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UNUCI-Noto: Cerimonia del 4 Novembre 2017,Festa delle FF. AA. e dell’Unità Nazionale.

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UNUCI-Noto: Cerimonia del 4 Novembre 2017,Festa delle FF. AA. e dell’Unità Nazionale.

ATTIVITA’ DELL’UNIONE NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D’ITALIA

 – SEZIONE DI NOTO (SR) M.O.V.M. S.TEN. LUIGI ADORNO –

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 Cerimonia del 4 Novembre 217, Festa delle FF. AA. e dell’Unità Nazionale.

   NOTO – Su invito del Sindaco di Noto, dott. Corrado Bonfanti, la locale Sezione UNUCI ha partecipato alla cerimonia del 4 Novembre 2017, Festa delle FF. AA. e dell’Unità Nazionale, assistendo alla benedizione della restaurata Chiesa dell’Ecce Homo al Pantheon ed alla S. Messa presieduta da S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto.

   4-novembre-2017E’ seguito un corteo lungo il Corso Vittorio Emanuele con l’Onore ai Caduti, in Piazza Landolina davanti al relativo Monumento. Quindi il Sindaco ha trattenuto la Cittadinanza convenuta con un appropriato ed attualissimo discorso e poco dopo il Presidente dell’UNUCI-Noto, Ten. prof. Biagio Iacono, ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: discorsi che si possono leggere qui sotto:

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Messaggio del Presidente Mattarella in occasione

del  Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate

 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, ha inviato il seguente messaggio:

   «Il 4 novembre celebriamo la conclusione della Grande Guerra, una tragedia che causò enormi sofferenze all’intero continente europeo e provocò lutti in ogni contrada d’Italia. Una catastrofe voluta dagli uomini e che, pur nelle sue immani proporzioni, non riuscì ad evitare nel secolo scorso un altro conflitto mondiale e guerre regionali che hanno continuato a devastare l’Europa.    In questo giorno, in cui ricordiamo la conseguita completa Unità d’Italia e rendiamo onore alle Forze Armate, rivolgo il mio pensiero commosso a tutti coloro che si sono sacrificati sull’Altare della Patria e della nostra libertà, per l’edificazione di uno Stato democratico ed unito.img_0007

   Coltivare la loro memoria significa comprendere l’inestimabile ricchezza morale che ci hanno trasmesso e rappresenta, per tutti noi, lo stimolo più profondo ed autentico per adempiere ai nostri doveri di cittadini d’Italia e d’Europa, che credono nella solidarietà e nella convivenza pacifica fra i popoli.  Nel loro ricordo intramontabile rendo omaggio alle sacre spoglie del Milite Ignoto, rappresentante di tutti i figli d’Italia di quella generazione che, quasi un secolo fa, diedero la vita per il nostro Paese.  Quest’anno ricorre il centenario della ritirata di Caporetto, un episodio estremamente doloroso per i soldati e per le popolazioni coinvolte, a cui, tuttavia, l’Italia seppe reagire con l’orgoglio e la determinazione di una giovane Nazione.

Numerose furono, in quei difficili giorni, le testimonianze di eroismo e di sacrificio dei nostri soldati. Intere unità vennero chiamate a resistere fino all’estremo sacrificio, soccombendo di fronte a forze soverchianti.  Tanti di quegli eroi sono rimasti ignoti, ma a tutti loro e a quanti ci donarono il compimento del disegno risorgimentale va la gratitudine del Paese.  Soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e personale civile della difesa, alla vostra abnegazione e professionalità appartiene la custodia di una tradizione di valori, civiltà e cultura propri della nostra storia. Siate sempre degni del giuramento di fedeltà prestato alla Repubblica. A voi è affidata la presenza dell’Italia in diversi contesti di crisi, al servizio della sicurezza del Paese e della Comunità internazionale.

A voi tutti porgo il mio augurio ed un affettuoso saluto, con le espressioni della più viva stima, a nome dell’intero popolo italiano.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia»!

Roma, 4 novembre 2017

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 Discorso del Sindaco di Noto, Dott. Corrado Bonfanti, tenuto il 4 Novembre 2017.

Autorità militari, civili e religiose, Concittadini,

La doverosa commemorazione del 4 novembre, lungi dall’assumere il carattere di ritualità annuale, quasi una consuetudine, si carica, di anno in anno e particolarmente nel corrente 2017, a più di un secolo dall’inizio dell’immane conflitto della Prima Guerra Mondiale (1914 – 18), in cui anche l’Italia funestamente si tuffò il 24 maggio 1915, di un significato ancor più profondo che in passato. Varie sono le ragioni. In primo luogo, proprio oggi non possiamo non ricordare la disastrosa disfatta di Caporetto (24 ottobre 2017), di cui quest’anno ricorre il 1° Centenario, la quale apparve come il preludio della definitiva sconfitta per la nostra Italia. Ebbene, grazie all’intelligenza tattica e alla determinazione dei rinnovati alti comandi militari e grazie al desiderio di riscatto e allo spirito di sacrificio dei nostri valorosi combattenti, la rotta di Caporetto non tardò a trasformarsi nella premessa e preannuncio della riscossa e poi della vittoria. È comunque impossibile cancellare dalla memoria il ricordo di quelle drammatiche vicende belliche, che costarono alla nostra Patria italiana ben 650 mila Caduti militari e innumerevoli vittime civili e lutti alle famiglie italiane fino al 4 novembre 1918, allorché fu emanato il sospirato Bollettino della Vittoria da parte del generale Armando Diaz.img_0012

In secondo luogo, la commemorazione del 4 novembre si traduce oggi in un forte richiamo, in un monito, che non può non rafforzare il nostro desiderio di pace e il dovere della vigilanza dinanzi all’ennesimo cupo addensarsi di clamori di guerra, oggi particolarmente a causa del bellicismo della Corea del Nord e di atti terrificanti di barbarie da parte del terrorismo islamico. Le ombre sinistre che provengono da vari martoriati Paesi (Siria, Iraq, Corea del Nord, ecc.), oltre alle insidie dell’estremismo  islamico, fanno temere l’esplosione, contro cui più volte ci ha messo in guardia papa Francesco, di un infausto terzo conflitto mondiale a pezzi. Più di un secolo trascorso dal tragico avvio delle ostilità della Prima Guerra Mondiale, unitamente alle sciagure della successiva Seconda Guerra Mondiale (1939 – 1945) ed ai recenti drammatici eventi sulla scacchiera internazionale riattualizzano il primo smisurato disastro del Novecento e la conclusione per noi vittoriosa del 4 novembre 1918. Questa serie di eventi ci insegna come non sia mai eccessivo spendersi in un quotidiano sforzo, a partire dal nostro ambiente, per spianare, eliminando l’azione corrosiva dell’odio, il campo alla pace e alla fraterna comprensione per il bene di tutti e di ciascuno. Questo ideale si realizza oggi all’interno della nostra Italia e dell’Unione Europea, di cui l’Italia è membro autorevole per la sua storia e per il suo protagonismo in favore di una collaborazione internazionale feconda, fondamento di un rinnovato progresso civile, sociale e umano, anche per far fronte alla crisi economica ed esistenziale ancora attiva.

Maestra di vita, la Storia ci rende ancor più consapevoli del significato dell’abnegazione dei nostri padri, spinta fino al dono totale di sé, e ci sollecita a rendere onore ai Caduti della Prima Guerra Mondiale e di tutti i conflitti, vittoriosi e non. Ecco la ragione per cui è doveroso estendere il nostro omaggio a tutti quegli Italiani, che hanno nobilmente sacrificato la propria vita per la Patria comune e che è nostro dovere ricordare costantemente. Non è infatti la vittoria finale che dà dignità ai Caduti, ma il generoso sacrificio della propria giovinezza, donata alla Patria nella speranza di un futuro migliore per tutta la comunità nazionale. Nella particolare circostanza di questo 4 novembre 2017, il nostro pensiero è particolarmente rivolto agli eroici Caduti che riposano nel nostro Pantheon, nella chiesa dell’Ecce Homo, finalmente riaperta dopo quattro anni di chiusura per i necessari restauri. È nostro dovere ricordare quotidianamente questi nostri Caduti che, con la loro muta presenza, ci pongono dinanzi agli orrori della guerra. Pur tra dolorose vicissitudini, non possiamo non considerare che il 4 novembre 1918 sancì il completamento della lunga lotta per l’Unità nazionale, punto fermo della nostra Patria italiana, bene prezioso e imperativo supremo da salvaguardare. Solo approfondendo il significato dell’Unità nazionale e la necessità della coesione sociale, l’Italia può riprendere un cammino di sviluppo economico, sociale e morale dignitoso. Se questa è la lezione che la ricorrenza del 4 novembre ci trasmette, allora è indispensabile mettere da parte ogni forma di esasperata conflittualità e di odio di parte, generatori di contrasti insanabili, anche perché sono di ostacolo per le lodevoli iniziative sotto il segno dell’operosa e fraterna collaborazione per il bene comune, obiettivo primario per una comunità posta dinanzi ad ardue sfide, prima fra tutte quella del lavoro dignitoso per tutti. A me sembra del tutto anacronistica, la volontà di alcune regioni di avanzare richieste autonomistiche, anche se solo di natura finanziaria, in quanto tali processi, più o meno consapevolmente, sono foriere di possibili future disgregazioni che solo male possono fare al nostro Paese e certo non contribuiscono a fortificare e consolidare la forza unitaria della nostra nazione.

La commemorazione del 4 novembre ci spinge anche a non dimenticare che oggi ci troviamo dinanzi alla positiva realtà di nazioni che nei secoli trascorsi hanno vissuto il dramma della conflittualità permanente, ma che ora sono unite sotto la bandiera dell’Unione Europea, i cui obiettivi prioritari sono la pace, il benessere, la difesa dei diritti umani, della democrazia e della giustizia. A proposito di sfide epocali, non c’è dubbio che quella riguardante la trasmigrazione di intere popolazioni del Sud del mondo, avendo come primo approdo l’Italia, potrà trovare soluzione solo nel quadro dell’Unione Europea. I Paesi che nel corso della Prima Guerra Mondiale si dissanguarono, per poi sperimentare finalmente i benefici della pace, dovranno collaborare per risolvere insieme il problema dei migranti. Lasciare sola l’Italia dinanzi a questa sfida del terzo millennio sarebbe un atto di insipienza gravissimo, in contrasto con le radici e con gli ideali dell’Europa. Ma il 4 novembre, che, lo ricordiamo per meglio imprimerlo nella nostra mente, oggi non è più denominata “Festa della Vittoria” ma “Giorno dell’Unità nazionale”, è anche la Festa delle Forze Armate che, dopo essere state protagoniste dell’Unità nazionale, nell’epoca della globalizzazione, la nostra, hanno svolto e continuano a svolgere importanti missioni di pace, sotto l’egida dell’Unione Europea, della NATO e dell’ONU, per garantire sicurezza, libertà e dignità a popolazioni inermi di varie parti del mondo.img_0024

Noi, figli di questa meravigliosa terra di Sicilia, non possiamo non evidenziare che il 4 novembre sottolinea oggi con forza il ripudio della guerra e il sostegno incondizionato alla lotta che lo Stato democratico combatte per l’affermazione della legalità, della giustizia e del progresso, fondato sulla intangibilità della dignità di ogni essere umano. Rivolgo pertanto, a nome mio personale e della comunità netina, un deferente, grato e rispettoso ringraziamento a quanti hanno sacrificato la loro vita e a quanti sono impegnati nella lotta alla mafia, alla corruzione e a ogni forma di criminalità, mali che deturpano il volto di una operosa comunità che si riconosce nel rispetto della legalità e dei diritti umani. Celebrare la Festa del 4 novembre significa anche prendere esempio dal senso del dovere del nostro esercito della Prima Guerra Mondiale, “inferiore per numero e per mezzi al nemico”, come recitava il Bollettino della Vittoria emanato da Armando Diaz, per trovare la forza necessaria per affrontare vittoriosamente le sfide presenti e del futuro, tra cui quella contro la povertà, contro la disoccupazione, contro ogni forma di razzismo e contro chi sfrutta, uccide e umilia le donne, i fanciulli, gli indifesi. Il giorno dedicato alla celebrazione dell’Unità nazionale ci riconsegna lo spirito di un popolo che, nella sua lunga storia, ha affrontato numerose difficoltà e che, in un sussulto di orgoglio, guardando ai bisogni delle nuove generazioni, può dipingere l’avvenire con i colori della speranza e con gli ideali di pace e equità sociale di giustizia, di uguaglianza e con l’obiettivo irrinunciabile del bene di tutti e di ciascuno.

Viva la Repubblica, viva l’Italia una e indivisibile,

 viva le Forze Armate, viva lo spirito di fratellanza fra tutti gli Italiani.

Dott. Corrado Bonfanti, Sindaco di Noto

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   Infine, il Trattenimento della Banda Musicale “Città di Noto” ha chiuso la bella mattinata del 4 Novembre 2017.

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