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“Noto, Arch. Francesco Cassone: un Artista all’ombra della Storia” di G.Santocono Russo

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“Noto, Arch. Francesco Cassone: un Artista all’ombra della Storia” di G.Santocono Russo

CIMITERO DI NOTO:

CHI ERA L’ARCHITETTO DEL COMUNE E IL PROGETTISTA CHE LO REALIZZO’?

RILEGGIAMO DALLA RIVISTA NETUM…PER NON DIMENTICARE UN GRANDE FIGLIO DI NOTO!

Noto, Arch. Francesco Cassone:

un Artista all’ombra della Storia

di Gioacchino Santocono Russo

La foto dell’arch. Francesco Cassone, tratta dalla sua lastra tombale giacente in preda all’abbandono aggressivo di anonime palme!

   Parlando con degli studenti fiorentini che cercavano di centrare la personalità artistica più pertinente con l’architettura di Noto: Rosario Gagliardi, dissi loro che di Gagliardi, come del resto degli altri architetti del “barocco netino” si era detto tutto quanto era stato possibile dire alla luce dei documenti reperiti, per cui, se potevano – ed io me lo auguravo – dovevano cercare altrove, magari affidandosi a quelle circostanze fortuite che alle volte capitano (1). A meno che non si accontentavano di ricalcare quanto altri aveva già detto. Se, invece, avessero voluto studiare un periodo poco noto, avrebbero potuto rivolgere il loro interesse all’architettura neoclassica – e se lo preferivano – all’edilizia immediatamente seguente.

  In tal caso avrei suggerito il nome di Francesco Cassone (2), il più prestigioso architetto che operò a Noto tra la seconda metà dell’800 e il primo ventennio del secolo XX, contribuendo allo sviluppo pubblico e privato della città con opere che, se non uguagliano per grandiosità le precedenti, sono sempre espressioni di una edilizia significativa.

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FRANCESCO CASSONE «…portò nella vita l’austera anima di quella generazione che a noi diede una patria e al mondo esempio di operosità meravigliosa». Vissuto accanto al maggior fratello (3), tenne nascoste nel segreto del cuore le vaghe immagini che affioravano di tanto in tanto al suo spirito e seppe rinunziare alla poesia in omaggio alla gloria di Giuseppe che per lui, come per gli altri suoi fratelli, era ragione di meritato orgoglio. Ma quell’onda di poesia che non trova espressione nel verso, si espande nello insegnamento del disegno (4) al quale dedica col fervore dell’Artista la parte migliore del suo spirito, che non rinchiude nella severità del mondo scolastico, ma l’arricchisce con la sua esperienza di vita.

A ventidue anni, appena laureato, entra nel Genio Civile (5) per dirigere la costruzione del Ponte sull’Asinaro; nominato nel 1864 ingegnere comunale (6), disimpegna per 45 anni con scrupolosità e perizia i doveri del suo ufficio. Fra le opere sue più notevoli che, oltre alla serietà della preparazione tecnica mostrano la natura artistica e creativa del suo spirito, citiamo l’opera di completamento del Teatro Comunale che egli aveva ereditato con la nomina a seguito della morte dell’ing. Francesco Sortino (7); il Cimitero nuovo per il cui ingresso dettò le due Epigrafi pervase del suo mite pessimismo, incitanti però a egregie cose e ad elevati sentimenti (8) e la progettazione e direzione dei lavori dell’Acquedotto nuovo (9).

Sono ancora suoi progetti realizzati il Villino del Principe di Villadorata e l’altro poco distante del Marchese Rau della Ferla a San Corrado Fuori le mura: tante sono le opere di pubblica e privata utilità che qui elencherò in Note  a mo’ d’appendice (10) e delle quali, recentemente, la Biblioteca ha avuto in dono i piani d’arte dal Dott. Corrado Coppa (11) che, con la sua consueta prodigalità, li ha voluti legare al nostro Istituto rendendo anche un omaggio al suo illustre antenato che, con l’occasione, ripropongo alla intelligenza di quanti volessero conoscere e studiare l’opera di un professionista serio, di un poeta silenzioso, di un galantuomo.

     GIOACCHINO SANTOCONO RUSSO (1916-1993)

NOTE:

   1) – cfr. L. Di Blasi-F. Genovesi. “R. GagliardiArchitetto dell’Ingegnosa Città di Noto“, Catania, 1972.

   2) – Nato a Noto il 14-12-1840, morì a Noto il 29-5-1925.

  3) – GIUSEPPE CASSONE , poeta e traduttore «…un poeta italiano, anima gemella del Petófi, l’insigne traduttore, il più perfetto conoscitore ed il più zelante propagatore del Nostro…» (Béla Eródi – In memoria di G. Cassone – Necrologio letto nella sede della Società Nazionale Kisfaludy di Budapest l’8 settembre 1910). 

Crudeli circostanze della vita alimentarono la sua naturale predisposizione alla poesia. Giovanissimo, diciassettenne studente liceale, si arruola volontario per seguire Garibaldi.

Lo scrittore, poeta e traduttore Giuseppe Cassone (1843-1910),                fratello dell’arch. Francesco, in una foto di Biago Iacono nella Biblioteca Comunale di Noto.

Ma, essendo di minore età, viene richiamato dal padre, senza, però, che questi ne riesca a spegnere quei sentimenti di libertà e di indipendenza che lo infiammeranno per tutta la vita e che più tardi lo fanno amico ideale del poeta nazionale ungherese: Petófi. Da qui, infatti, parte il grande entusiasmo per il poeta magiaro e l’appassionato studio della lingua ungherese per tre anni, quando cioè dovette interrompere gli studi per i doveri di leva. Come soldato partecipò nel 1866 alla rivoluzione contro la tirannide straniera; fortunata occasione questa che lo fa imbattere con dei magiari rivoluzionari.

Tomba della Famiglia Cassone al Cimitero di Noto.

4) – Nell’anno 1866 – scrive Francesco Cassone – «…feci parte dei volontari che aprirono la Scuola Normale e vi rimasi, insegnando il disegno, fino al 15-121915 giorno in cui fui collocato a riposo per limiti di età, e il Ministro nel congedarmi, dopo 50 anni di servizio mi conferì la onorificenza di Cavaliere della Corona di Italia…» (dalle memorie ms. dello stesso).

 5) – Laureato alla Università di Catania il 2 luglio, poco dopo, a 22 anni, fu ammesso nel corpo del Genio Civile come ingegnere praticante e come tale gli fu affidata fino alla ultimazione dei lavori l’assistenza tecnica ai lavori di costruzione del Ponte sull’Asinaro (i cosiddetti tre ponti). Al Genio Civile resta fino al 1865, fino a quando, cioè, il Capoluogo della Provincia non è restituito a Siracusa.

Lastra tombale dell’arch. Francesco Cassone invasa da piccole palme che la stanno ostruendo e minando alle basi.

6) – Nel 1864 è nominato Ingegnere del Comune: incarico che assume materialmente solo dopo la consegna dei lavori eseguiti sull’Asinaro, optando quindi per il Comune pur di restare a Noto.  

7) – «…quando nel 1864 il Consiglio Comunale mi elesse ingegnere Comunale di Noto, mi affidò fra gli altri lavori, la direzione per la continuazione dei lavori per il Teatro, essendo avvenuta la morte dell’ing. Francesco Sortino…» (sempre dagli appunti mss. del Cassone). In merito confronta di G. Santocono Russo, G. Il Teatro Comunale dalle origini al 4-12-1870. Primo Centenario del T. C. 1870-1970. A proposito del Teatro Comunale (e della sua martoriata esistenza) mi è doveroso comunicare che le due allegorie dipinte su tela e applicate alle fiancate del boccascena, ora trasformate in pseudo barcacce sono state da me ritirate con l’autorizzazione scritta dell’allora Vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici, prof. Franzo Boscarino e conservate nei magazzini del Civico Museo. Le due figure, dipinte a tempera, raffigurano (in allegoria) l’opera lirica e la commedia: l’opera in musica e l’opera in prosa. Molto probabilmente furono dipinte dal pittore messinese Ferrara che fu il primo pittore appositamente chiamato a Noto per la prima decorazione del Teatro, di alcune scene e, pare, del bellissimo sipario che io ricordo benissimo in tutto lo splendore della sua raffigurazione aerea.

L’idea delle due allegorie non fu, senz’altro, del Ferrara o di chicchessia, ma dell’arch. Francesco Cassone che, in scala, aveva indicato nel piano d’arte il punto dove collocare le figure e disegnato le figure stesse. I suddetti dipinti, appena la Soprintendenza alle Gallerie avrà provveduto al necessario restauro, saranno esposte in una delle Sale del Museo Civico destinate alla Sezione d’Arte Moderna.

8) Il progetto del Cimitero merita un discorso a sé, anche per le cappelle e monumenti funerari progettati da Francesco Cassone e le tante iscrizioni epigrafiche che vi si leggono. Tra queste sono le due incise sul marmo ai lati dell’ingresso principale del “Campo Santo”, che trascrivo:

   Il turbine della vita passa / E in mezzo alle lotte superbe / Della ragione / In mezzo agli sconforti del cuore / Il tempo incessante / Incalza l’ombre dei viventi / E le disperde / Nella fatale uguaglianza / Di questo Campo / Sacro alla morte.                                                         

 A sinistra per chi entra.

    Il passato non si rianima / Ricordatevi / Di quelli che vi precessero / E serbate venerazione e culto / Alla Memoria / Della loro virtù scomparsa / Ultima larva / Che sola e per poco / Sopravvive / All’oblìo del sepolcro.

       

A destra per chi entra.

In altra occasione riprenderemo questo argomento.

 9) “…nel 31 gennaio 1873 si procedeva all’appalto dei lavori dell’incanalamento esterno della sorgente Coffitella e dell’incanalamento interno nella parte superiore della città, assunti da Ernandez Pietro il quale li diede compìti il 16 aprile 1877 per l’importo… di 111.653,09…” e, in detta somma è compresa la spesa per la costruzione dell’incanalamento interno della parte bassa della città, la cui opera fu eseguita da Spadaro Emanuele. (dal citato ms. del Cassone).

 10) Dall’esame della documentazione è interessante rilevare una presa di posizione dell’Architetto a proposito de “II problema dell’acqua“. cfr.: Cassone Francesco – II problema dell’acqua – Osservazioni intorno all’incanalamento dell’acqua S. Giovanni. – (lettera aperta pubblicata da F. C.) nel “Libero Buffone’ Noto, 4 settembre 1921 (vedi Sez. Locale / Stampa Periodica – Noto). Del Cassone è la scala esterna della Chiesa del Crocifisso e la tipica sistemazione delle strade traverse e vicoli (oltre 50) che, purtroppo, sta scomparendo.

Al Cassone si devono: la sistemazione del largo Camporeale e beveratoio (il largo Camporeale, così chiamato dal Marchese di Camporeale che vi aveva la casa, si chiamò poi Piazza Risorgimento ovvero “u…cuozzu” – la sistemazione della Piazzetta Sant’Alfano; l’apertura di uno sbocco rotabile in continuazione della via Cavour dall’estremo di ponente a Strata a fami o Via XX Settembre; – l’Orologio ro Castieddu (Ospedale Trigona); –  Cappella del SS. Sacramento nella Cattedrale; – la strada di accesso alla Stazione ferroviaria; – la strada delle Anime Sante; – il restauro di Palazzo Astuto con zoccolatura in pietra da taglio; – 35 cappelle private nel nuovo Cimitero oltre alla suddetta Chiesa (o Cappella Comunale);- ampliamenti, restauri e planimetrie del Carcere mandamentale, Cantina Sperimentale, Liceo Ginnasio, Progetto Casa Penale, Iconografia dell’ex Monastero di Monte Vergine, Pianta dell’ex Monastero di Sant’Agata, Pianta del Convitto Ragusa, Iconografia dell’ex Convento di Gesù, Scala Mandrazzi, Scala Tasca, Salita Carcere, Salita S. Antonio, San Domenico, Stemma della Città, per non continuare la fredda elencazione di altre opere delle quali non sempre è chiara la ubicazione, preferisco chiudere ricordando la Pianta di Noto, che poi è quella stessa che oggi è inserita nelle varie guide di Noto e della quale si serve l’Ufficio Tecnico Comunale (ovviamente aggiornata).

   11) Le suddette carte già di proprietà della Signorina Maria Luisa Cassone, figlia dell’Ingegnere, furono da lei donate al Dott. Corrado Coppa figlio della sorella Eleonora. Era, però, vivo desiderio della Signorina Maria Luisa che tutto il carteggio del padre venisse alla Biblioteca, onde il Dott. Coppa, il 9-8-76, con verbale di consegna da lui stesso firmato e sottoscritto e per ricevuta controfirmato da me quale Direttore della Biblioteca, Dott. G. Santocono Russo, provvedevo all’esecuzione della volontà della defunta signorina Maria Luisa Cassone. La donazione comprende progetti, disegni. Relazioni, conteggi, fotografie di lavori, in parte eseguiti e in parte (pochissima cosa) no. Fanno parte del dono oltre 600 disegni eseguiti dall’Ing. Francesco Cassone per uso generalmente scolastico avendo egli (come si è detto avanti) insegnato per 50 anni Disegno nella Scuola Normale, oggi Ist. Magistrale. Nella busta n.64 della donazione sono raccolte in numero sparutissimo le carte dell’Ing. Architetto Luigi, padre dell’Architetto Francesco. Dell’Ing. Luigi non si è quasi trovato nulla, probabilmente perché, mentre il figlio era solito tenere a casa le minute o le copie dei suoi lavori, il padre, che fu ingegnere del Genio Civile, aveva l’abitudine di tenere tutto in ufficio, dove – cercando nell’archivio di quell’ufficio a Siracusa – sarà possibile trovare qualcosa. Dell’Ing. Luigi si sa di certo che, prima dell’attuale sistemazione della Piazzetta Ercole (Ing. Sortino ) – cfr. Santocono Russo – Spizzichi di storia netina in Selecta – aveva progettato “l’aggiustamenio del piano davanti S. Domenico” e nel 1871 aveva progettato e ricostruita la cupola. della Cattedrale caduta pel tremuoto del 11 gennaro 1848.

 GIOACCHINO SANTOCONO RUSSO (1916-1993)

NB: il testo è stato trascritto e adattato online, con tutte le vecchie e nuove foto, a cura e proprietà di Biagio Iacono.

  1. Nuzzo Monello says:

    Grazie caro editore Prof. Biagio Iacono, è proprio vero che per quanto il sepolcro possa coprirle, le verità non conoscono opacità – “Il passato non si rianima/ ricordatevi/ di quelli che precessero/ e serbate venerazione e culto/ alla memoria/ della loro virtù scomparsa/ ultima larva/ che sola e per poco/ sopravvive/ all’obblio del sepolcro.” – Appare, pertanto giusto l’ammonimento del Cassone per i posteri sedicenti “studiosi” e “storici” delle narrazioni di uomini Illustri, delle loro virtù e doti umane, che adattandole e manipolandole, con frode, a proprio uso e consumo, risultano senza onore e gloria per sé e per la Storia Patria.

  2. Carissimo NUzzo, è proprio vero: Gioacchino Santocono Russo,appena ricevute le carte in Biblioteca, si adoperò con me e col dott. Corrado Coppa nipote dell’arch.Francesco Cassone,a divulgare quante possibili maggiori notizie sugli interventi da quello effettuati nel nostro Centro Storico e nel Territorio di Noto: ad onta di chi o quanti – a cominciare dalla Storia della Chiesa del SS. Crocifisso od al servizio giornalistico su NETUM di cui sopra – del Santocono si servirono senza MAI citarne le fonti bibliografiche nella mia Rivista alla quale anche per poco collaborarono e di cui si servirono per proprie pubblicazioni persino in …dizionari netini, Gaeatano Passarello escluso,s’intende! Altrettanto dicasi degli infiniti PLAGI subiti in vita e post mortem dal dott. Corrado Coppa, autore dei due volumi di “Cosette di Storia Netuna” le cui fonti ritrovo telegraficamente scopiazzate e mai citate ora dal Tizio ora dal Caio sedicenti scrittori “storici”!
    Biagio Iacono.

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