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Portopalo di Capo Passero in festa per il 25 Aprile 2015

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Portopalo di Capo Passero in festa per il 25 Aprile 2015

70° LIBERAZIONE D’ITALIA:

PORTOPALO DI CAPO PASSERO  IN FESTA PER IL 25 APRILE  2015.

Portopalo di Capo Passero vista dal mare

Portopalo di Capo Passero vista dal mare

 – Sabato 25 Aprile 2015, la Città di Portopalo di Capo Passero, posta all’estremo lembo siciliano d’Italia, ha festeggiato per la prima volta la ricorrenza del 70° Anniversario della Liberazione d’Italia dal Nazi-Fascismo con una significativa presenza di quasi tutte le Rappresentanze Militari e Civili che, per l’occasione, han potuto partecipare: questo avvenimento – piccolo in sé ma grandioso nel suo significato etico-politico e socio-culturale – promosso e voluto con indefessa fede patriottica dal suo Sindaco, Cap.GdF in congedo dott. Giuseppe Ferdinando Mirarchi – ha visto sfilare anche una Delegazione della Sezione UNUCI (Associazione Ufficiali in Congedo d’Italia) di NOTO, che aveva accolto da tempo e con piacere l’invito del Primo Cittadino, del quale pubblichiamo il Messaggio rivolto in quella felicissima occasione. (Biagio Iacono) 

MESSAGGIO DEL SINDACO DI PORTOPALO C.P. PER IL 25 APRILE 2015

Porgo il saluto della Città di Portopalo di Capo Passero a tutte le Autorità civili, militari  e religiose, presenti in questa Via Vittorio Emanuele, a tutte le Associazioni Combattentistiche e non, a tutte le Associazioni di Volontariato e a tutti Voi cari Concittadini. Vi ringrazio per la vostra partecipazione alla celebrazione del 25 Aprile, 70° Anniversario della Liberazione.

Un particolare saluto all’Onorevole Tommaso Currò, Deputato nazionale, al corpo Insegnanti, a tutti i bambini che anche quest’anno si sono uniti a noi in questo giorno di Festa nazionale ed al Gruppo Flauti e al Gruppo GAITE dell’Istituto Comprensivo Karol Woityla di Siracusa che ci hanno voluto onorare, anche oggi, dopo l’eccellente esibizione del 40° Anniversario dell’Autonomia di Portopalo di Capo Passero.

Il Sindaco di Portopalo di Capo Passero, dott. Giuseppe Ferdinando Mirarchi

Il Sindaco di Portopalo di Capo Passero,                  dott. Giuseppe Ferdinando Mirarchi

Questa ricorrenza ci tramanda il ricordo della libertà conquistata il 25 aprile del 1945 quando, grazie alla lotta della Resistenza, l’Italia sconfisse il fascismo e divenne libera. Una ricorrenza che rappresenta l’origine dell’Italia libera e democratica, della Repubblica fondata sul lavoro, sull’uguaglianza e sulla solidarietà e che ripudia la guerra.

Una ricorrenza che continua ad essere ancora oggi il fondamento sul quale poggia il nostro essere una Nazione, unita non solo da una comunione culturale, geografica e storica, ma anche e soprattutto dalla condivisione dei valori non negoziabili della nostra Costituzione che, vincolandoci gli uni con gli altri, disciplinano il nostro vivere quotidiano rendendoci tutti membri di un’unica società che vuole essere giusta e solidale. E proprio l’Antifascismo e la Resistenza sono le fondamenta sulle quali è nato un vero sentimento di unità nazionale.

70 anni sono trascorsi da quella data. E’ giusto, quindi, anche oggi, farlo perché non è retorica, non è anacronistico ricordare i valori della Resistenza, ma è semplicemente doveroso.

Tutti sappiamo della profonda crisi economica e dell’assenza di lavoro che rischiano di scaricare rabbia e frustrazioni contro il fenomeno dell’immigrazione. E’ però proprio quando le cose vanno male che dobbiamo ancorarci ai principi di solidarietà tra uomini, di fratellanza e di Pace. E’ nella tempesta che serve la bussola. E’ nelle difficoltà che dobbiamo dimostrare che i principi della nostra Costituzione non sono negoziabili.

Portopalo 010Abbiamo quindi oggi più che mai il dovere di celebrare questa Festa e di mantenere fermo il suo autentico significato: non un momento per celebrare indistintamente tutti i Caduti senza distinguere tra oppressi e oppressori, tra Fascisti e Partigiani, ma, il XXV Aprile celebra – e deve continuare a farlo – il prevalere dei Valori della Resistenza trasfusi nella Costituzione.

Ed in questo non posso che ringraziare, ogni volontà oggi qui presente, tutti custodi dei Valori della Resistenza, da sempre impegnata a divulgare la storia degli uomini e delle donne che hanno combattuto per la nostra libertà. E non posso non sottolineare la sincera e onesta partecipazione in questa cerimonia da parte dell’Associazione Nazionale “LAMBA DORIA” di Siracusa, con a capo il Dott. Prof. Michele Moscuzza. Quella di oggi, oltre al valore storico intrinseco per la data del 25 Aprile, potrebbe essere motivo di opportunità, per una giusta equa pacificazione nazionale, delle parti contendenti in un mondo territoriale – ovvero l’Italia tutta – senza rancori e stati d’animo l’un contro l’altro armati.

La Corona d'Alloro deposta ai piedi della Lapide che ricorda i Caduti di Portopalo di Capo Passero.

La Corona d’Alloro deposta ai piedi della Lapide che ricorda i Caduti di Portopalo di Capo Passero.

 

La Resistenza non è stata un romanzo, ma è anzitutto una storia di uomini straordinari, di vite vissute con altruismo e coraggio, fondate su ideali puri e sulla speranza di consegnare a noi un’Italia migliore, libera e solidale. Uomini che, come scrive Calamandrei, avevano capito che…“Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini”.

La Delegazione UNUCI-NOTO guidata dal Presidente Ten. prof. Biagio Iacono

La Delegazione UNUCI-NOTO guidata dal Presidente Ten. prof. Biagio Iacono

Così come hanno fatto i nostri Caduti doverosamente e rispettosamente riportati sulla  lapide qui posta in alto. Le vite di questi Uomini vanno raccontate per fare sentire i giovani, le nuove generazioni, parte di quella storia e rinsaldare così il sentimento di unità nazionale. Continueremo quindi a raccontare la storia di questi nostri Eroi, a ricordarli nei libri, nei nostri discorsi, con le mostre o con le targhe commemorative. Il 4 di novembre 2014, il sottoscritto e l’Amministrazione comunale tutta ne hanno dato fulgido esempio: anche Portopalo di Capo Passero ha pagato il prezzo di duri sforzi e sacrifici. Intere famiglie hanno partecipato attivamente alla Resistenza in un quadro simile al resto d’Italia.

L’attività capillare delle città della Provincia di Siracusa ha dato supporto e risorse per la difesa dalle minacce di distruzione tedesche e per l’insurrezione. La Resistenza non è stata la fiammata di un giorno glorioso, ma il frutto di una lunga, eroica semina e di un’organizzazione unitaria.

Ma ricordare le vite di quegli uomini non significa essere conservatori o ancorati al passato, ma vuol dire far ricorso alla bussola dei valori della Resistenza – i loro ed i nostri valori – per costruire un futuro migliore. E allora qual è l’insegnamento più prezioso che i Partigiani ci hanno lasciato e che dobbiamo tramandare?

Quello di lottare sempre per il nostro futuro, di non rassegnarsi di fronte alle ingiustizie, di impegnarci in prima persona nella costruzione di una società migliore, di una Patria migliore.

Il Sindaco rende Onore alla Bandiera d'Italia

Il Sindaco rende Onore alla Bandiera d’Italia

I Partigiani ci hanno portato alla Liberazione perché hanno lottato duramente e con determinazione, certo aiutati all’ultimo anche dall’esterno, dagli Alleati, a dimostrazione che termini come unità, collaborazione e coordinamento costituiscono elementi costitutivi della democrazia e della libertà.

Ma hanno lottato e combattuto per un futuro migliore. Hanno agito con Patriottismo che altro non è, come è stato scritto, che…“una disposizione a sacrificare qualcosa di sé per il bene di tutti”.

Per i Partigiani che lottarono il sacrificio fu spesso la vita; per noi, oggi, vuol dire l’impegno quotidiano per creare un futuro migliore per i nostri figli e per attuare compiutamente la Costituzione. Possiamo farlo in molti modi e dobbiamo farlo in politica perché nessun fatto della vita si sottrae ad essa, nelle istituzioni, nelle associazioni e nelle nostre famiglie.

Il rischio più grande oggi è infatti quello di cadere nel qualunquismo, nel “tanto non cambia nulla” e nel deporre così le armi del nostro impegno sociale e civico e ridurre il 25 Aprile a semplice giorno di ferie. Per quello che mi concerne, e forte della volontà espressa il 25 maggio 2014, io vi dico soltanto: sul sottoscritto ci potete contare!

E’ con onore, con sentito orgoglio, con passione sincera e del tutto disinteressato a posizioni di privilegio che mi sia permesso ricordare del mio passato trascorso per quarant’anni nella Guardia di Finanza (oggi Ufficiale in congedo), nonché dell’appartenenza nel Corpo della Guardia di Finanza dei miei due Figli gemelli, Salvatore e Francesco, nel grado di Tenente Colonnello. E’ un doveroso saluto ai miei genitori. Mio Padre anch’egli Sindaco, così come mio fratello Fernando. Non ho dimenticato mio figlio Luigi, anche egli servitore dello Stato, dipendente del Ministero dell’Interno.

Due Carabinieri in alta uniforme  hanno deposto la Corona d'Alloro ai piè della Lapide che ricorda i Caduti di Portopalo di Capo Passero

Due Carabinieri in alta uniforme hanno deposto la Corona d’Alloro ai piedi della Lapide che ricorda i Caduti di Portopalo di Capo Passero

Questa giornata deve essere, pertanto, uno stimolo per rilanciare il nostro senso di responsabilità sociale e civica, il nostro dovere di distinguere il giusto dalle ingiustizie, il nostro dovere scegliere e di schierarci  – ripeto – non per mantenere i nostri privilegi ed il nostro particolare benessere, ma a favore del bene comune recuperando il senso di vivere in una comunità e lo spirito di vera solidarietà.

Scegliere, schierarci, combattere le ingiustizie, vivere attivamente con senso di responsabilità. Questo ci hanno insegnato i Partigiani. A noi il compito di proseguire sulla strada da loro tracciata!

W il 25 Aprile! W la Liberazione!

                             Giuseppe Ferdinando Mirarchi

        Sindaco di Portopalo di Capo Passero (SR)

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N.B. Le foto della cerimonia sono del Cap. prof. Francesco Capodicasa,Vicepresidente UNUCI-NOTO.

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