1941-43: l’Italia nella polvere!
L’ITALIA NELLA POLVERE: 1940-1943!
di Alberto Giammanco
I servizi segreti inglesi non furono colti di sorpresa dall’ingresso in guerra dell’Italia, al fianco dell’alleato germanico. Occorre tornare indietro nel tempo per comprendere questi avvenimenti.
La storia
In Sicilia, da qualche secolo si erano insediate famiglie provenienti dal Nord Europa e in particolare dall’Inghilterra. Erano invogliate dal clima gradevole e dalle attività economiche. A Siracusa, nelle contrade adiacenti l’abitato di Belvedere, dei banchieri inglesi possedevano vasti territori coltivati e un’abitazione in un sito panoramico. La fedeltà dei notabili siciliani, che da periodi remoti facevano affari con gli inglesi, fu messa alla prova durante il secondo conflitto mondiale. Ebbe pure molta importanza l’isola di Malta che da diverso tempo era un governatorato britannico. Malta da prima dell’Unità d’Italia, aveva ospitato gli esuli siciliani dei moti del 1848, da Ruggero Settimo a Matteo Raeli a Nicola Fabrizi( che entrò a Noto, liberandola dalle milizie borboniche)e a tanti altri. Come vediamo il feeling con la Sicilia era ben saldo. Lo stesso primo ministro inglese W. Churchill, era stato a Siracusa, in visita, per ben tre volte a partire dagli anni venti del novecento( forse gradiva il luogo? O forse veniva a trovare degli amici?). Con l’approssimarsi dell’evento bellico, molti possidenti inglesi ritennero opportuno abbandonare l’Italia, lasciando la gestione dei beni immobili a persone di loro fiducia (in dialetto siciliano “i massari” cioè dei supervisori che si occupavano del reddito fondiario). Qualcuno poi aderì al P.N.F.(Partito Nazionale Fascista) e altri, fecero perdere le loro tracce.
La seconda guerra mondiale
Da poco era iniziato il secondo evento bellico, quando il 28 giugno1940 morì Italo Balbo. Fu colpito dalla contraerea italiana mentre pilotava un S61, sui cieli di Tobruk. Ufficialmente si disse che si trattava di un errore di avvistamento. Rimarrà per sempre il dubbio se si trattò di un fatale sbaglio o di un “voluto errore”. I. Balbo era già un quadrumviro, alla vigilia della marcia su Roma e da quel momento in poi, iniziò a brillare la sua fulgida stella, sino a quell’estate del 1940. Ci sono delle tesi, sul perché fosse indesiderato agli italiani o agli inglesi . La prima (che fosse sgradito agli italiani) che ha un certo fondamento di verità è quella che avrebbe potuto creare seri fastidi a Mussolini. Di lui il Duce disse:”Un bell’alpino,un grande aviatore, un autentico rivoluzionario. Il solo che sarebbe stato capace d’uccidermi”. In effetti I. Balbo aveva dei buoni rapporti con gli americani dal tempo della trasvolata atlantica e con gli inglesi, meno con i tedeschi. Probabilmente solo lui avrebbe potuto sostituirsi a Mussolini e forse porre fine alla guerra. Un’altra tesi, ( dell’eliminazione da parte del nemico) che rimane un po’ in sordina è quella che lo vede (esistono dei brevi filmati) immortalato presso una tribù del Nord Africa, con dei contenitori che fanno supporre essere usati per contenere greggio. Era forse a conoscenza di eventuali siti petroliferi nelle zone? Comunque si disse che aveva contatti in Egitto sufficienti a fare insorgere le popolazioni contro gli inglesi. Sta di fatto che spesso si alzava in volo la notte, assentandosi per un po’ di tempo e rientrava senza dare informazioni. Tale mistero inevitabilmente resterà insoluto per sempre.
Nei primi anni di guerra c’erano state delle segnalazioni, per tutta la provincia di Siracusa da parte dei contadini, riguardo ai lanci di paracadutisti nemici. In seguito non ci furono conferme da parte delle forze dell’ordine inerenti all’arresto di alcuno. In alcuni documenti del 1941, si hanno notizie di ritrovamenti e consegne ai Reali Carabinieri d’apparecchiature radio. Nel 1941 il ministro dell’Interno , Senise tramite telegramma informava tutte le prefetture del regno che gli inglesi, stavano organizzando degli attentati al fine di distruggere i raccolti, le centrali elettriche e altri obiettivi civili e militari. Inizialmente gli inglesi si limitarono a provocare incendi (tramite ordigni aviolanciati) sui campi di grano, in modo da avere un impatto psicologico avverso al regime, per la perdita dei raccolti. Arrivarono notizie di incendi dei raccolti a Trapani, a Noto e a Cassibile l’incendio della centrale elettrica. Il 4 marzo del 1941 fu diramata una segnalazione dal Ministero dell’Interno e inoltrata tramite una circolare del XII Corpo d’Armata a firma gen. Angelo Rossi, che individui sospetti avevano fermato dei passanti chiedendo informazioni sull’ubicazione di opere d’arte, fabbriche di armi, depositi d’esplosivi, di carburanti e altro esistenti nella zona. Si invitava chiunque fosse stato avvicinato da elementi sospetti, ad accompagnarli presso gli organi competenti per la sicurezza. Nello stesso mese, sempre dal XII Corpo d’Armata, fu diramata una circolare per informare i cittadini riguardo alle leggi sullo stato d’emergenza per chi desse aiuto ai paracadutisti. Si esortava inoltre all’organizzazione della difesa antiparacadutista. Nello stesso anno da Palazzolo Acreide (SR), giunse un telegramma ai Carabinieri di Noto (SR), riguardo ad un lancio di cinquanta paracadutisti nemici tra Testa dell’Acqua direzione per Figintini-Modica con immediata disposizione di posti di blocco. Da Floridia (SR) fu inviato un telegramma col quale si comunicava che una donna aveva visto scendere dodici paracadutisti in località Cugno al limite con contrada Cavagrande in territorio di Avola.
Nel luglio del 1941 un altro telegramma informava la Prefettura i Siracusa che in zona Feudo S. Gregorio (territorio di Augusta) alcuni sortinesi che vi si trovavano per motivi di lavoro, avevano rinvenuto un apparecchio radio-trasmittente con paracadute e una lettera (ovviamente nessuno menzionò le sterline che sicuramente corredavano il ritrovamento). Il tutto fu consegnato alla locale stazione dei RR.CC. Per tutto il 1941 si susseguirono notizie su avvistamenti di paracadutisti e successive smentite. Saranno state delle visioni o qualcuno giunse a destinazione? E’ ovvio che da quando avvenivano le comunicazioni alle forze dell’ordine a quando c’era l’attivazione dei posti di blocco, trascorreva un tempo utile a chiunque per fare perdere le proprie tracce, mettendosi al sicuro, in un luogo prestabilito. Sarebbe stato interessante per esempio lasciare l’apparecchiatura radio sul posto e attendere con pazienza l’arrivo degli interessati. Non ci fu la competenza o la volontà di agire? A chi erano destinati questi apparati radio? Non certo ai contadini che non avevano un grado elevato di alfabetizzazione e nemmeno l’adeguata preparazione al loro funzionamento e manutenzione. Altresì sarebbero state utili a persone aviolanciate, che dopo un periodo d’acquartieramento avrebbero potuto usufruirne. Avrebbero pure avuto delle protezioni che ne impedissero la loro cattura da parte delle forze di polizia, dopo un’eventuale conquista della Sicilia, questi protettori avrebbero acquisito una certa riconoscenza per il loro operato. I grandi possidenti terrieri (per lo più i nobili ), avevano ampi territori che si popolavano di contadini, nei periodi estivi al momento della trebbiatura del grano e per il resto dell’anno, rimanevano dei luoghi disabitati. I contadini non avrebbero potuto facilmente occultare più persone presso i loro domicili, sia per l’esigua capienza del domicili, sia perché se sospettati e scoperti avrebbero subito serie punizioni. Al contrario gli infiltrati potevano usufruire delle masserie disabitate.
L’intelligence inglese, già esistente da prima dell’inizio della guerra, si organizzò meglio nel 1942 in Nord Africa allorquando D. D. Eisenhower, chiese ed ottenne la costituzione del P.W.B. ( Psycological Werfare Branch). La struttura fu messa sotto il diretto controllo Kermit Roosevelt e alle sue dipendenze, tra gli altri ci furono Michael Noble e Hubert Howard. Questi ultimi due, alla fine della guerra si sistemarono in Italia e ci rimasero per sempre. Tra gli altri compiti del P.W.B. c’era quello di sostituire il Min. Cul. Pop. ( Ministero della Cultura Popolare ) con una struttura informativo-culturale opposta alla precedente. Nella Sicilia Orientale ci furono comunque degli aiuti, sicuramente non di matrice mafiosa ma di altro.
Alfio Caruso (giornalista e scrittore)nel suo testo “Arrivano i Nostri” Ed. 2004 casa ed. Longanesi a pag. 209, menziona un barone antifascista che aveva delle tenute presso Santa Teresa Longarini (contrada ubicata tra Cassibile e Siracusa), il quale l’indomani dello sbarco in Sicilia, ospitò, dopo gli usuali convenevoli B.L. Montgomery e il suo quartier generale.
I servizi segreti italiani erano così suddivisi: – Il S.I.M. e il C.C.M.S.S. per il Regio Esercito – Il S.I.S. per la Regia Marina – Il S.I.A. per la Regia AeronauticaL’O.V.R.A. (Organizzazione di Vigilanza e Repressione Antifascista) che aveva inizialmente il compito della repressione politica e alla fine divenne il quinto servizio segreto. Inizialmente, nel 1940 il S.I.M.(Servizio Investigazioni Militari) era sotto il comando del gen. Cesare Amè e il gen. Vittorio Gamba, era a capo del servizio crittografico; un loro subalterno era Giorgio Verità Poeta. Quest’ultimo, un giorno, non avendo potuto decrittare un messaggio alquanto astruso, se lo portò a casa ma l’indomani fu trovato morto. L’autopsia stabilì che era stato avvelenato. In effetti, possiamo dedurre che all’interno dei nostri servizi d’informazione, non regnasse un clima di serenità. Comunque l’ultimo regalo (forse non lo seppe mai) ad Hitler, glielo fecero indirettamente i nostri servizi di intelligence, quando ormai perduta l’Africa Settentrionale, si stava preparando lo sbarco alleato. Le spie italiane (probabilmente dal Cairo) informarono il XII Corpo d’Armata, sui luoghi d’invasione in Sicilia. Il gen. Alfredo Guzzoni, che comandava le forze armate nell’isola, cercò riuscendoci a procrastinare l’invio delle divisioni tedesche nella Sicilia Occidentale (ritenendo l’alto comando tedesco che quello fosse il punto scelto dagli anglo-americani). In tal modo non si sguarnirono i veri punti caldi. Se la guerra in Sicilia non si risolse rapidamente come aveva previsto B. L. Montgomery, ciò lo si deve all’attività dei servizi italiani d’intelligence. Ci furono persone che in silenzio fecero il loro dovere ma inevitabilmente si hanno scarsissime notizie sulle lotte intestine tra i nostri servizi segreti e vari comandi. Stranamente il regime d’allora, soffriva di una notevole miopia , per negligenza o per volontà? Questo rimarrà forse il segreto più importante della seconda guerra mondiale.
Concludiamo con una riflessione:” La prima guerra mondiale scaturì dopo una grande crisi economica, la seconda guerra mondiale fu figlia della crisi del 1929. L’attuale crisi economica cosa ci regalerà?
Magg. Me. C.M. C.R.I. in c/do Alberto Giammanco
Socio SEZIONE UNUCI NOTO
Bibliografia essenziale: – Archivio di Stato di Siracusa (atti di gabinetto della Prefettura di Siracusa 1941) – “I Segreti nella Sicilia del 1941” Ed. Morrone aut. A. Giammanco aprile 2004 – “Churchill a Siracusa. Un turista scomodo” Ed. Lulu 2009 autori AA. Giammanco S. Sparatore –