L’Editoriale di Nuzzo Monello in “Eco dell’Arte – Genius Loci”.
La volontà di arricchire da parte del Direttore prof. Biagio Iacono le molteplici collane editoriali con la creazione dell’Eco dell’Arte – Genius Loci – attribuendomene la cura tra le colonne del valdinotomagazine.it, era stata annunciata già dalla prima edizione del volume “L’arte fra le Mani” pubblicato dalla Sicula Editrice-Netun nel 2018.
Oggi esordisce questo nuovo spazio di “libera espressione” per tutti quegli Artisti che si trovano coinvolti nelle attuali criticità aperte nella società, nell’opinione, nella critica e nell’arte, e che desiderano contribuire allo scambio di ricerca fattuale nell’odierno “nomadismo dell’arte”. L’idea non nasce perché si realizzi e/o s’individui un nuovo correntismo artistico, piuttosto perché si possano trovare gli accessi per una più aderente umanizzazione che il nuovo millennio impone, essendo l’arte da sempre fautrice di sensibilizzazione e nello stesso tempo, da sempre, privata del proprio ruolo di mediazione dei percorsi intellettivi e relazionali. Relegata nelle incomprensibili note critiche elitarie, rimane disconnessa dalla realtà e dalla sua stessa natura educatrice e rivelatrice.
Il senso dell’arte è linguaggio, supporto rappresentativo, puro e semplice di dialogo. Viceversa non è opera oscura verso la quale trovare fessurazioni di accesso, è libera, luminosa, aperta, disposta al confronto tra l’autore e l’interlocutore. Ogni traduzione o per essa ogni critica di intellegibilità è falsa, aberrante, per la sua “Significazione”. L’arte è luce. Per questo suo esclusivo presupposto non vela nulla: non c’è null’altro che la persona oltre il supporto, il suono, la dinamicità della rappresentazione.
Il disprezzo degli intellettuali moderni, cioè l’atteggiamento di quelli che si pongono su di un piedistallo verso la società denominata di massa, rappresenta lo stesso comportamento di conflitto tra opinioni diverse di persone o popoli. Ciò che volutamente denominiamo conoscenze potrebbe consistere proprio nella dimostrazione delle assolute ignoranze, per il fatto stesso che operano esclusioni, creando sempre più differenziazioni e caste elette di pensiero dominante. Il tentativo di emarginare il diverso, il meno istruito, il meno capace, etc., come costante sociale deriva proprio dal fatto di ritenere di avere afferrato il pomo della conoscenza, che se anche negato come mito biblico è di fatto all’origine del “velato male” che ci accompagna sin dalle origini.
Riflettevo, in questi giorni, su alcuni passi del libro “A ciascuno il suo”, di L. Sciascia, che riporto proprio per semplificare il senso del mio pensiero. “Non esce mai di casa?” “Mai, da parecchi anni… Ad un certo punto della mia vita ho fatto dei calcoli precisi: che se io esco di casa per trovare la compagnia di una persona intelligente, di una persona onesta, mi trovo ad affrontare, in media, il rischio di incontrare dodici ladri e sette imbecilli che stanno lì, pronti a comunicarmi le loro opinioni sull’umanità, sul governo, sull’amministrazione municipale, su Moravia… Le pare che valga la pena?” Di contro al riluttante personaggio di Sciascia, il pensiero di U. Eco, inerente all’uso sociale dei mezzi informatici.
“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Ci insegna forse qualcosa di più l’innamorato Mario ne Il postino per la scoperta della poesia, che gli fa bramare il dominio delle parole per esprimere sentimenti e conquistare il cuore dell’amata, nutrendosi dall’amicizia ruffiana del poeta Pablo Neruda? Di certo, posso dire che alimentare la mente di pensieri, immagini, suoni, proiezioni e previsioni verso l’oltre e l’altro fonda ogni principio di valore umano.
Nuzzo Monello
Per contatti o inviare le vostre collaborazioni nel pieno rispetto relazionale della convivenza civile:
Nuzzo Monello 3403665722 – nuzzomonello@gmail.com
________________________
Apriamo questo nuovo spazio con un contributo del Direttore:
Su ” RINASCENZA, tavola pittorica
di Nuzzo Monello col suo “Dialogo sulla
Metamorfosi dell’Essere – Le Cattedrali d’Occidente”
di Biagio Iacono
NUZZO MONELLO: RINASCENZA – Olio, spatola mista (70 x 50) – 2019.
Sulla poliedrica attività artistica di Nuzzo Monello non finiremo mai di stupirci – come ho scritto qualche anno fa a proposito della sua straordinaria e ciclopica opera scientifico-fotografica “ἀνϑολογία”1 – tanto è vero che da lì a poco, nel 2018/19, constatammo anche le sue felici originali capacità d’egregio scultore-ceramista e di personalissimo narratore con il magnifico volume “L’Arte fra le mani”2 della mia Sicula Editrice-Netum.
Pertanto, era ovvio che – trovandomi mesi addietro nel suo studio – pur sapendo del suo preannunciato ritorno alla Pittura,3 io mi sia molto meravigliato e quasi smarrito davanti alla sua “tavola pittorica” Rinascenza, da lui compiuta proprio in quei giorni: non tanto perché dipingesse quanto, piuttosto, sul fatto che, pur sforzandomi, io non riuscissi a percepire alcun messaggio in quell’opera!
E, tuttavia, che quella fosse palesemente “straordinaria” soprattutto rispetto alle tante altre sue tele precedenti, ciò mi appariva fin troppo chiaro. Come, per altro verso, oscuro ed ermetico mi si mostrava, al tempo stesso, il suo scoperto Simbolismo: al punto da impedirmi di cogliere in quella tavola il più vero e profondo significato – cioè il messaggio pittorico-filosofico del nostro Artista – a me così tanto impenetrabile nei suoi contrasti di luci ed ombre da sembrarmi qualcosa di eclatante se non addirittura …provocante!
Ecco perché invitai Nuzzo a spiegarmi cosa intendesse dire in quel quadro ad un “utente improvvisato” come me: fu un …invito a nozze estetiche in chiavi teoretico-morali, le cui riflessioni ora ritrovo sapientemente rielaborate e trascritte nelle 40 pagine del fascicolo con diverse quadricromie intitolato Rinascenza, ove con quella stessa opera pittorica trovo pubblicato anche l’inedito racconto Dialogo sulla Metamorfosi dell’Essere – Le Cattedrali d’Occidente.
Pertanto, se è vero – come scrive Soren Kierkegaard – che arriva la mezzanotte nell’eterno Carnevale della nostra vita, quando bisogna gettare la maschera per mettere a nudo le proprie scelte,4 non importa quelle che siano, altrettanto oso dire che Nuzzo Monello in questa fatica letteraria ha messo a nudo la parte più segreta dei suoi pensieri
“contaminando” le proprie personali “componenti” di pittura e scrittura con un “intreccio” tale da farle convergere nella “risultante” d’una rinnovata interiore Rinascenza che forse condensa ed esprime tutta la sua concezione filosofica della Vita e dell’Arte – ovvero la sua Poetica – fondata su Valori con la maiuscola, oggi non sempre condivisi, e che tuttavia il Nostro – senza nulla concedere all’imperante vanità dei nostri giorni – proclama necessari e di perenne attualità.
Volendo condensare per grandi linee il contenuto di questa pubblicazione nelle prime pagine che precedono il Dialogo…, è da rilevare come Nuzzo esordisca con un Proèmio in cui sviluppa la sua Cromo-lettura di qualsiasi espressione artistica secondo cui, chi scrive o dipinge – in questo caso – utilizza vari linguaggi in due modi di vedere o di leggere un’opera d’arte.5
Segue una Premessa al lettore sui due motivi che gli hanno dato l’occasione di scrivere e dipingere: l’incendio della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi avvenuto il 15 aprile 2019 e, da quell’infausto evento, il bando d’un “Certamen Internazionale Letterario e Artistico sulle grandi Cattedrali d’Occidente” promosso dalla Rivista online OK Arte a cura della dott.ssa Melinda Miceli. Aderendo ad una così bella ma inusuale iniziativa, Nuzzo Monello confessa che fu assalito dallo “…spavento sia per la gravosa perdita del tesoro Notre-Dame sia per la richiesta di poter o dover contribuire al ripristino di un’opera che soltanto i costruttori delle Cattedrali, nel tempo e in quei tempi, hanno saputo realizzare.6 Fattosi coraggio, aderisce alle due principali sezioni: la letteraria e la pittorica.
Memore, forse, del mio invito a spiegare sino in fondo la pittura di Rinascenza, egli mette mano ad un “racconto” sotto forma d’un classico Dialogo, che ricorda l’agostiniano Noli foras exire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas.7 Nel cristiano ritorno in se stessi si “ri-trova” la Verità di una Fede, che egli intende non dogmaticamente ma umanamente, svelandogli le radici della sua visione esistenziale di Uomo-Artista-Padre e Docente che, nel mondo della Scuola ha ricoperto posizioni di sicure responsabilità socio-educative. “Un racconto – scrive in Premessa – per narrare di come l’uomo e la sua intelligenza non fossero di contrasto alle intelligenze dei suoi simili e con ardore maggiore esprimesse i tempi della elevazione di sé, dei figli, della famiglia, per quanto imperfette, come possibile simbolo della universalità, oggi dichiaratamente globale e pernicioso.”
Bisogna – egli dice – annullando la causalità della nostra nascita ”…connotarsi di Rinascita consapevole e votata, come tutto ciò che si può osservare in natura, all’evoluzione, all’aspirazione della armoniosa legge che pone la vita al centro del Mistero e con esso al Soprannaturale”.8
Purtuttavia, consapevole dantescamente che “a risponder la materia è sorda”, dopo aver ultimato il racconto – di cui diremo – egli riprende le spatole, completa il quadro cromaticamente che non mette a concorso ma di cui sente il bisogno di chiarire e rafforzare il senso analogico che emerge tra le arti con la consapevolezza dell’elevarsi grazie alla propria visione filosofico-artistica: “ …Per favorire la lettura simbolica presente nella tela – egli dice – ho voluto accompagnare la tavola con minime chiose” non superficiali e con “…valutazioni critiche personali al fine di rendere virtuoso il confronto nell’incontro con il mio ipotetico interlocutore”.9
Entrando in argomento, Nuzzo scrive che “…L’epigrafe del titolo Rinascenza vuole proprio ricordare i tentativi che nei vari campi dell’arte sono stati realizzati per ripristinare valori culturali di ritorno, nel tentativo di recuperare le Arti oramai perdute, in particolare sopite o addirittura scomparse” con riferimento “…anche ad una visione delle precarietà culturali di cui soffre la Chiesa Cristiana in questi momenti storici di particolare abbandono della dottrina, dei fedeli e del degrado socio-clericale e ambientale”.10
In tal ardua avventura improvvidamente “cacciatosi” – proprio per l’orizzonte speculativo che implica l’intreccio dei piani narrativo/pittorico – viene a soccorrerlo l’infausta occasione dell’impellente restauro ricostruttivo di Notre-Dame: il che gli consente quella ricercata “contaminazione” fra i due linguaggi al fine di aprire gli orizzonti alla “…ricerca di quegli intimi Valori che sostennero i costruttori delle Cattedrali, elevatori di Etica, Estetica e Staticità, Raffinatezza e Robustezza pur nell’esile evidenza di luminosa ricerca della Speranza di avvicinamento”.11 segue……………………..
SEGUE LEGGENDO TUTTO ALLE PAGINE INTERNE: