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“Mario Blancato: Microstoria d’un Comune Ibleo” di Enzo Papa

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“Mario Blancato: Microstoria d’un Comune Ibleo” di Enzo Papa

“Mario Blancato: Microstoria d’un Comune Ibleo”

di Enzo Papa

Quando si parla di microstoria non si vuole intendere la “petite histoire”, la piccola storia che attiene propriamente a occasioni momentanee, quasi a piccoli episodi, a notizie un po’ curiose e aneddotiche, ma si intende, con essa, la valorizzazione, anche in ambito letterario e non solo storiografico, di momenti di storia sociale e culturale locale, il cui contributo alla macrostoria è diventato fondamentale, almeno a partire dagli anni settanta del secolo scorso.

Mario Blancato

Fondamentale infatti è la funzione esercitata dalle varie Società di Storia Patria, ma anche la spinta data da influenti storici moderni, da Rosario Romeo al mio maestro Giuseppe Giarrizzo con il suo importante studio sul Comune di Biancavilla, con cui, si può dire che, anche se timidamente, la microstoria ottenne onorevole cittadinanza. Per non dire, poi, della storica collana einaudiana “Microstorie” di Giovanni Levi e Carlo Ginsburg. Affondare lo sguardo, dunque, in una limitata realtà geografica e in un ben determinato periodo storico da chi ne ha giusta competenza, significa offrire contributi, anche preziosi, al più generale profilo di un determinato periodo storico.

Tra le tante microstorie che, sempre onorevolmente, sono state date alle stampe, si aggiunge adesso un’altra corposa storia locale, scritta non da uno storico di professione, ma da un letterato, già docente di materie umanistiche e politico militante, Mario Blancato, che rende omaggio alla sua Sortino, la cittadina patria, insieme alla vicina Melilli, del miele ibleo. 

In due volumi e in un complessivo corpus di oltre 700 fittissime pagine si snoda la storia sociale, politica ed economica dell’iblea Sortino nella seconda metà del Novecento, a partire dalla conclusione della seconda guerra mondiale e fino alle soglie del nuovo millennio. L’opera, che oserei dire monumentale, edita dalla piccola ma efficiente casa editrice indipendente Sampugnaro&pupi, appare chiaramente frutto di anni di studio e di lavoro costruito su fonti documentarie e, soprattutto, sui documenti conservati nell’archivio comunale della cittadina. Ed è proprio lì, negli atti storici del Consiglio comunale che Blancato sa affondare lo sguardo per rivelare e mettere in luce la condizione sociale e politica del suo paese, di cui, alla fine degli anni settanta, fu sindaco comunista; egli stesso lo afferma quando scrive che il suo “è un libro che vuole raccontare la storia del paese attraverso il Consiglio comunale, fulcro e centro della democrazia amministrativa”. Per questo potrebbe sembrare che si tratti di un’opera politica, mentre invece ha una diversa motivazione. “Il primo stimolo proviene dalla paura che si stesse perdendo anche la memoria collettiva, di come si sia sviluppato il nostro paese. Come paradigma, come copia quasi perfetta di tante altre amministrazioni, soprattutto del Mezzogiorno, che hanno avuto e risolto i loro problemi”.

Il regesto, allora, delle varie deliberazioni consiliari, delle liste elettorali, dei provvedimenti dei sindaci, delle conquiste sociali, dei personaggi protagonisti, delle strategie e dei cambi di amministrazione soprattutto col declino dell’egemonia del PCI prima a metà degli anni settanta e poi con le elezioni amministrative del 1980, testimonia da tale angolo visuale la vivacità di una piccola polis al pari con i tempi, pronta al cambiamento. E infatti, la creazione dell’industria petrolchimica poco a nord di Siracusa e il conquistato benessere del boom economico degli anni sessanta, segnarono la fine della civiltà contadina che caratterizzava da secoli non solo Sortino, ma tutta l’area iblea, provocando un cambiamento epocale che incideva profondamente nel tessuto sociale, nei costumi, nella consapevolezza dei propri diritti da riconquistare, e, soprattutto, nel modo di pensare e di immaginare il futuro. I contadini della rurale Sortino, diventati operai a reddito fisso, ora tutelati dai sindacati, riuscirono a crearsi una base economica che consentì ai loro figli di accedere ai livelli più alti della scala sociale.

Ma che ne sanno, i giovani, non solo sortinesi, di quanto accadde realmente nella seconda metà del secolo scorso in questo angolo della Sicilia che sospira all’Africa? Tutelare la memoria collettiva e proporla alle nuove generazioni significa non solo cercare di frenare ”una nuova forma di analfabetismo di ritorno, una sorta di indifferenza verso il vissuto storico da cui proveniamo”, ma anche una tentativo di far ritrovare le proprie radici che spesso incolpevolmente vengono obliate. Vuol essere questo, soprattutto, il “redde rationem” di quest’opera di antropologia sociale e politica, che si avvale di un bell’apparato fotografico e di una corposa bibliografia.  

Enzo Papa

NOTA BENE: L’articolo di cui sopra è  stato pubblicato lo scorso

6 Febbraio 2023 dal quotidiano  “LA SICILIA” di Catania, che ringraziamo per la collaborazione.

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