Principio naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica: chiarimenti.
La filosofia dell’interrelazione scientifica.
Principio naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica: chiarimenti.
di Costantino Guastella
A tutti gli affezionati lettori di “Noto Magazine.it”, ai parenti e amici che leggendo il precedente articolo intitolato “Abbiamo perso tutti” hanno espresso dubbi e fraintendimenti, al fine di chiarire le frasi originali, oscure, giustamente lamentate dai lettori, credo doveroso cercare di esporre i temi e gli sviluppi iniziali dei mio pensiero, espressi solo con cenni nel precedente articolo.
Sicuramente la parte introduttiva richiede un profondo chiarimento per il fatto che gli accenni alle ulteriori forme del principio naturale-pedagogico esteso al ciclista, al cambio della bici e alle altre forme insolite e sconosciute a chi ha poche informazioni sulla concezione della filosofia dell’interrelazione scientifica, è necessario fornire ulteriori informazioni.
Forse potevano apparire meno oscuri se avessi aggiunto le altre forme del pensiero naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica: – il principio della leva di cambio della macchina che permette all’autista, quando si trova di fronte alle varie differenze di percorso, di adeguare la forza-energia-velocità prodotta dal motore, usando il meccanismo del volante che aziona il comando delle due ruote direttrici del veicolo stradale. Così attua il cambiamento di direzione adeguandolo alle salite, alle discese, ai rettilinei o alle curve; -il principio della password che cambiando il sistema di accesso, difende dagli intrusi e dagli hacker; -il principio del codice identificativo indispensabile per cambiare il modo di riconoscere le persone al fine di stabilire in modo sicuro un rapporto di concordanza con esse.
Un recente studio pubblicato su “Current Biology” ha confermato l’esistenza a livello biologico, operante in determinati tipi di aquile, del principio naturale-pedagogico della filosofia dell’interrelazione scientifica: infatti, le stesse cambiano percorso di fronte a nuove situazioni di pericolo.
Le aquile “anatraia maggiore”, da tempo sotto osservazione in quanto considerate una specie vulnerabile, volavano prima attraverso l’Ucraina, oggi deviano il loro volo per evitare i pericoli delle zone di guerra. Eloquente prova che anche il comportamento degli animali cambia quando con i vari sensi percepiscono di trovarsi di fronte a situazioni pericolose.
Nella tragedia greca interveniva il “deus ex machina” per cambiare il corso degli avvenimenti risolvendo problematiche di difficile soluzione. Per rendere a livello comune di più facile comprensione questo straordinario intervento, possono essere utilizzate le immagini di una versione moderna, dell’intervento teatrale, insolito e meraviglioso, che cambia il corso degli avvenimenti problematici, di difficile soluzione, nelle tragedie greche. Stratagemma usato particolarmente nelle tragedie di Eschilo per risolvere i problemi esistenziali apparentemente irrisolvibili.
La consapevolezza individuale delle forme del cambiamento applicata alla vita pratica fa sì che si colga l’essere delle cose, che si conoscono solo tramite la percezione dei vari sensi. L’acquisita consapevolezza di questo cambiamento rende meno oscuro il livello comune di comprensione del “concetto” relativo alla globale funzione, universalmente svolta, del Principio naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica.
Una delle tesi fondamentali elaborate dalla filosofia dell’interrelazione scientifica è quella di ritenere il Pluriuniverso esistente da sempre, senza inizio né fine. Esso elabora il suo sviluppo interazionale in modo continuo ed interminabile, attraverso la generazione delle varie forme di vita. Le principali forme di vita sono: le forme a priori e a posteriori, le forme dell’essere e del non essere, le forme della vita e della morte.
Nonostante gli sviluppi culturali elaborati da vari filosofi, poeti, scrittori dall’antichità fino ad oggi, queste forme di vita non hanno mai raggiunto una chiarezza definitiva. Il fatto è che il rapporto che esiste tra di loro contiene cambiamenti di aspetti e sviluppi che sono inesauribili. Considerando alcuni autori più importanti, quali Talete, Eraclito, Parmenide, Platone, Aristotele, Euripide, Aristofane, Dante, Agostino, Ariosto, Montaigne, Shakespeare, Hobbes, Kant, Hegel, Kierkegaard, Marx, Nietzsche, Freud, Deleuze, Wittgenstein, Pirandello, non è possibile scegliere quale è quello che ha spiegato meglio il principio.
La filosofia dell’interrelazione scientifica ritiene che tra i filosofi Kant sia riuscito a fornire le risposte scientifiche più esaurienti nell’opera ”Prolegomeni ad ogni futura metafisica come scienza”. Per Kant la forma a priori corrisponde a ciò che è fondato su giudizi totali e necessari non desunti dall’esperienza, mentre la forma a posteriori corrisponde a ciò che è fondato su giudizi relativi e contingenti. Inoltre considera la conoscenza quale sintesi di natura e forma.
Condividendo la teoria dei giudizi formulata da Kant, per quanto riguarda l’immagine del deus ex machina la filosofia dell’interrelazione scientifica aggiunge l’immagine di un deus in machina. Essa ritiene che il primo è illusorio, indipendente dall’esperienza fondata su dati sensibili, mentre l’altro è pensabile, dipendente dall’esperienza fondata su dati sensibili.
L’altro pensabile che può essere assimilato all’immagine di un deus in machina interiorizza ed elabora attraverso la percezione dei vari sensi tutte le diverse informazioni: sia quelle espresse nei processi evolutivi e nelle forme di vita cosmica naturale del pluriuniverso, sia quelle espresse nei processi evolutivi e nelle forme di vita che ogni essere umano può ricercare e conoscere usando il metodo sperimentale, la ricerca scientifica e la verifica.
La filosofia dell’interrelazione scientifica ritiene “necessario” seguire il principio naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica, sia da parte di chi giudica, sia da chi vuole trovare un sicuro percorso per porre fine agli atroci fatti di violenza commessi da persone mentalmente deboli o dal carattere disturbato da deficienze socio-psico-educative. In esso si trova la chiave di volta che fa ancora parte di quei “concetti” espressi da Gino Cecchettin, padre di Giulia, “forse un po’ troppo lontani” dal modo di pensare e di agire ancora “selvaggio” delle persone della cosiddetta società civile.
Permanendo questa tragica e problematica situazione, il principio naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica rappresenta la soluzione indispensabile per cercare un nuovo itinerario capace di risolvere con il cambiamento il superato, tradizionale e superficiale, modo di agire che sconsideratamente ha prodotto e produce ancora aggressioni, intimidazioni, stupri, coercizioni, atti di violenza contro le donne o gli uomini, infanticidi, etc.. Tale itinerario, finalizzato al cambiamento del modo di agire delittuoso può essere utilizzato per modificare e ottenere la giusta e sicura soluzione delle situazioni problematiche, capace di cambiare completamente i comportamenti individuali e collettivi.
Il Principio naturale-pedagogico dell’interrelazione scientifica operando sia a livello cosmico, che a livello individuale, è capace di svolgere l’importante funzione di cura e di rinforzo dei legami individuali e sociali tra le persone. Esso costituisce una innovativa iniziativa educativa, che applicando in modo ampio ed approfondito un programma-progetto, può realizzare una definitiva soluzione coinvolgendo individualmente tutte le persone che si trovano in situazioni problematiche.
L’applicazione di un principio naturale-pedagogico universale renderà possibile il cambiamento del vecchio modo di pensare e di agire e sarà capace di ripristinare la salute mentale e di rinvigorire i rapporti sociali tra i cittadini del mondo.
Costantino Guastella