Il testamento dell’arch. Rosario Gagliardi(1690ca-1762)
IL TESTAMENTO DI ROSARIO GAGLIARDI (1690 ca-1762)
di Giuseppina Calvo
Accolgo volentieri la sollecitazione del prof. Biagio Iacono a pubblicare il testamento dell’Architetto Rosario Gagliardi, conservato presso la Sezione Archivio di Stato di Noto agli atti del notaio Corrado Cicardo e già reso noto in occasione della presentazione della Mostra Documentaria sulla figura del grande Architetto netino allestita lo scorso 23 marzo 2013 a Palazzo Impellizzeri nell’ambito del progetto “Rosario Gagliardi (1690 c.a -1762)” promosso dal Comune di Noto e dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.
R. Gagliardi: Studio G per la Chiesa di San Domenico a Noto.
(v. Rivista NETUM,Marzo 1979)
Il testamento, per le strane sinergie che a volte si verificano nella vita, è stato ritrovato dalla Sottoscritta, con grande emozione, il pomeriggio prima dell’apertura della Mostra, addirittura qualche minuto prima della chiusura dell’Ufficio, quando, dopo aver visionato per giorni decine di registri notarili alla ricerca del testamento, la caparbietà di insistere è stata ripagata col suo insperato ritrovamento. Purtroppo il prosieguo della ricerca, lunga ma infruttuosa, finalizzata al ritrovamento della lista dei beni cui si fa cenno nello stesso testamento che avrebbe aggiunto altre interessanti note storico-biografiche, non ha, a tutt’oggi, dato esito positvo.
Dopo qualche giorno dalla morte di Rosario Gagliardi, il 23 dicembre 1762 presso il notaio Corrado Cicardo, vengono tolti i sigilli al suo testamento, conservato agli atti dello stesso notaio, alla presenza del giudice della Regia Curia civile Dott. Mario Melfi, di sette testimoni che erano già stati presenti alla chiusura e sigillatura dello stesso, più altri sette testimoni aggiunti e dell’architetto Vincenzo Sinatra. Quest’ultimo era direttamente interessato in quanto nipote acquisito del Gagliardi: nel 1745 aveva sposato in seconde nozze la nipote di Gagliardi, Alfia Capodicasa, figlia della sorella Agata Gagliardi e del maestro Antonino Capodicasa, nonché erede dello zio Rosario.
Peraltro lo stesso Vincenzo Sinatra appena 12 giorni prima, l’11 dicembre 1762, era stato delegato da Rosario Gagliardi, con atto di procura stipulato presso il notaio Randazzo Francesco, ad intervenire in sua vece in tutte le sedi e per tutte le situazioni che lo avessero riguardato a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute che, da quanto si desume anche dalla lettura del testamento, dovevano già essere molto gravi, se nello stesso viene incaricato alla firma tal Sacerdote Dottore Don Michele Macca per nome, e parte del sudetto Signor Rosario Gagliardi Testatore per esso non saper scrivere di sua volontà. L’architetto R. Gagliardi aveva provveduto a dettare le sue ultime volontà con testamento solenne il 22 luglio dello stesso anno.
Riporto qui di seguito solo le prime due pagine dell’originale, che consta di ben otto facciate e la trascrizione letterale di alcune parti del suo testamento, laddove i puntini di sospensione indicano la parte di testo non riportata nella trascrizione:
<< Noto, 1762 luglio 22
Sia ad ogn’uno noto, e manifesto, qualmente Rosario Gagliardi alias Pignatelli, naturale della città di Siracusa ed al presente abbitatore per longo tempo di questa Ingegnosa Città di Noto d’anni Settantatre all’incirca, a me Notaio e Testimoni conosciuto presente innanzi a Noi, giacendo nel letto infermo di corpo, sano però per grazia dell’Onnipotente Iddio di mente, senzo, loquela ed intelletto, e nella sua propria, e perfetta ragione ben composto, esistendo, temendo il divino Giudizio, alcune volte repentino, ed il capo dell’Umana fragilità della presente vita caduco; considerando addunque, ed attendendo, non esservi al mondo cosa più certa della morte, e cosa più incerta dell’ora dell’istessa, volendo inpertanto delli suoi beni, da Dio nostro Signore datigli, mentre ha tempo di vita, ed integrità di memoria, d’essi con tutta oculatezza salutevolmente disporre…..have determinato, e stabilito fare questo suo presente solenne et inscriptis Testamento … nel quale ave disposto, e dispone nel modo sequente:
– Primieramente detto Testatore come umile e fedele Cristiano ora, e sempre, e nell’ora della sua morte ave raccomandato, e raccomanda l’anima sua al Sommo ed Immortale Iddio,…e vuole, ordina, e comanda, che il suo Cadavere nel giorno di sua Morte s’abbia, e debba sepellire nella Venerabile Chiesa del Venerabile Collegio di San Domenico dell’Ordine dei RR PP Predicatori di questa sudetta Città di Noto, alla quale Chiesa e per essa al Reverendo Padre Rettore di detto Venerabile Collegio il sudetto Testatore ave legato e lega Onze due in danaro per una sol volta, tanto per ragione d’associamento, sepoltura, Campana, quanto per la Messa cantata, candele, ed altro…
– …nell’intiero, ed indeminuto suo Patrimonio, tutto includendo, e niente escludendo ave instituito, ed istituisce, creato, e crea nominato, e nomina in sua Erede universale ad Alfia Sinatra, e Capodicasa sua Nipote, al presente moglie di Vincenzo Sinatra…; poicchè detto Testatore così vuole, e l’ha piaciuto e piace fare, e non altrimenti, ne d’altro modo.
– Di più detto Testatore…lascia al sudetto Venerabile Collegio delli RR PP di San Domenico…onze quaranta alla ragione d’onze due all’anno sino all’estinzione di dette onze 40 per la celebrazione di tante Messe da celebrarsi dalli Reverendi Padri di detto Venerabile Collegio per l’anima del sudetto Testatore, per l’elemosina di tarì uno, e grani cinque per ogni Messa, quali onze quaranta possa e debba detto Reverendo Padre Rettore, che pro tempore sarà, esiggere alla ragione d’onze due all’anno…sopra il loero del tenimento di dette Case, due del quale sono solerate, ed il resto terrane con porticato, cisterna, necessario, ed orto, con sue raggioni, e pertinenze universe, sito e posito in questa sudetta Città, e nella contrada del Venerabile Real Monastero di Santa Maria dell’Arco, confinante colle Case dell’eredi del quondam Don Antonino Buscema, e Borderi con la bottega dell’Eredi del quondam Santoro Carasi, con l’orto di Don Concetto Civello, strade pubbliche in tre lati, ed altri confini, anni sono, fabbricato detto Tenimento di case con propri danari del sudetto Testatore, ed avergli erogato per detta Costruzione in circa onze Centosessanta…
– Di più detto Testatore si ave riservato, e riserva la potestà, e facoltà di fare una schedula, seu lista di sua ultima volontà per mani del Reverendo Sacerdote Don Mariano Zocco, o d’altro suo Padre spirituale…
Testimoni pregati dalla propria bocca del sudetto Testatore sono li retroscritti, cioè: Sacerdote Dottor Don Michele Macca…Sacerdote Preposito S.I.Dottor Don Carmelus Falla…Clericus S.I.Dottor Don Conradus Mauceri, et Valles… Aromatarius Don Petrus Boscarino… Aromatarius Don Conradus Giuliano… Aromatarius Don Antoninus Giardina… Clericus Don Antonius de Blasi… Ego Clericus Don Vincentius Coniglio…>>
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NOTA BENE: Testamento custodito in
– Archivio di Stato di Siracusa, Sezione di Noto –
Notaio Cicardo Corrado, registro n° 7707 e volume di minute n° 7705.
Trascritto a cura di Giuseppina Calvo
Archivista presso l’Archivio di Stato di Siracusa, Sezione di Noto
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LE FOTO DELLA CHIESA DI SAN DOMENICO
SONO DEL NOSTRO AMICO FOTOGRAFO SALVO CATANEO CHE RINGRAZIAMO.