Incontro fra Crocetta e Corrado Giuliano sulla Soprintendenza SIracusa
“L’INCONTRO CON IL PRESIDENTE CROCETTA E’ STATO POSITIVO,
ASPETTIAMO NOVITA’ SULLA SOPRINTENDENZA DI SIRACUSA”
E’ il commento rilasciato dall’avv. Corrado Giuliano del Comitato per i parchi che oggi, alle 13,00, ha incontrato a Palermo il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, per illustrare le motivazioni che hanno spinto le più importanti associazioni dell’ambientalismo siracusano, organizzate nel Coordinamento SOS Siracusa, ad intervenire con fermezza in difesa dell’operato dell’ex soprintendente Beatrice Basile, revocata dall’incarico agli inizi di settembre senza che la Direzione generale del Dipartimento ai beni culturali della Regione siciliana chiarisse le ragioni del provvedimento.
Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche la deputata regionale Marika Cirone Di Marco, l’avv. Giuliano, ha illustrato i contenuti del documento che alleghiamo alla presente. Il presidente Crocetta ha rassicurato che verificherà personalmente la correttezza e regolarità dell’iter amministrativo che ha portato alla revoca della soprintendente di Siracusa. Ricordiamo che la settimana scorsa l’avvocato Giuliano ha depositato presso la Procura di Siracusa un esposto/denuncia perché si indaghi sulla legittimità e correttezza dei provvedimenti assunti dal Dirigente generale del Dipartimento regionale beni culturali, dott. Giglione.
Siracusa, 17 settembre 2014
Documento per il Presidente On. Crocetta – mercoledì 17 settembre 2014 ore 13 – Palermo
La richiesta avanzata dalle Associazioni Ambientaliste -; Legambiente ; Italia Nostra , Comitato per la salvaguardia Mura Dionigiane di Siracusa S.L. Agnello – Ettore Di Giovanni, Green Italia ; SOS Siracusa, all’occasione dell’incontro Venerdì 12 settembre 2014 con la deputazione regionale e nazionale della Provincia di Siracusa, e la richiesta di chiarimenti sollevata nella Assemblea pubblica tenutasi a Siracusa il 5 Settembre con la presenza attiva di decine di cittadini indignati, di intellettuali e studiosi, sulla sospensione da Soprintendente ai BB AA CC di Siracusa della Dr.ssa Beatrice Basile.
Richiesta di incontro chiarificatore con il Presidente della Regione Rosario Crocetta e con il Dirigente Generale Giglione.
Si offrono in dono al Presidente due opere significative e testimonianza dell’importanza della posta in gioco:
1)La testimonianza della storia degli studi dell’immenso patrimonio della città di Siracusa, che ha coperto 500 anni di indagine dei più grandi ricercatori italiani e stranieri della colonizzazione greca in Italia e delle isole Tirreniche, della colonizzazione romana e bizantina e della storia moderna della città – La voce SIRACUSA nella BIBLIOGRAFIA TOPOGRAFICA DELLA COLONIZZAZIONE GRECA IN ITALIA, fondata da Nenci e Vallet, per la Scuola Normale Superiore di Pisa. Un volume di quasi 500 pagine, con due importanti introduzioni del Prof. Giuseppe Vozza, stampato nel 2011, fitto solo di date e citazioni bibliografiche su Siracusa dal 732 a.c. al 2010, di Fonti letterarie, epigrafiche e numismatiche, di Storia della ricerca archeologica e di Bibliografia. Un volume di soli dati, che ospita tra le migliaia di citazioni anche la indicazione degli scritti su Siracusa della Prof.ssa Beatrice Basile.
2) La pubblicazione degli atti del CONCORSO DI IDEE PER LA VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA DELLE MURA DIONIGIANE di Siracusa che abbiamo promosso in questo 2014, ed al quale hanno partecipato 81 gruppi di progettazione, 267 studenti di cui 16 stranieri, 48 docenti tutti riuniti in 52 gruppi delle più prestigiose universita italiane dal Politecnico a Cà Foscari, di Firenze a Roma a Catania a Palermo, di cui 179 progettisti coraggiosi. Una inziativa inspirata oltre che dal grande urbanista Vincenzo Cabianca animata dalla presenza, dai suggerimenti e dalla attenzione della Prof.ssa Beatrice Basile quale Soprintendente di Siracusa
Doleance:
La sospensione della Dr.ssa Basile nella Sua funzione rischia di arrestare il processo virtuoso ( che grazie allla opportunità del Governo Crocetta) era stato avviato durante la reggenza della studiosa, processo che ha visto e vede in corso di attuazione e definizione progetti che la città da decenni aspettava e che sono stati compiuti in gran parte, e che costituiscono il coronamento di battaglie e di sforzi decennali della comunità scientifica, dei movimenti ambientalisti e delle forze politiche più responsabili e che più hanno a cuore i patrimoni ed il futuro della città, al riparo dalle incursioni speculative che negli ultimi cinquant’anni ne hanno sconvolto bellezza e paesaggio:
Gli obiettivi raggiunti
a) Dobbiamo alla reggenza Basile nei pochi mesi di sua attività la perimetrazione del Parco Archeologico delle Mura Dionigiane e della Neapolis fortmente voluto già dal 1947 dal grande archeologo Luigi Bernabò Brea, che parlava già allora di un grande piano urbanistico archeologico e paesaggistico, perseguito dai suoi migliori successori con gli espropri di grani aree a rischio operate dal Prof. Vozza, oggetto di una legge regionale sui parchi archeologici rimasta inattuata per 14 anni dal 2000, e che grazie alla inziativa e tenacia della Prof.ssa Basile, confortata sicuramente dalle condizioni favorevoli poste dal Suo governo, ha visto finalmente la luce. Il Parco che Lei si è trovato a realizzare è uno dei più grandi ed originali parchi d’Europa, centrato sullo straordinario sistema difensivo, unico per la sua epoca, delle mura antiche del V secolo a.c. e del Castello Eurialo. Con questo Parco e con quello della Neapolis Siracusa si presenta con una immagine globale come la città più ricca ed importante sotto il profilo archeologico di tutta la Sicilia e dell’intero Paese. In quanto esso diversamente da Selinunte, Agrigento, Pompei, Atene Petra, per richiamare qualche esempio, vive in un contesto di urbanizzazione e di insediamento vivo da 2.500 anni ininterrottamente. Ci domandiamo quale sarà il destino e quali saranno le garanzie perché il processo avviato vada a suo naturale compimento con la definitiva approvazione del Parco Archeologico del suo regolaento e della Sua gestione. Si infittiscono ricorsi al TAR, imboscate cementificatorie, miunacce di arretramento.
b) Dobbiamo alla reggenza Basile nei pochi mesi di sua attività l’apertura di siti chiusi da decenni grazie a quel concerto con le Associazionidi volontari , a costo zero per l’Ammnistrazione e con i vantaggi che ne derivano sia per la ricerca, che per il turismo, che per il tessuto economico me non ultimo per l’arricchimento della qualità della vità. Quel metodo lo ricordiamo utilizzato negli anni sessanta dal grande Bernabò Brea che non esitò ad affidare a gruppi di volontariato, ante litteram ambientalisti, scavi di necropoli importanti, siti archeologici oggi di primario interesse scientifico e turistico.
c) Dobbiamo alla reggenza Basile nei pochi mesi di sua attività, dopo anni di opacità gestionali, di incomprensibili disfunzioni l’utilizzazione dei fondi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso, previsto da una legge del 99, l’art.7 L.R.10/99 da destinare ad opere strutturali per i monumenti e per iniziative culturali in collaborazione con il Comune. Erano fondi rimasti nei cassetti dell’Amminsitrazione, utilizzati per altri fini e distratti dalla loro naturale destinazione e che finalmente dopo 15 anni la gestione oculata e pervicace della Soprintendenza aveva riconsegnato ai naturali destinatari
d) . Dobbiamo alla reggenza Basile nei pochi mesi di sua attività il coordinamento ed il continuo confronto costruttivo con le istituzioni locali, con i portatori di interessi pubblici, con tutta la ampia e più responsabile area dell’associazionismo ambientalista.
e) Dobbiamo alla reggenza Basile nei pochi mesi di sua attività il ritorno dopo dieci anni, salvo la brevissima reggenza della Prof.ssa Ciurcina, grazie alla quale si potè esitare il piano paesaggistico, alla grande tradizione della Soprintendenza di Siracusa, a quella che lega insieme l’esperienza di ricerca di impegno di competenza dei grandi archeologici che per quasi cento anni hanno fatto della Soprintendenza di Siracusa il più grande centro di ricerca archeologica applicata da Paolo Orsi a Cultrera a Bernabò Brea, alla Pelagatti a Vozza alla Basile, con i grandi interscambi culturali con la scuola tedesca dei Martens e francese dei Vallet. Questi dieci anni dopo la reggenza Voza, hanno significato per la città la stagione più triste e di maggiore abbassamento della linea della tutela e del rispetto dei suoi valori paesaggistici ed archeologici. Hanno consentito nel concreto lo scempio di quel piano regolatore del 2004/2006 che ha significato la cementificazione di aree delicatissime del nostro territorio suburbano, di aree a verde agricolo sventrate dalle speculazioni ed aggredite da interventi di urbanizzazione insensate e paragonabili soltanto agli interventi urbanistici di rapina degli anni ’60.
E’ chiaro che l’arresto traumatico di tale processo, oltre che indignare la città, conferma il sospetto che tale processo non andava nella direzione voluta da quanti preferiscono economie del mattone, delle occupazioni delle aree, dell’edilizia , della rapina dei beni collettivi, quali uniche risorse della nostra economia a qualsiasi prezzo ed a qualsiasi condizione.
I timori ed il rischio per il futuro della città e per le sue scelte
E’ chiaro che l’arresto traumatico di tale processo pone a rischio tutte le scelte future e che incombono oggi e subito sul destino urbanistico paesaggistico e di tutela dei suoi patrimoni archeologici di Siracusa:
1) E’ in corso l’avvio per il nuovo Piano Regolatore della Città decaduto ormai da oltre tre anni.
2) E’ in corso l’avvio per la redazione del Piano Particolareggiato Ortigia decaduto da quasi 15 anni.
3) E’ in corso l’approvazione del Piano Paesistico al quale l’archeologa con tutto lo staff della Soprintendenza avevano strenauamente lavorato, staff che oggi, alla pari della Basile, voci sempre più insistenti, gridano essere ad alto rischio di rimozione ‘per rotazione’.
4) E’ in corso la istituzione della Riserva della Pellerina, strappata ad una scellerata prescrizione di Piano Regolatore che la destinava a Villaggio Turistico.
5) E’ in corso la verifica dell’attuazione del Piano di Gestione UNESCO rimasto lettera morta, a parte le retoriche sconclusionate, dal 2005, a quasi dieci anni dalla inclusione nella lista Eritage.
6) E’ in corso parallelamente alle perimetrazioni del Parco Archeologico, del Piano Paesistico, del PRG una ampia iniziativa di offensiva cementificatoria all’Epipole, ancora alla Balza Acradina, ancora nelle aree costiere.
Le illegalità: i diritti e la trasparenza calpestati
La sospensione della Prof.ssa Basile trascina però con se altre inquitanti questioni di illegalità, di illegalità e di barbarie inaccettabili in uno Stato di diritto e soprattutto in una Regione in cui Lei ha voluto farsi paladino di giustizia contro il malaffare della politica e della malamministrazione.
Illegalità che prima di Lei noi abbiamo voluto sottoporre all’attenzione della Procura della Repubblica di Siracusa, in data 8 settembre, con l’esposto denuncia che Vogliamo sottoporre alla Sua attenzione dopo avere attenzionato anche il Suo Assessore ai BB CC AA venuta a Siracusa. Illegalità che, unitamente alla Basile, andremo anche prospettare al Giudice del Lavoro, al quale la stessa ha dovuto rivolgersi per porre nel nulla, e rendere inefficaci quei provvedimenti illegittimi ed uscire dal mare di veleni e di insinuazioni calunniose prive di fondamento ma ancor prima prive di contestazioni serie e reali. Interverremo anche in quel processo in quanto è dal suo esito che dipenderà anche la restituzione della reggenza negata alla Prof.ssa Basile. Il suo dirigente generale, quel certo Giglione di aperta appartenenza partitica e del quale abbiamo chiesto la rimozione, che speriamo sia qui con Lei, ha mosso una serie di provvedimenti censori nei confronti della Dr.ssa Basile, affrettati e tutti viziati da sviamento palesissimo di potere, emettendo ben quattro atti che tradiscono l’intento persecutorio, armato da oscure ragioni di interesse di faida partitica, lontano anni luce dall’interesse pubblico.
I provvedimenti illegittimi e sviati
Voglio richiamarli soltanto per sintesi perché sono atti che La offendono ed offendono la immagine di legalità che Lei ha voluto con rigore darsi:
1) La nota a firma del richiamato Dirigente, dei primi di Agosto 2014, con la quale è stato avviato ai sensi dell’ art. 8 della L.R. n. 10/1991 il procedimento di riesame di incarichi di preposizione ai Servizi Soprintendenza, essendo stati, a dire del Dirigente, oggetto di contenzioso giudiziario avanti a Giudici del Lavoro per presunti profili di illegittimità delle procedure di affidamento.
2) La nota a firma del richiamato Dirigente Generale di fine Agosto di avvio del procedimento di revoca di incarico dirigenziale.
3) La nota, a circa una settimana, dei primissimi giorni del mese di Settembre, sempre ad iniziativa dello stesso D. Generale di sospensione dall’incarico di Dirigente responsabile della Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa. Inoltre nel corso dello stesso mese di Agosto, presso l’Ufficio della Soprintendente di Siracusa è stata disposta
4) visita ispettiva straordinaria, che ha motivato, pur senza contestazione dell’esito della stessa i provvedimenti di avvio di revoca e di sospensione e dei quali infra si dirà.
Il metodo oscuro e la procedura obliqua
Inoltre impongono una attenta indagine gli inquietanti segnali che hanno preceduto e seguito l’adozione dei provvedimnenti indicati e la procedura utilizzata dal Direttore Generale dell’assessorato ai BB.CC. della Regione siciliana dottor Giglione. La visita ispettiva del 6 agosto, la chiusura indagini il 13 agosto, l’avvio del provvedimento di revoca del 22 agosto, e il provvedimento di sospensione con l’indicazione di un interim del 3 settembre, senza motivazioni circostanziate e rese ufficiali alla stessa interessata. Le motivazioni negate all’interessata sono state invece ampiamente affidate ad altre fonti trasversali (quali Facebook e mezze notizie delle cronache locali me da diffusioni anonime).
1) Quanto al primo provvedimento, mai portato a termine:
Il primo provvedimento di avvio di riesame dell’incarico traeva premessa dalla circostanza che taluni degli incarichi già conferiti sarebbero stati interessati da contenzioso giudiziario nel contesto del quale sarebbero emersi dei profili di illegittimità delle relative procedure di affidamento. Ed abbiamo inutilmente chiesto, senza avere alcuna risposta dal Direttore Generale Dr. Giglione, ogni più ampia delucidazione per comprendere la connessione tra le pronunce giudiziarie intervenute e l’avvio del procedimento di riesame dell’incarico conferito alla Dr.ssa Basile.
Tali informazioni non sono mai pervenute, né alcun riscontro giustificativo del mancato invio di esse.
Altra risibile motivazione che giustificava quel primo atto di presunto riesame di incarichi di preposizione ai Servizi Soprintendenza, presuntivamente e fittiziamente di carattere generale, e cioè la mancata registrazione del contratto individuale con i dirigenti nominati..
Tale debole motivazione contrasta con la validità dell’assegnazione alla posizione dirigenziale che consegue già alla accettazione dell’incarico, laddove l’approvazione della Ragioneria è un atto dovuto, la cui eventuale omissione non potrebbe che ascriversi alla responsabilità amministrativa del dirigente. Si avanzava richiesta di ogni opportuna informazione anche sui motivi della ipotizzata mancata registrazione, informazione mai pervenuta dal Dirigente Generale Dr. Giglione.
Tale procedimento sino ad oggi, ad oltre un mese di distanza, non si è definito.
Ancor più grave lo sviamento di potere operato con i due successivi provvedimenti e con l’atto ispettivo eseguito in pieno Agosto.
2) Quanto al provvedimento di avvio del procedimento di revoca dell’ incarico dirigenziale dello Dr.ssa Basile con riferimento alle risultanze della ispezione straordinaria presso la Soprintendenza.
Alla Dr.ssa Basile non è stata mai portata a conoscenza la relazione ispettiva a fondamento del procedimento. Oscure quindi le contestazioni e gli addebiti in palese violazione di ogni garanzia difensiva e di motivazione degli atti, di trasparenza per la pubblica opinione così profondamente scossa dai fatti di che trattasi. A contribuire a rendere il quadro più inquietante ed arbitrario bisogna ricordare che l’avvio della revoca è pervenuto senza che l’altro procedimento di presunto e risibile riesame di incarichi di preposizione ai Servizi Soprintendenza si sia esitato, senza che lo stesso funzionario Dr. Giglione abbia ritenuto di riscontrare le due note di osservazioni con richieste espresse di ostensione di documentazione.
3)Il terzo provvedimento di sospensione, di estrema gravità intimidatoria e di manifestazione di senso della impunità, accusa gli stessi vizi dell’avvio dell’atto di revoca, essendo anch’esso privo di contestazione e di motivazione, riferito all’indagine ispettiva della quale non è dato conoscere né l’esito né i contenuti di quanto rilevato. Il richiamo soltanto alla indagine ispettiva tradisce ulteriormente il carattere persecutorie e le mire di rimozione.
4)La illegittimità della ispezione così condotta, ed il suo carattere di abuso sorgono da semplici intuitive considerazioni: il potere ispettivo – se usato per l’accertamento di fatti disciplinarmente rilevanti – segue la natura del potere disciplinare e ne costituisce sub-procedimento. Quindi è soggetto alle stesse condizioni del potere disciplinare. Nessuna di queste garanzie di trasparenza e di rigore ed aderenza alla legalità sembra essere stata osservata. Se il potere ispettivo è usato per l’accertamento di fatti inerenti il funzionamento dell’Ufficio, va da sè che il titolare dell’Ufficio avrebbe dovuto avere il diritto/dovere di essere associato al procedimento. Non fa onore al Suo governo la abnome ispezione dissimulante un procedimento disciplinare e insieme contrattuale, ispezione non avvisata, non procedimentalizzata, non partecipata alla diretta interessata, alla quale è stato ed è appositamente impedito il diritto di difesa, e con pregiudizio per l’intera comunità siracusana.
E’ per tutto questo che insistiamo nella richiesta di rimozione immediata del suo Dirigente Generale e nella immediata reintegra nel posto di Soprintendente della Dr.ssa Basile.
La causa endemica dell’accaduto
Il male endemico, padre dell’accaduto, ed il caso Basile ne è la sofferta cartina di tornasole, è ben indicato in un documento diffuso sul caso Basile dalla funzione pubblica della CGIL Dirigenti, letto ed esposto all’occasione del’incontro con la deputazione regionale e nazionale il 12 settembre 2014, a firma del responsabile provinciale di Siracusa Avv. Salvo Salerno, che pure portiamo alla attenzione del Presidente. Il caso Basile costituisce il diretto risultato dell’assetto ingovernato, ma infeudato della dirigenza pubblica regionale. Tale vicenda non è affatto isolata, si è già ripetuta precedentemente con decine di altri casi di dirigenti, colpiti e rimossi solo per avere la colpa di non godere di padrinaggio politico e di essere rimasti fedeli al giuramento sulla Costituzione. Tale vicenda inoltre si spiega con pochi riferimenti normativi.
La Legge 15 maggio 2000 n. 10 è stata disattesa dalla classe politica anche nelle sue previsioni più positive e strategiche. Per dirne una ci riferiamo al Ruolo Unico (art. 6) che, in sostituzione delle vecchie tabelle professionali, ora racchiude tutti i dirigenti. In tale bacino l’Amministrazione avrebbe dovuto pescare i dirigenti da incaricare e con cui stipulare i relativi contratti di incarico (art. 9). Dove si è voluto creare allora il black out da parte dei governi Cuffaro, Lombardo, ed ora anche Crocetta? Semplice ! In un espediente solo apparentemente secondario e cioè nella mancata attuazione della seconda parte dell’art. 6 sul Ruolo Unico, quella parte che espressamente prevedeva che il Ruolo Unico venisse “articolato in modo da garantire la necessaria specificità tecnica e/o professionale anche ai fini dell’attribuzione degli incarichi in relazione alle peculiarità delle strutture … e per promuovere la mobilità e l’interscambio professionale degli stessi [dirigenti]… tra amministrazioni …”.
Niente suddivisione del Ruolo Unico in sezioni tecniche e professionali, quindi e i profitti malsani sono arrivati puntuali e copiosi per la politica. Come? Senza distinzione dei dirigenti secondo le qualità tecniche e professionali ai fini dell’attribuzione dell’incarico, succede che tutti insieme i dirigenti vanno bene per qualsiasi incarico, salta il meccanismo selettivo dell’art. 9 della Legge 10/2000 che subordina l’incarico al possesso anche del requisito professionale, quindi alcun confronto di titoli e meriti è più necessario per il conferimento dell’incarico. Decide solo il politico, cioè il Presidente e l’Assessore, attraverso il loro strumento diretto che è il Dirigente Generale. Succede così – e succede veramente – che il geologo possa guidare un Ufficio del Contenzioso, un filosofo vada a guidare un Ufficio ambientale, un legale vada a dirigere un Ufficio agricolo e così via. Tutti intercambiabili, nessuno necessario, l’unico requisito lo dà il politico. Così una pedagogista, neppure dipendente regionale, diventa Segretario generale della Regione, così un geometra senza essere dirigente, diventa capo di uno dei più grossi enti regionali, così un ingegnere si permette di far scrivere ad un agronomo le direttive sul contenzioso, nonostante che disponga di un legale, etc etc.
Cosicchè l’incarico viene assegnato su basi politico-amicali-nepotistico-clientelari ed è preordinato a orientare l’azione del dirigente non più all’applicazione oggettiva della legge secondo il principio dell’imparzialità e del servizio alla Nazione (artt. 97 e 98 della Costituzione), ma secondo criteri che favoriscono il suo dante causa, cioè l’assessore che lo ha nominato e il gruppo politico che investe su di lui. Anche per questo è possibile che un dirigente generale – non importa se bravo o meno – disinteressandosi delle norme sul procedimento amministrativo o sulle procedure contrattuali, possa rimuovere come birilli i dirigenti sottordinati non funzionali all’obiettivo politico. Anche per questo è stato possibile che a un archeologo possa essere preferito un architetto, nella guida della Soprintendenza archeologica più importante. E quanto sopra avviene surrettiziamente ed impunemente, nonostante che la Corte Costituzionale, con sentenza 05.02.2010 n° 34 abbia dichiarato l’illegittimità dello spoil system dei dirigenti intermedi.
Inutile dire che una gran mole di titoli professionali “spazzatura” è l’ulteriore conseguenza di quel sistema drogato che così si alimenta di continuo. Perchè è ovvio che il dirigente “fidato” della politica accumula incarichi che poi spenderà nel suo curriculum per conseguire sempre nuovi incarichi. Persino l’avvio, oggi, di una procedura formalmente rigorosa e trasparente di selezione dei nuovi incarichi in base ai titoli, finirebbe così per premiare proprio i dirigenti più infedeli alla Costituzione. Il sistema è ormai talmente drogato che un’alta dirigente senza titoli ed esterna alla burocrazia togata, si può permettere di dare nella qualità, con tanto di firma, il suo parere favorevole all’alto incarico attribuito dal governo al marito anch’egli esterno all’amministrazione, con buona pace delle norme sull’obbligo di astensione e delle recenti norme del D.Lgs. n. 39/2013 anticorruzione e non solo non viene sanzionata e cacciata, ma anzi viene premiata con un incarico ancora più prestigioso..
Con l’entrata in vigore della Legge regionale n. 10/2000 centinaia di “dirigenti” sono transitati nella amministrazione regionale, fuori organico e senza copertura finanziaria, assorbiti con leggine e provvedimenti ad hoc, quindi senza aver sostenuto uno specifico concorso per titoli ed esami (si pensi solo al caso dei “divulgatori agricoli” o al caso di meri funzionari provenienti da altri enti e promossi dirigenti regionali) oggi ascesi perfino ai più alti incarichi, senza mai aver superato un concorso per esami. La colpa di tutto questo non è certo dei dirigenti regionali “originali” entrati per concorso pubblico per esami Ed oggi così, per colpa della politica, il numero dei dirigenti regionali, tra puri e “spuri”, è balzato al numero di quasi 1800 unità, il 95 % dei quali è parcheggiato in “terza fascia”, mentre la prima fascia – quella che dovrebbe esprimere i dirigenti generali – contempla solo due unità e mentre la seconda fascia – che dovrebbe fare da base per la prima – ne contempla solo 42, tra cui però soggetti che non hanno mai sostenuto un concorso, che sono entrati silenziosamente provenendo da o in particolari enti. Risultato: tutti in terza fascia, compresi gli attuali dirigenti generali, che una sentenza recente del TAR Palermo (15/05/2014 N. 01244) ha praticamente dichiarato abusivi, proprio perchè in terza fascia!
Il merito delle indiscrezioni e dei veleni
Sono pronto a dibattere del merito che ha procurato le dimissioni e tuttavia preferirei evitarlo in quanto le contestazioni mosse ed alla base di tutti i provvedimenti che hanno colpito la Prof.ssa Basile non sono stati resi noti per le vie istituzionali e secondo piena legalità, sono sino ad oggi voci ed intimidazioni, sono materia di miseraabili faide politiche dalle quali doveva essere pienamente lasciata fuori la Dr.ssa Basile.
Sono circostanze diffuse con colpa grave, per monconi, affidati alla stampa, con metodi trasversali affidati a terzi interessati, sono rimasti chiusi nelle segreterie delle consorterie elettorali che si spacciano per partiti, pervenuti, prima che all’interessata, al suo gabinetto presidenziale, oggetto di contestazioni politiche che ben poco ci riguardano, sicchè – le insinuazioni che girano protocollo alterato, piscine abusive assentite – convenzioni compiacenti, rimangono sino ad oggi incerte e subdole calunnie, affidate ai “si dice”, brandelli di atti affidati al malaffare della politica politicante ed alla malamministrazione più servile ai dictat del capobastone di turno, e che fino ad oggi non possono, fin quando non vengono portate pienamente a conoscenza dell’interessata e dalla stessa controdedotte, costituire alcuna ragione di provvedimenti punitivi ed intimidatori.
Questi documenti, queste verbalizzazioni di visite ispettive, maturate in un contesto di arrogante illegalità, non possono assumere dignità di atti di una amministrazione democratica e coerente con i valori dell’art. 97 della Costituzione, sono l’opposto della trasparenza e della legalità.
Conclusioni e richiesta di chiarimento
Egregio Presidente temiamo che, involontariamente, Ella si sia fatto esecutore di un disegno scellerato di illegalità arrogante, sacrificando persone, integerrimi funzionari, valori, aspettative e speranze che avevano riposto nel suo operato affidamento e fiducia. Attendiamo ora la sua serena e meditata risposta, al riparo dai toni sino ad oggi riportati dagli organi di stampa, attendiamo atti coerenti con il suo progetto di amministrazione trasparente e liberata dalle manovre oscure e contrarie all’interesse pubblico. La ringraziamo per la opportunità della udienza accordataci, come ringraziamo l’On. Marika Cirone Di Marco e l’On. Bruno Marziano di essersi fatti partecipi e tramiti dell’incontro.
Associazioni Ambientaliste -:
Legambiente ; Italia Nostra , Green Italia ; SOS Siracusa,
Comitato per la salvaguardia Mura Dionigiane di Siracusa S.L. Agnello – Ettore Di Giovanni.
Siracusa Palermo 17 settembre 2014
Avv. Corrado V. Giuliano