Grazia Maria Schirinà…”Sul filo” tra Letteratura e Coronavirus – di Enzo Papa
Grazia Maria Schirinà…
“Sul filo” tra letteratura e Coronavirus
di Enzo Papa
E’ entrata ormai in un ciclo ben definito la letteratura del Coronavirus, quella vasta produzione di racconti, diari, analisi, riflessioni, giudizi, che ha caratterizzato quel terribile momento storico che tutti abbiamo vissuto con trepidazione, dolore, allarme, disagio, difesa, speranza, negazione. E’ quello che Giulio Ferroni ha definito “romanzo globale del Coronavirus”, tutta quella frammentata serie di testi sull’argomento che, come si sa, non ha avuto e non ha solo confini nazionali.
La pandemia causata dal Covid-19 accese subito di interesse un campionario di filosofi, scienziati, giornalisti, scrittori, scriventi, diaristi, mettendo in campo anche Manzoni, Boccaccio, Defoe, Camus, per non dire Tucidide e Lucrezio, in una sorta di balletto di infodemia e di disinfodemia. Tutti ricordiamo le mascherine e gli scandali, il distanziamento sociale, la paura, i no-vax, l’autodifesa, i tamponi, l’isolamento, il sospetto, l’inno nazionale ai balconi e alle finestre, “Andrà tutto bene”, “Nulla sarà come prima”. Una produzione letteraria, insomma, con evocazioni di contagi, flagelli, morbi, monatti, infezioni, a volte banali, ripetitivi, disinvolti, e tuttavia testimonianza di una situazione sociale di precarietà, di fragilità, di cagionevolezza.
Ma c’è anche chi è riuscito ad uscire indenne dalla tempesta, come l’avolese Maria Grazia Schirinà, colpita dal morbo lontana da casa e ricoverata per un paio di mesi, nella primavera del 2021, in terapia intensiva all’ospedale di Rovereto per “polmonite interstiziale con insufficienza respiratoria acuta”, come dire essere in bilico, “sul filo”, tra la vita e la morte. Febbre altissima, saturazione ai limiti, di conseguenza sedazione farmacologica per attenuare e rendere sopportabili i sintomi e quindi il coma apparentemente irreversibile.
Ma è proprio nel momento in cui, perduta ormai ogni speranza, le gloriose infermiere (a cui non finiremo mai di esprimere la nostra gratitudine) pensano di non prestare più soccorso, che Maria Grazia dà un piccolo segnale muovendo un dito o un piede, così rientrando nell’alveo naturale dei viventi. Però non è tanto questo che qui ci interessa quanto piuttosto quel che lei ci ha raccontato sulle “visioni” o “sogni” o “allucinazioni” avuti durante il coma e descritti nel libro dall’emblematico titolo, appunto, “Sul filo”, (Agorà & CO, Sarzana-Lugano, 2021).
Non mancano, in letteratura, narrazioni che riguardano la proiezione prodigiosa in un “al di là” del paziente con sindrome apallica, cioè in uno stato vegetativo di incoscienza, uno stato di coma, che ancora la scienza non è riuscita a ben decifrare. A questo genere di narrazioni si aggiunge ora il libro di Maria Grazia Schirinà, in cui si racconta con minuzia di particolari e con un linguaggio coinvolgente quanto lei “ha visto” o ha creduto di vedere o ha sognato durante il suo periodo di coma farmacologico. La sua penna si muove lieve sulla pagina a raccontare immaginari frammenti di vita vera falsamente vissuta, un sortilegio come fantasticare magie in trasognata sospensione. Eppure risulta vero e spaesante il caleidoscopio di personaggi, parenti, amici, medici, luoghi, rivisti e narrati con enigmatica e perfetta finitezza di contorni.
A sostegno di tanta lucidità in questo viaggio d’amore e di silenzio, il libro si avvale della testimonianza scientifica di Giovanni Pedrotti, il direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Rovereto, il quale evidenzia quanto sia importante per i medici approfondire gli effetti della sedazione attraverso tali racconti. Ma altrettanto interessante è la testimonianza di affetto di alcuni amici, di Sebastiano Burgaretta (che tira fuori e mette a nudo segrete pagine del suo diario), di Giovanni Stella (che racconta la sua ritrovata fede cristiana) di Umberto Confalonieri (che rende pubbliche, anch’egli, interessanti pagine di diario) e di una postfazione di don Giancarlo Pianta che sostiene il “miracolo”, non potendo la scienza venir fuori da un siderale silenzio.
Enzo Papa
NOTA BENE: IL TESTO DI CUI SOPRA E’ APPARSO DOMENICA 28 LUGLIO 2024 SULLA PAGINA CULTURALE DE “LA SICILIA” DI CATANIA, CHE RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE.
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“Sul filo”: un libro di Grazia Maria Schirinà “…camminando in equilibrio”.