede sintetiche che l’Autore ci ha inviato per darci un essenziale profilo del romanzo, al quale auguriamo il più ampio e meritato successo. Biagio Iacono
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Profilo del romanzo
“La lama sottile dell’Amore”
“Lui non era malato nella testa, ma nel cuore.Nel cuore! Non aveva bisogno di dottori e di medicine, ma di lei.”
di Corrado Calvo
“La trama sottile dell’Amore” – pubblicato a Rosolini(SR) nel Settemnbre 2019 – è un romanzo corale in cui i personaggi, fra dubbi, traumi, delusioni e speranze, riescono a toccare molto da vicino le corde del nostro cuore. Come un thriller la trama si dipana fra colpi di scena e insospettabili risvolti sino all’epilogo finale.
Sullo sfondo tradimenti e ossessioni morbose, traffico e sfruttamento di clandestini, donne generose, lotte fratricide e trovate geniali. Tutta una serie di maschere, di sentimenti e di azioni si interseca nella trama mostrando uno spaccato di sofferente umanità. Accanto ai grandi sentimenti dell’amicizia, della complicità e dell’amore, irrompe devastante il lato oscuro dei personaggi con le fragilità e le debolezze umane dove tutto può accadere, anche l’innominabile.
Al centro una coppia improbabile, Gertrude e Carmine, la cui relazione è tenacemente osteggiata dalla madre della donna e dal fratello del giovane per l’ambigua storia che in passato ha coinvolto le due famiglie. Trovano spazio il “complesso del figlio sostituto”, che affligge il giovane protagonista, e la sfida alle convenzioni da parte della coppia, così come può essere vissuta in una comunità del Meridione. Un romanzo che indaga in profondità il rapporto dell’io con l’altro, dove l’amore può assumere anche il volto della tragedia e della sofferenza.
Il romanzo “La lama sottile dell’amore” ruota sostanzialmente attorno a due famiglie: da un lato la famiglia degli Scimone e dall’altra dei Carrabina. Il capostipite degli Scimone è Raimondo, un omone grande e grosso che ha avuto in gioventù una tresca con la bella Giuliana Carrabina.
Pare che Raimondo, col pretesto di amministrare all’epoca i beni di Giuliana, se ne fosse appropriato indebitamente, inasprendo ancor di più i rapporti già tesi fra le due famiglie. Da qui si snodano una serie di vicissitudini che culmineranno in eventi drammatici che guasteranno per sempre i rapporti già complicati fra le due famiglie.
IL FATTO
Scorrono gli anni e tutto appare caduto nell’oblio, compreso i fatti dolorosi del passato. Ma quando il giovane Carmine Scimone (che tanto giusto non è) e la più attempata signorina Gertrude Carrabina intraprendono una relazione amorosa, esplode il dissenso di tutti i familiari, per motivazioni e interessi diversi. In modo particolare si oppone Ludovico, il fratello maggiore di Carmine che, in caso di matrimonio fra i due, vedrebbe svanire il disegno di appropriarsi di tutto il patrimonio della famiglia Scimone.
Da qui serpeggiano una serie di tranelli, intrighi, cattiverie, colpi di scena che mettono a dura prova il rapporto fra i due fidanzati che, fra l’altro, vengono presi di mira dai paesani che ironizzano su di loro “sminuzzandone i gesti e sforzandosi di leggerne i labiali”, scommettendo addirittura sulla riuscita o meno della relazione.
AMBIENTAZIONE
Il romanzo “La lama sottile dell’amore” è ambientato in un piccolo centro della Sicilia, dove accanto ai palazzi nobiliari coesistono le casette bianche e assolate “cucite” le une alle altre e dove anche i muri hanno orecchie per sentire… e tutti sanno tutto di tutti. Altro luogo, dove si svolgono i fatti, è una spiaggia della Sicilia sudorientale. “Si tratta di una lunga striscia di sabbia fine e gialla, riparata dalla strada da dune e boscaglie… da un lato è delimitata da scogli e pietre nere che come denti sbreccati spuntano dal terreno e si allungano sul mare, dall’altro si perde nella curva del litorale dove in lontananza s’indovina un villaggio di vacanzieri con chioschi e gazebo”. Poi c’è anche una cava “col suo acquedotto settecentesco che la scavalca e con all’interno una macchia rigogliosa e fitta”.
LO STILE
Il romanzo si lascia leggere tutto d’un fiato, grazie a una sorta di suspense e ad una catena di piccoli colpi di scena introdotti gradualmente da frammenti di verità (a “rilascio lento”) che calamitano l’attenzione e la curiosità tenendo “incollati” al romanzo fino alla fine. Il registro linguistico è sempre fluido e accattivante, non senza una buona dose di ironia (a volte amara) che aggiunge brillantezza alla narrazione-descrizione.
LA TECNICA NARRATIVA DEL “FLUSSO DI COSCIENZA”
Quando la storia descritta tocca la sfera dei sentimenti, dei conflitti interiori, il racconto diventa LIRICA, POESIA, soprattutto quando l’autore adotta la tecnica del “flusso di coscienza” dove scompare il narratore e i personaggi si confessano mettendo a nudo l’inconscio. Es. “Me lo vidi apparire all’improvviso come un fantasma, dietro il velo delle lacrime. Avvampai tutta, scoperta, violata nella mia intimità, nella pena che era solo mia”. Oppure: “…Ma che succede? Un fragore infernale di passi pesanti, di sterpi schiacciati, di grida disumane si rovescia tutt’intorno, mi ottunde il cervello…”.
E’ interessante, anche, come l’autore riesca a mettere a confronto i sentimenti contrapposti fra Maria Luisa e Armando Pallavicino, in una sorta di commedia degli equivoci e dell’assurdo.
IL TEMA DELLA ROBA
Dal romanzo emerge prepotente il tema della “Roba” (pensiamo a Mazzarò) di verghiana memoria: Raimondo, il patriarca degli Scimone, che con astuzia sottrae i beni a Giuliana… mentre Ludovico, il figlio maggiore, tenta di far interdire il fratello Carmine per diventare l’unico erede della masseria, senza contare l’iniquo sfruttamento dei clandestini.
IL TEMA DEL RISCATTO
I personaggi sembrano appartenere ai romanzi verghiani del “ciclo dei vinti”, dove il riscatto è quasi impossibile. Maria Luisa ne è l’emblema e la vittima sacrificale per eccellenza. Giuliana, la madre, deve pagare il “fio” di un peccato di gioventù.
Il maestro Pallavicino è vittima di se stesso e delle sue ossessioni, mentre Carmine è vittima del fratello Ludovico… L’uomo, dunque, dovrà sempre piegare il capo davanti alle situazioni?
ANALISI INTROSPETTIVA
Nel romanzo, spesso, i sentimenti alti e nobili dell’amore, dell’amicizia e della complicità si intrecciano con le passioni più infime e perverse dove le vittime talvolta diventano carnefici e viceversa, dimostrando di saper “scavare” nell’animo umano con un lavoro minuzioso di introspezione che svela la sensibilità e capacità di analisi dell’autore, dove ciascuno ha una sua verità, un suo dolore, un suo interesse che spesso non combacia con quello degli altri e che, dunque, ci rende “soli” con noi stessi. Da qui il rifugiarsi nell’ironia che, talvolta, diventa sarcasmo! Penso ad esempio al dolore di Maria Luisa che è solo suo, che è diverso rispetto a quello della madre Giuliana che ha altre mire o al dolore di Gertrude quando scopre la verità sulla morte della sorella M. Luisa e non riesce a trarre conforto nemmeno dalla vicinanza di Carmine.
Anche lo strampalato e ambiguo maestro Armando Pallavicino è solo con se stesso e soffre per l’ossessione che nutre nei confronti di Maria Luisa (peraltro ignara di tutto). M a quando tutto sembra perduto e una sorta di malinconia assale il lettore perché un sogno sta per infrangersi per sempre, all’improvviso si vede apparire la luce salvifica dell’amore. Un esempio: “Il viso di Gertrude gli si parò davanti radioso… egli aveva piantato addosso quegli occhi che sapevano farlo tremare, penetrare nelle sue viscere e trapassargli il cuore. Lo passarono da parte a parte come una lama sottile e mai la sua scalfittura era stata così piacevole…”. Non è sempre così, ma qualche volta l’amore vince su tutto!
Corrado Calvo
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