Noto: …Di Satira in Satira!
DI SATIRA IN SATIRA
di Enzo Papa
Noto,25 Gennaio 2015 – E’ chiaro ormai: quando non si riesce democraticamente, nel rispetto delle regole democratiche, si ricorre alla forza o alla satira; e quando, democraticamente sconfitti non si può ricorrere alla forza, si dà forza alla satira, quasi per darsi credibilità e ciaramellare gli ingenui.
E’ quanto accaduto a Noto, con la pubblicazione del manifesto satirico firmato dai partiti o dai gruppi (escluso “Fratelli d’Italia” che, coinvolto “malgrè lui”, molto signorilmente ha preso le distanze) che si oppongono all’Amministrazione Bonfanti, i quali non hanno digerito che il Consiglio Comunale abbia respinto la loro proposta di istituzione di una Commissione d’inchiesta sul badget utilizzato dagli Assessorati al Turismo e alla Cultura. Non sorprende affatto codesto burlesco manifesto, che tra l’altro è di buona mano, mariolesco, simpatico e invitante al sorriso; non è certo la satira “stupida e cattiva” di Charlie Hebdo, per la quale si può anche morire. Qui non c’è niente di cattivo e io sono per la libertà di satira.
Non voglio entrare nel merito politico della questione, anche se non si capisce quale Commissione d’inchiesta si sarebbe dovuta attivare, forse una specie di Sant’Uffizio che processasse e mettesse alla gogna i due assessori; piuttosto questo manifesto mi ha riportato ai bei tempi della mia adolescenza, quando durante l’infuocata campagna elettorale Sallicano-Genovesi le cantonate del Corso nottetempo venivano ricoperte di manifesti, anche ingiuriosi come le famose pasquinate, alcuni anche non privi di una loro eccentrica simpatia e bellezza, con le colorate caricature dei vari personaggi e non con loro rozze trasposizioni fotografiche.
Ancora si ricorda la cantilena “Che bella a murtadella, di Ninu Costarella, Currau si la mangiau, ahu, ahu, ahu ahu!” il cui significato era chiaro a chiunque (Currau era Sallicano, ovviamente!). Nessuno si disturbava, la gente si divertiva, sorrideva, la politica giocosa e gioiosa non ne subiva alcuna ferita. Come anche, credo, con questo buffo manifesto bonfantifobico. Io credo invece, e con me tanti altri che hanno un po’ di cervello, che i soldi pubblici, ancorché di scarsa consistenza, spesi in Turismo e Cultura siano investimenti che creano ritorno d’immagine e reddito, sono risorse che sorreggono la storica identità della Città e proiettano sempre più Noto nel panorama nazionale e internazionale.
Forse i “ragazzi” del manifesto non hanno tenuto conto di cosa fosse Noto nella seconda metà dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento e di come la Cultura fosse il principale elemento trainante della sua identità. La verità è che, come ormai è assodato a qualsiasi livello nazionale, è invalsa una dilagante assai mediocre mentalità che, assisa su troni di vanagloria, non intende concedere spazi e risorse alla Cultura.
Enzo Papa