Siracusa: Seconda guerra mondiale e Servizi segreti.
APPUNTI SULLA SECONDA GUERRA MONDIALE: I SERVIZI DI INTELLIGENCE.
di Alberto Giammanco – (Prima puntata)
N.B. – L’autore prosegue nei suoi Appunti sull’argomento già pubblicati in altra forma su queste colonne –
La storia è la conseguenza di molte vicende concatenate tra di loro e la seconda guerra mondiale non è certo l’eccezione. Le guerre non hanno solo i risvolti degli scontri armati ma seguono a dei lavori di diplomazia e di intelligence. Le due guerre mondiali scaturirono dalle grandi crisi economiche che in precedenza si erano determinate. L’Italia della prima guerra mondiale era figlia di una crisi economica che durava sin dai tempi dell’Unità. La Nazione era nata dalle macerie dei tanti staterelli che la formavano. Il regno sabaudo si era indebitato per sostenere l’unificazione della penisola, soprattutto per affrontare quello delle Due Sicilie. La crisi economica, che ne scaturì, determinò per la prima volta le grandi migrazioni verso le Americhe, che continuarono sino all’avvento del fascismo. Da quel momento in poi si sarebbero volte verso le colonie d’Africa.
LA SICILIA E MALTA
Con la fine dei moti del ’48 l’isola di Malta, che era un possedimento inglese, vide un notevole afflusso di esuli provenienti dalla Sicilia. Lo stesso governatore O’ Ferrall si lamentò con la madre patria per il notevole afflusso di gente. Persino Ruggero Settimo vi si rifugiò e poi vi morì. Innegabilmente Malta aveva dei rapporti storici con i carbonari, con i calderai e con i massoni Matteo Raeli, Ruggero Settimo, Nicola Fabrizi e Adriano Lemmi, solo per citarne alcuni.
Questi legami sarebbero durati sino all’Unità d’Italia e oltre, in maniera sommersa sino alla seconda guerra mondiale. Il fascismo aveva bandito le società segrete ma nel suo governo c’erano Italo Balbo, Alberto Beneduce, Ruggero Romano (che era stato il promotore della ferrovia Noto-Pachino) e altri.
SIRACUSA TRA LE DUE GUERRE
Siracusa, prima della seconda guerra mondiale, forniva non solo di derrate alimentari le colonie d’Africa ma anche Malta; gli inglesi non solo risiedevano su quell’isola ma erano presenti in Sicilia e a Siracusa. I Rotschild, addirittura, possedevano nella zona di Belvedere, Targia e Tremilia, dei terreni e una casa per la villeggiatura prospiciente al castello Eurialo. Probabilmente il nome di un tratto di strada che collega Belvedere a Tremilia denominata contrada Sinerchia per un probabile errore ortografico ( si sarebbe dovuta denominare Sinarchia, cioè da governare assieme dal greco sun archè) rispecchiava una definizione di un nuovo governo mondiale che aveva dei sostenitori in America: uno di essi era Kermit Roosewelt, il figlio del primo presidente Roosewelt. Lo stesso Winston Churchill venne a Siracusa più volte, trovandola gradevole. Si può dire che gli inglesi a Siracusa, come nel resto della Sicilia, si trovarono bene economicamente e, reciprocamente, come i notabili dell’isola. La città di Siracusa negli anni ’30 aveva una buona economia che proveniva dal rifornimento di derrate alimentari all’impero. Dalla stazione di Siracusa Centrale le merci proseguivano fino allo scalo di Siracusa Marittima e da qui avveniva il carico sulle navi mercantili. C’era pure l’aeroporto civile dell’Ala Littoria (paragonabile all’odierna Alitalia) in via Elorina. Era l’idroscalo dal quale giungevano gli aerei provenienti da Roma e facevano una sosta intermedia prima dello scalo di Tripoli e viceversa. Solo nel 1937 si affiancò l’aeroporto militare. Nel 1940 fu tra l’altro la base degli idrovolanti Cant Z 506 che facevano parte della 612^ squadriglia di soccorso.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
L’ultima nave che giunse a Siracusa dopo la dichiarazione di guerra all’Inghilterra, proveniente da Malta, con gli ultimi italiani recò un colonnello inglese in abiti borghesi e una giovane interprete. Subito dopo lo sbarco il colonnello inglese sparì per i territori siciliani e non se ne seppe più nulla. La giovane che era con lui rimase a Siracusa e trovò lavoro presso un’industria conserviera. Winston Churchill in seguito avrebbe faticato molto per convincere gli alleati americani a programmare uno sbarco in Sicilia, senza dare molte spiegazioni sulle sue amicizie in loco.
Il 1941 fu l’anno in cui gli inglesi cominciarono ad operare in maniera più sostanziale in Sicilia: ciò lo sappiamo dalle documentazioni conservate presso l’Archivio di Stato di Siracusa dagli atti di gabinetto della Prefettura. Già nel mese di marzo del 1941, l’allora ministro dell’Interno Senise informava le prefetture siciliane sulla presenza di individui sospetti che avevano fermato dei passanti chiedendo informazioni sull’ubicazione d’opere d’arte, fabbriche d’armi, depositi d’esplosivi, di carburanti e altro, esistenti nelle zone. Chi fosse stato avvicinato da tali individui, doveva accompagnarli presso gli organi competenti. Ci furono pure degli avvistamenti di lanci di paracadutisti in tutta la provincia di Siracusa, ma le ricerche iniziate sempre con ritardo non avevano dato risultati.
Ci potremmo chiedere: Come potevano sparire delle persone? In effetti gli unici che le avrebbero potute accogliere erano i notabili del posto, in quanto essendo possidenti terrieri avevano dei bagli disabitati per la maggior parte dell’anno e li utilizzavano nei periodi della mietitura. Le informazioni che costoro raccolsero furono utilizzate subito dopo lo sbarco del 1943, allorquando in maniera capillare individuarono coloro che erano stati legati al regime fascista.
Si ha notizia certa del ritrovamento di una radiotrasmittente da parte di alcuni contadini presso il feudo di San Gregorio (Melilli) e che fu consegnata ai Reali Carabinieri di Augusta. Probabilmente le sterline in oro, che si accompagnavano ai lanci di tali apparecchiature, se le tennero loro! Questa notizia ci fa riflettere sui destinatari di questi mezzi di comunicazione. Potevano utilizzarli solo persone competenti, già presenti sul luogo per i codici di trasmissione e per la stessa manutenzione: non potevano certo essere utilizzate dai contadini che avevano una scarsa alfabetizzazione e relativa cognizione.
ROTTA 120° PER BENGASI “22 luglio 1941”
Nel secondo evento bellico, l’idroscalo di Siracusa fu utilizzato come punto nevralgico per i collegamenti con il Nord Africa: un episodio, che rimarrà per sempre avvolto nel mistero, accadde nel 1941 quando un aereo civile dell’Ala Littoria – esattamente un idrovolante con quattro persone d’equipaggio e due passeggeri (due ufficiali del R.E.), che recavano dei plichi segreti da consegnare una volta giunti a Bengasi, fu abbattuto.
Da un telegramma decifrato il 22 luglio 1941 XIX dal Ministero dell’Interno, apprendiamo le seguenti informazioni : << N°4383 apparecchio civile Ala Littoria partito ore 12 da Siracusa per Bengasi è stato assalito dopo 12 minuti di volo da velivolo nemico che lo ha mitragliato più volte incendiandolo. Dell’equipaggio si sono salvati primo e secondo pilota raccolti da peschereccio Regia Marina che incrociava nella località mentre sono deceduti motorista et marconista punto viaggiavano su apparecchio due ufficiali R. Esercito colpiti e deceduti punto delle quattro salme è stata recuperata et condotta a Siracusa soltanto quella motorista= prefetto Massa.
Firmato: Il comandante pilota Ten. A.A.R.N Pecoroni Annibale >>
Dalla relazione del com/te Pecoroni Annibale apprendiamo che l’aereo era partito da Siracusa pilotato da lui e dal secondo pilota m.llo Gabucci Aldo e che l’equipaggio era formato da S.Ten. Ziccon Bruno e dal sgt. magg. Zevola Cristoforo. C’erano inoltre due ufficiali del R.E. (Cap. Tagliaferri Agostino con un tenente) e l’aereo recava pure un carico di merci per il Nord Africa oltre a dei documenti segreti. Il volo era iniziato da dodici minuti con rotta 120° quando un aereo nemico (inglese), del tipo Blenheim, eseguì un mitragliamento di coda, causando perdite di carbura
nte. Il com/te Pecoroni A. allora prese la decisione di ammarare per avviare le eventuali riparazioni e prevenire un prevedibile incendio.
Allo stesso tempo erano state inviate segnalazioni per il soccorso. L’aereo nemico però dopo poco tempo ritornò e riprese il mitragliamento. Il S.Ten Ziccon veniva colpito a morte e pure i due passeggeri. I tre sopravvissuti si lanciarono prontamente in acqua, dato che l’aereo si stava incendiando, senza poter avere la possibilità di utilizzare il battellino. L’ultimo mitragliamento ai naufraghi fu fatale per il motorista Zevola. I relitti dell’aereo furono utilizzati dai due sopravvissuti per attendere i soccorsi che poi sarebbero giunti con il peschereccio ” Alba 3”. Le ricerche dei corpi, produssero soltanto il ritrovamento del sgt. magg. Zevola. Alle ore 14 un apparecchio Cant Z 506 della 612^ squadriglia soccorso di Siracusa, pilotato dal S.Ten. Mancino Mario e dal Sgt. magg. Borghese Enzo ammarava nei pressi del moto-veliero. I due superstiti furono imbarcati e la salma di Zevola fece rientro con l’Alba 3. L’ammaraggio a Siracusa avvenne alle 15,30. Tutto il materiale di carico e i plichi segreti andarono distrutti nell’incendio e affondarono.
La descrizione di quegli avvenimenti, ci fa riflettere molto sugli aspetti controversi della seconda guerra mondiale e lascia spazio a molti interrogativi che probabilmente non avranno mai una risposta, lasciandoci delle domande insolute. Il primo quesito che potremmo porci è: – Come faceva un aereo nemico a trovarsi in quel luogo, considerando che provenendo da Malta non aveva un’autonomia per volare a lungo, in attesa di una possibile preda? Secondo quesito:- Come mai dopo avere abbattuto l’idrovolante continuò a mitragliare il personale, dato che l’aereo era ormai distrutto. Forse non si voleva che ci fossero sopravvissuti? Terzo quesito che è il più importante di tutti. Alcuni carteggi, sia quello del telegramma decifrato, inviato al Ministero dell’Interno, alla Direzione Generale P.S. alla Direzione Generale Protezione Antiaerea, e sia la relazione del comandante pilota, fanno riferimento a documenti segreti custoditi dai due ufficiali del R.E. :- Chi altri ne era informato? Qui scaturirebbe un quarto interrogativo:- Come mai i due militari si servirono di un aereo civile per il trasporto di materiale riservato?
Dobbiamo ricordare che Rommel, dal febbraio dello stesso anno, era giunto in Libia cambiando gradualmente le sorti del conflitto a favore dell’asse. Il 19 luglio il gen. Italo Gariboldi era stato sostituito da Ettore Bastico (soprannominato da Rommel Bombastico) e Tobruk, occupata dagli inglesi, era assediata dalle forze italo-tedesche. Churchill era al massimo dell’esasperazione per gli insuccessi che si erano verificati su quel fronte. Quei plichi segreti avrebbero potuto compromettere maggiormente la nuova situazione bellica? Con ogni probabilità si potrebbe presumere che l’informazione sui documenti segreti sia partita da Roma e da Siracusa si segnalò l’ora del decollo dell’aereo. Il resto lo fece il Blenheim inglese. (vedi: atti Gabinetto Prefettura di Siracusa, 1941).
Il 1942 fu il momento di maggiore successo per l’asse: Rommel arrivò in Libia con il D.A.K. ed iniziò a fare arretrare gli inglesi verso Alessandria d’Egitto. In questo periodo D.D. Heisenhover chiese ed ottenne la costituzione del P.W.B. ( Psicological Werfar Branch) e da qui sarebbero iniziati i misteri d’Italia del dopoguerra. Si iniziava la guerra psicologica con i metodi d’informazione e di disinformazione. In Sicilia furono paracadutati oggetti come, per esempio, finte penne stilografiche, finti calamai e giocattoli pericolosi perché il tutto non era altro che materiale esplosivo. Non avrebbe ucciso le persone ma le avrebbe mutilate. Tutto ciò serviva a minare il morale della gente nei confronti del regime. Tale lancio fu sospeso tempo prima dello sbarco alleato per non incorrere nel rancore delle popolazioni verso i liberatori.
A dirigere il P.W.B. fu chiamato Kermit Roosewelt e alle sue dipendenze ci furono due personaggi che poi sarebbero rimasti in Italia per tutta la loro vita Michael Noble e Hubert Howard. Sarebbero stati loro che, una volta giunti in Italia, avrebbero dovuto sostituire il Ministero della Cultura Popolare con quello alleato, gestendo i mezzi d’informazione. Michael Noble nel dopoguerra, si sarebbe sposato con la figlia del senatore Borletti e Hubert Howard con Lelia Caetani l’ultima discendente di Bonifacio VIII e parente del maestro Markevic che, anche lui, aveva sposato una Caetani, e che furono definiti entrambi a fasi alterne i veri signori di Gladio. Hubert Howard fu un uomo schivo che negli ultimi anni si ritirò a Sermoneta una proprietà dei Caietani e di lui si hanno poche fotografie.
Alberto Giammanco – Magg. Me. CM CRI in c/do
Fine della prima puntata