Nuzzo Monello sull’Infiorata del Maggio 1988
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Nuzzo Monello sull’Infiorata del Maggio 1988
Memore del recente straordinario volume qui a fianco – che, fra l’altro, evidenzia e dimostra l’assidua presenza del nostro amico preside prof. Nuzzo Monello nel settore – trovo fra le mie “Reti in …barca” (vecchie di …mezzo secolo!) il seguente pezzo tratto dalla Gazzetta di Noto n°5 del Giugno 1988 sull’Infiorata del Maggio di quello stesso anno.
Biagio Iacono
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All’Infiorata del 14-15 maggio 1988 hanno partecipato i seguenti Artisti: Francesco La Fauci, Nuzzo Monello, Angelo Di Maria, Giuseppe Civello, Luisa Basile, Carlo La Licata, Quirino De leso, Paolo Nitto, Maria Teresa Toro, Ippolito Viola, Fausto Faini e Lorenzo Maria Bottari. Abbiamo invitato il prof. Nuzzo Monello, presidente della Cooperativa “Il Carretto”, ad esporci una sua breve riflessione:
Avevo creduto che oramai l’Infiorata di Noto, consolidatasi nella sua tradizione quasi decennale, non potesse porre interrogativi e problematiche circa la sua stessa validità e funzione turistica per la Città. Mi sbagliavo! E con piacere devo ammettere che ad animare il confronto nella cittadinanza è stata la proposta di una guida, per il visitatore che sì poneva quale mediazione tra l’opera artistica e la sua trasposizione floreale.
La facile lettura delle opere sulla strada, tramite il citato opuscolo edito dalla Cooperativa “Il Carretto con il patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa, ha fatto ritenere a molti che l’esecuzione dell’ Infiorata fosse cosa da poco e arte insolitamente comune a molti, basta volerlo e aiutati dall’efficienza fisica. Sono ancora oggi sempre più convinto difensore dell’importanza che l’Infiorata di Via Nicolaci ha nel contesto urbanistico di Noto. Essa non può che ritenersi strategia estetico-culturale capace di coinvolgere – nel momento della “festa” – “l‘animo del visitatore” facendogli percepire tanto il valore artistico-spaziale dell’urbanizzazione monumentale barocca, quanto la proposta espressiva dell’attualità stilistica. Non a caso, infatti, il forestiero non pone questioni problematiche circa la realizzazione, in quanto la stessa Infiorata si pone quale obiettivo la criticità di se stessa, cogliendo nell’osservatore, anche il più distratto, la disponibilità al valore percettivo dell‘effimero, consolidandogli in tal modo l’aspetto più duraturo nella memoria della struttura architettonica. È in questa considerazione che l’Infiorata di Via Nicolaci pone la sua “dignità” di opera turistico–esteticoculturale, escludendo in tal modo qualsiasi altra realizzazione floreale che ne tentasse l’imitazione, anche se favorita da chi debole della propria specificità consente o ne volesse consentire.
Forti sono state e continuano ad essere le pressioni sui politici, che ad onor del vero ne hanno frenato l’impulso, da parte di cittadini animati da forte senso di protagonismo svuotato di ogni specificità artistica e valore estetico-culturale. Mi preme nel cuore, e tra queste note, ribadire a quanti di Noto piace conservare e proporre l’immagine di una Città non archeologica, ma viva, moderna ed europea, di porre fine agli orgasmi dialettici individuali e di parte, e liberando la mente da improduttivi pettegolezzi da borgo medioevale aprirsi, con carattere, con impegno e soprattutto con gli attributi dell’arte e della cultura, qualità di cui ben poche città si possono pregiare nel contesto europeo; il solo che possa al più presto recepire il messaggio dell’ingegnosità di Noto.
Nuzzo Monello