“Enzo Papa: Barocco e Moschetto” di Santo Burgio

“Barocco e Moschetto”

di Enzo Papa

Ci sono libri che sono esattamente ciò che promettono di essere. Così è per Barocco e moschetto. Il racconto del ventennio fascista a Noto, l’ultima fatica di Enzo Papa per Le Fate Editore.

di Santo Burgio

   Un libro di storia locale, costruito secondo una formula essenzialmente cronachistica: dove a cronaca non è permesso attribuire alcuna sfumatura diminutiva, quanto piuttosto il completamento del senso del racconto – controllato nel suo sicuro ritmo dalla mano esperta dell’autore – attraverso una doviziosa appendice documentaria che dona al libro una robusta nota di inchiesta giornalistica.

   La storia narrata da Enzo Papa è una storia – prendo il termine a prestito dalla quarta di copertina dov’è utilizzato da Salvo Adorno – di trasformismo politico. Si specifichi politico perché quella proposta non è la storia della trasformazione fascista della società netina nel corso del ventennio, il repentino mutamento di bandiera all’arrivo degli alleati ne revoca ad esempio in forte dubbio lo spessore; e più volte nel corso del libro Papa descrive una città che, superate le congiunture critiche legate a conflittualità locali o alle ripercussioni di eventi di ben più vasta misura (e tragica: «…erano giornate di grande esultanza ogni qualvolta la radio annunciava un’impresa del generale Rodolfo Graziani o del generale Pietro Badoglio. La città andava in giubilo, parole nuove e strane passavano di bocca in bocca, Macallè, Addis Abeba, Negus, Amba Alagi. (pag.90) », ritornava quasi sonnecchiosa alla sua ritualità pubblica consueta, fatta di processioni, feste, musica, teatro.

  Piuttosto, il termine trasformismo è qui riferito ad un gruppo di potere locale di stampo liberal-massonico, che ha nel prima sindaco e poi podestà Corrado Sallicano il suo rappresentante di punta, e che nel concreto riesce ad infiltrare il fascismo e ad uscire alla fine senza troppi danni anche dal suo crollo. Quello che Enzo Papa utilizza per leggere la storia netina è insomma una versione locale di un principio interpretativo gattopardista.

   Si deve peraltro ammettere che, anche per chi si è formato a scuole storiche che quel principio, inteso come una delle cifre di lettura profonde della storia isolana, hanno sempre guardato con manifesto sospetto, nel contesto descritto da Enzo Papa, la capacità di gruppi di potere locali (capacità che comprende anche l’articolazione e la cura di legami con livelli regionali e nazionali di potere) di muoversi e perpetuarsi al di qua dei mutamenti negli assetti istituzionali e politici è una possibilità che, nel caso specifico, sembra riscontrare una non trascurabile documentazione.

   D’altronde, i riferimenti d’archivio sono uno dei caratteri forti del libro. Ad esempio, ogni giudizio sul merito dell’attività politica e amministrativa di Corrado Sallicano è sempre accuratamente presentato direttamente attraverso le fonti documentarie – ministeriali, prefettizie, di forza pubblica: sono esse, e praticamente solo esse a parlare, sia quelle che di Sallicano accreditano l’operato fino all’apologia, sia quelle che ne disegnano invece un profilo di segno opposto.

  È attraverso queste fonti a venir fuori il ritratto del podestà contemporaneamente impegnato da un lato nel controllo delle risorse e articolazioni localistiche del potere, e dall’altro in programmi amministrativi, specie in materia di opere pubbliche, di notevole impegno, compreso l’obiettivo dello “sbocco a mare”. Opere che, nel toccare il delicato nodo del centro storico, come per la progettata sopraelevazione di Palazzo Ducezio, videro anche l’intervento di un preoccupato Paolo Orsi.

Santo Burgio

NOTA BENE:  Questo articolo è stato pubblicato

in data 6 Novembre 2024 anche da:

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Le foto di Palazzo Ducezio e dello Chalet ci sono state inviate dalla  Sig.ra Natalina Linuccia Romeo che ringraziamo.