” Viaggiatori in Val di Noto ”: un prezioso volumetto di Enzo Papa
UN PREZIOSO SAGGIO DI ENZO PAPA
SUI VIAGGIATORI IN VAL DI NOTO
di MELO FRENI
“Viaggiatori in Val di Noto” è un interessante libretto di Enzo Papa, che contrariamente alla esiguità delle sue pagine, appena ottanta, è un’autentica piccola enciclopedia, un “bignamino” diremmo, sulla storia di grandi e piccoli viaggiatori in Sicilia, generalmente conosciuti o del tutto ignoti. Viaggiatori di ieri e di oggi, a cominciare dalla seconda metà del 1700, perché fino ad allora l’isola, tranne qualche eccezione, era pressoché sconosciuta in Europa, “percepita come una terra mitica, misteriosa e lontana”.
Una delle eccezioni, ad esempio riguardava il frate domenicano Leandro Alberti che visitò la Sicilia nel 1526 e la cui “Descrittione” viene considerata – scrive Papa – come il prototipo di tutti i successivi libri di viaggio. Ma si tratta, appunto, di una eccezione, sicché il libro è calibrato sulla ricchezza dei nomi che dall’Illuminismo trassero spinta per visitare una regione a ben ragione depositaria di storia, arte e civiltà, di autentico interesse europeo.
Ma furono visite che ripercossero quasi sempre i luoghi risaputi e poco, o per nulla, interesse dimostrarono nei confronti di quello scorcio dell’isola a sud di Siracusa, il cuore, potremmo dire, ancorché geograficamente al margine, del Val di Noto. Lo conferma, lamentandosene, una pagina dell’indimenticabile scrittore francese Dominique Fernandez che visse a lungo fra Capo Passero e Noto, e fa bene Enzo Papa a riportarla.
Ma c’è anche una considerazione da fare : il barocco, per cui quella parte dell’isola è diventata famosa, non è opera di antica architettura, ma si è sviluppato in epoca piuttosto recente, per la “sbrigliata fantasia” dei fratelli Gagliardi (Rosario in particolare) che trasformarono in trionfo di forme e di volute le distruzioni apportate da un pesante terremoto. Non c’è dubbio che dal barocco in poi splendide realtà d’arte come lo sono Ragusa, Ispica, Scicli, Modica soprattutto, e le altre che chiameremmo con Vittorini “le città del mondo”, costituiscono tappe fondamentali lungo gli itinerari dei viaggiatori in Sicilia . E fa bene l’autore a ricordare quanto la letteratura degli intellettuali del luogo (da Bufalino a Sofia) abbia influito alla rigenerazione del “Vallo”.
Sul saggio di Enzo Papa si potrebbe dire di meglio e di più a voler scomporre nome per nome, opera per opera (e si tratta di molto) il ricco quadro riportato con autentica sapienza di certosino impegno. Per questo, è più un libretto da leggere che al commento lascia lo spazio che trova. Ma c’è di più nell’indagine dello studioso ed è quella parte per nulla secondaria che riguarda, antropologicamente, la posizione della cultura in Sicilia negli anni del “gran tour” e prima : furono appunto i viaggiatori stranieri a far scoprire l’isola agli stessi siciliani “sulla scia della ventata neoclassica che investì l’Europa nel più alto Illuminismo”.
Melo Freni