NoTriv del Val di Noto: accelerare verso la transizione energetica!
L’APPELLO del Coordinamento Nazionale No Triv
e del Coordinamento No Triv del Val di Noto:
Nel 2020 bisogna accelerare
verso la transizione energetica.
Il Coordinamento Nazionale No Triv e il Coordinamento No Triv del Val di Noto, in questo primo scorcio del nuovo anno, ribadiscono con determinazione l’intenzione di mettere in campo tutte le azioni possibili, con critiche costruttive e migliorative, suggerimenti e proposte, per imprimere la necessaria accelerazione ad un processo di transizione energetica fondato sulla eliminazione degli sprechi, sulla riduzione ragionata dei consumi, sulle rinnovabili pulite e non impattanti, privilegiando il modello democratico e decentrato di generazione distribuita, informata e partecipata. E’, infatti, ineluttabile superare ogni ambiguità insita nell’abusato concetto di “sostenibilità ambientale”, in quanto l’agenda della drammatica emergenza climatica ci impone di dover necessariamente e definitivamente abbandonare ed oltrepassare il modello socioeconomico fondato sui combustibili fossili, sullo sfruttamento dei tanti “Sud” del Pianeta e sul dogma della crescita infinita.
Le perentorie conclusioni cui è pervenuto l’International Panel Climate Change (premio Nobel 2007), organismo dell’ONU, nel suo ultimo Report pubblicato prima del grande fiasco della COP 25 tenutasi lo scorso Dicembre a Madrid, impongono senza indugi scelte tempestive e risolute, le stesse che reclamiamo a difesa delle prerogative dei Territori e dei diritti dei Cittadini.
Nella manovra finanziaria, recentemente approvata, viene eliminata (e solo per gli anni 2020-2022 ed all’interno di una fascia di produzione rideterminata) l’esenzione della tassazione sui concessionari di coltivazione di idrocarburi, che era stabilita per i primi 25 milioni di Smc di gas e 20mila tonnellate di petrolio prodotti in terraferma e per i primi 80milioni di Smc di gas e 5mila tonnellate di petrolio prodotti in mare: appena lo 0,30% dell’ammontare di tutti i Sussidi di cui si avvantaggiano oggi le fonti fossili. Costatiamo altresì, purtroppo, che anche quest’anno, malgrado la prima bozza del Decreto Clima andasse nella giusta direzione, il taglio dei sussidi diretti ed indiretti alla filiera delle fonti fossili è stato rimandato sine die, nonostante l’impegno programmatico iniziale dell’attuale Esecutivo di riduzione del 10% annuo per i prossimi 10 anni. I contribuenti del nostro Paese, infatti, continueranno a foraggiare le filiere del petrolio, del carbone, del gas e dei relativi derivati, con buona pace di chi chiede a buon diritto di respirare aria pulita senza polveri sottili, di bere acqua salubre, di vedere realizzate le indispensabili opere di bonifica dei siti inquinati. Nonostante gli annunci di svolta economica in senso ecologista, che parla tanto di Green New Deal, non viene rispettato il timing di 10 anni indicato dagli scienziati dell’I.P.C.C. Se c’è una cosa che ci ha insegnato l’esperienza No Triv, è che non si deve dar credito alla buona fede della classe dominante, per lo più ventriloqua dei forti interessi lobbystici.
Non si potrà immaginare e tantomeno mettere in atto una vera riconversione ecologica ed energetica, se non abbandonando lucidamente l’illusione di un neoliberismo “progressista” e “green”. Con la determinazione di continuare a coinvolgere nelle lotte territoriali le popolazioni locali, continueremo a chiedere di andare oltre le dichiarazioni di principio e di trovare la forza per eliminare subito tutti i sussidi diretti ed indiretti alla filiera del fossile, anche mostrando il coraggio di radicali revisioni normative, che hanno finora garantito alle multinazionali dell’Oil&Gas nel nostro Paese vantaggi e privilegi da Bengodi. Solo così potrà aprirsi una prospettiva razionale ed equilibrata di politiche di sostegno alla riconversione produttiva, a partire dalle aziende agricole e turistiche. Non c’è, infatti, nel contesto locale ed internazionale attuale, nessuna ragione ambientale, sociale od economica, per continuare a concedere sussidi, a parte quella di continuare a fare gli interessi di petrolieri & Co, contro quelli del Paese e del Pianeta.
Nell’ottica di un “fare” virtuoso, fattivo e stringente, per favorire l’accelerazione di quel processo di decarbonizzazione del sistema – Italia, che si impone tra le priorità dell’azione di governo, pertanto
CHIEDIAMO:
1) Una moratoria riguardante nuove attività di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi.
2) L’elaborazione e approvazione partecipata di un Piano delle Aree che veda protagoniste anche le Regioni a Statuto Speciale.
3) Il ripristino dell’Intesa “in senso forte” tra Stato e Regioni, con abolizione dei meccanismi decisori dello Stato sostitutivi della volontà delle Regioni.
4) L’abrogazione delle norme che hanno introdotto il concetto di “vita utile dei giacimenti”.
5) il Rispetto della volontà della maggioranza dei votanti al Referendum No Triv del 17 aprile 2016.
6) La riforma delle norme sulla Valutazione di Impatto Ambientale.
7) L’approvazione di un Piano Nazionale per lo smantellamento delle infrastrutture
“petrolifere” non più produttive/eroganti ed il conseguente ripristino ambientale.
8) L’abrogazione del meccanismo delle “proroghe automatiche” in materia di concessioni.
9) L’abrogazione delle norme (riforma a costo zero) che intralciano lo sviluppo della generazione distribuita e finalizzata all’autoconsumo (energia a Km 0) e all’eliminazione della povertà energetica.
10) L’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili.
Val di Noto, 7 gennaio 2020
__________ NOTA BENE _________
QUESTO ARTICOLO E’ TRATTO DA IL GRIFONE DELL’ENTE FAUNA SICILIANA
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