Bono su Quasimodo: seconda lettera al Sindaco di Modica.
SECONDA LETTERA APERTA AL SINDACO DI MODICA
IN MERITO AL BUSTO SCOMPARSO DEL POETA QUASIMODO
Egregio Signor Sindaco,
in tutta sincerità, dopo la prima lettera aperta in merito alla scomparsa del busto bronzeo dell’esimio Poeta, ci saremmo attesi una sua risposta diretta o a chiarire il mistero o, almeno, per assumere pubblicamente impegni concreti in merito al doveroso accertamento delle responsabilità.
Ma Lei è rimasto silente.
In compenso il suo Assessore alla Cultura, ha ripetuto per l’ennesima volta l’incredibile versione dei fatti che si limita ad una sterile e impotente presa d’atto della scomparsa dell’importante manufatto e della sua totale “perdita di tracce”, ritenendo in tal modo di chiudere una vicenda semplicemente riconducendola all’oblio, da cui alcune persone animate da profondo senso civico hanno cercato di riesumarla.
Il suo silenzio avalla la presa di posizione del suo Assessore, che dà del Comune di Modica una immagine certamente non edificante, di un Ente privo di trasparenza in cui è possibile sottrarre beni culturali a piacimento e, non solo farla franca, ma non avere neanche la preoccupazione che qualcuno possa effettuarne la ricerca, o semplicemente denunciarne la scomparsa all’Autorità Giudiziaria.
Perché alla fine della fiera è questo quello che sembra sia avvenuto, certamente in un passato, ma neanche troppo lontano, di cui ovviamente la sua Amministrazione non ha responsabilità, ma che oggi potrebbe coinvolgerla attraverso il principio della continuità amministrativa, che non contempla scuse rispetto al dovere di tutelare sempre e comunque l’interesse pubblico.
La domanda che impone una risposta, e non una semplice scrollata di spallucce, è cosa è accaduto quando è scomparso il busto bronzeo di Quasimodo?
Possibile che Modica sia l’unico Ente Pubblico Territoriale d’Italia che non abbia un inventario dei beni mobili e immobili di proprietà Comunale?
E se fosse davvero così, non sarebbe questa una grave violazione che, nella continuità amministrativa, coinvolgerebbe anche la Sua Amministrazione?
Ma non è forse vero che, in ogni caso, al momento dell’acquisto del prezioso manufatto, risalente secondo alcuni al 1962, in occasione della visita a Modica del Poeta, un dipendente comunale avrebbe dovuto ricevere l’incarico di consegnatario e, pertanto, di responsabile della sua custodia?
E quando il busto, fruito pubblicamente pare fino ai primi anni novanta, sparì dalla circolazione e non fu più trovato, non avrebbe dovuto essere presentata una denuncia all’Autorità Giudiziaria?
Queste avrebbero dovuto essere le procedure adottate da una Amministrazione Pubblica ispirata alle Buone Pratiche amministrative e capace di tutelare realmente l’interesse e il patrimonio Pubblico.
Se tutto ciò è alla base della scomparsa, è davvero così complicato aprire una seria indagine interna e ricostruire tutti i passaggi per accertare quando è accaduta la sottrazione e quindi individuare i responsabili, quanto meno delle omissioni e, forse, tornare in possesso dell’opera?
Ma la vera domanda è se, come pare, si voglia stendere sulla questione un velo pietoso, o piuttosto andare fino in fondo e appurare tutta la verità su quanto è accaduto.
Ecco, Signor Sindaco perché le abbiamo scritto e le stiamo scrivendo di nuovo.
La verità sul busto scomparso di Quasimodo ha nella fattispecie una valenza ben più profonda del semplice ritrovamento di un’opera d’arte acquisita in onore del cittadino più illustre della storia Modicana e noi riteniamo che questo non possa sfuggire alla sua sensibilità, così come non è sfuggito a quella dell’intera comunità da lei amministrata.
In attesa di un suo stimato riscontro, e se vuole anche incontro, voglia gradire distinti saluti.
NICOLA BONO – ALESSANDRO BUSCEMI